I salari fanno l'economia

I prossimi negoziati salariali per il 2007 cadono in un periodo particolare. Dall'anno scorso gli utili delle imprese sono buoni, se non ottimi. La produttività del lavoro è nettamente aumentata e i costi salariali diminuiscono sempre più. I salari dei quadri superiori, stando ad uno studio della Handelszeitung, hanno registrato quest'anno un incremento del 4,5 per cento e quelli dei manager svizzeri sono esplosi in una maniera mai vista prima in Europa.
In contrasto con questa evoluzione i salari delle lavoratrici e dei lavoratori con reddito medio marciano praticamente sul posto da diversi anni. Come ha recentemente detto l'Ufficio federale di statistica, i salari reali sono persino diminuiti l'anno scorso, malgrado degli utili in forte crescita. A un aumento medio dei salari dell'1 per cento ha infatti corrisposto un aumento del costo della vita dell'1,2 per cento. A conti fatti il potere d'acquisto delle salariate e dei salariati in Svizzera non è per nulla aumentato negli ultimi 15 anni.
Le organizzazioni riunite in seno all'Unione sindacale svizzera (Uss) – che nei loro rispettivi rami professionali giocano un ruolo di primissimo piano – si sono accordate su una rivendicazione salariale comune del 4 per cento. La messa in opera delle loro rispettive strategie varia da un settore professionale all'altro in funzione delle priorità fissate e del principio di conduzione dei negoziati che applicano, cioè se su un piano centralizzato o decentralizzato. Al di là di questa rivendicazione comune del 4 per cento le federazioni dell'Uss si sono accordate sulla necessità di far aumentare ancora di più gli stipendi delle donne dei livelli salariali inferiori e medi. Perché l'uguaglianza dei salari rimane un obiettivo prioritario dei sindacati.
Quest'anno la campagna salariale è la più importante campagna condotta dall'Uss e dalle sue federazioni. L'esperienza dimostra che i salari non crescono automaticamente. Da soli i buoni argomenti non bastano.
Affinché le cose ricomincino a muoversi occorre una pressione collettiva e un dibattito pubblico. Per accentuare la pressione l'Uss organizza il 23 settembre a Berna una manifestazione nazionale, la prima dal 2003, quando i sindacati con una grande manifestazione bloccarono un abbassamento delle rendite Avs che minacciava di concretizzarsi. La posta in gioco dei prossimi negoziati salariali è decisiva non soltanto per i salariati e i sindacati, ma anche per l'insieme dell'economia e della società. Degli aumenti generalizzati degli stipendi sono infatti la condizione necessaria perché la crescita vada finalmente a beneficio di tutti. Aumenti generalizzati degli stipendi e crescita dell'impiego vanno di pari passo. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani, aspettano che si dia loro di nuovo una possibilità sul mercato del lavoro. E non si tratta soltanto delle persone attualmente toccate o minacciate dalla disoccupazione, ma anche di quelle, numerose, che lavorerebbero volentieri di più se soltanto potessero. Si tratta soprattutto delle donne.
I prossimi negoziati salariali sono importanti anche per le assicurazioni sociali, che hanno dato stabilità all'economia e alla società durante gli anni difficili. Dato che le assicurazioni sociali sono finanziate in primo luogo da dei prelievi percentuali sui salari, un'evoluzione positiva generalizzata dei redditi avrà ripercussioni dirette sulla loro situazione finanziaria. E grazie all'indice misto applicato nell'Avs gli aumenti salariali avranno anche un'incidenza positiva sulle rendite. Così anche chi è in pensione beneficerà della ripresa. Dei miglioramenti generalizzati sono non solo giusti, ma per le persone di una certa età, anche economicamente più efficaci dei privilegi riservati ad una ristretta cerchia.
Per questo bisogna dire che, come da tempo non era il caso, ciò che sarà economicamente determinante per la Svizzera nei prossimi mesi non sarà l'evoluzione della borsa ma quella dei salari. Grazie alla campagna salariale dei sindacati gli interessi della grande maggioranza della popolazione di questo paese ritrovano il posto che gli compete.

* l'autore è presidente dell'Unione sindacale svizzera (Uss)

Pubblicato il

15.09.2006 00:30
Paul Rechsteiner