Quasi il 20% delle donne che lavorano in Svizzera percepisce un salario basso: il doppio rispetto agli uomini. E tra le donne migranti, questa percentuale si avvicina addirittura al 30%. Inoltre le lavoratrici continuano a guadagnare mediamente il 17,5% in meno rispetto agli uomini: nel 45% dei casi si tratta di discriminazioni indirette da ricondurre a fattori come il tipo di lavoro, il ramo professionale o l’età, il restante 55% è discriminazione diretta basata sul sesso e non spiegabile con altri fattori. Sono alcuni elementi che emergono da un nuovo rapporto sui salari femminili pubblicato negli scorsi giorni dal sindacato Unia, a margine della ricorrenza del 14 giugno, giornata dello sciopero delle donne. Un rapporto in cui si rileva anche come, nonostante il persistere della disparità salariale, molte aziende ignorino le direttive fondamentali della legge sulla parità dei sessi, mentre a livello politico la destra lavora ad un’abolizione delle analisi salariali. Nel video una sintesi delle conclusioni del rapporto. |