L’annata elettorale 2003 è decisamente lanciata, sia a livello federale che, per il Ticino, a livello cantonale. E le prospettive per la sinistra sono almeno rosee, se non proprio rosse. Le macerie lasciate dal decennio neoliberista appena concluso sono tanto evidenti quanto ingombranti per chi, con testardaggine pari solo alla sua cecità, continua a inciamparci nella convinzione che è solo da una corsa a briglia sciolta del mercato che verrà la salvezza dell’umanità. A Berna, dopo un’elezione di Micheline Calmy-Rey che sembrava dover consolidare la formula magica, è arrivata la nuova ripartizione dei dipartimenti. La sinistra del Pss considera l’esilio forzato agli esteri di Calmy-Rey come una dichiarazione di guerra da parte di liberali e, soprattutto, democristiani: a questo punto una conferma fra un anno di Ruth Metzler e di Joseph Deiss non è per nulla scontata, se è vero che, dopo le elezioni, “un’alleanza innaturale” fra Udc e Pss potrebbe raccogliere la maggioranza assoluta dei membri dell’Assemblea federale. Per ora però c’è ancora un anno di politica da vivere con alcuni grossi nodi da affrontare, in particolare in materia di socialità. E allora sarà interessante vedere Pascal Couchepin e tutti i radicali alle prese ad esempio con i problemi dell’assicurazione malattie. Soprattutto però ci sarà un Pss molto più libero di difendere le sue tesi di politica sociale: il voto a maggio sull’iniziativa per premi di cassa malati proporzionali al reddito diventerà così un’ottima occasione per profilarsi in vista delle elezioni d’autunno. In Ticino la Conferenza programmatica del Ps di sabato ha evidenziato che, per ora, l’unico progetto politico credibile in alternativa al neoliberal-leghismo da operetta viene dai socialisti. Il Plr ha la stella di Masoni offuscata dalla sua testardaggine, mentre il leghista Borradori, se guarda al partito alle sue spalle, trova il vuoto. Quanto al Ppd, sembra cercare consensi nella destra populista, dimentico che l’imitazione è sempre peggio dell’originale. Insomma, l’occasione per i socialisti ticinesi è di quelle da non perdere, approfittando pure della popolarità della consigliera di Stato, per aumentare la loro forza, in particolare in Gran Consiglio. Ma è un’occasione che deve saper cogliere tutto il Ps, dimostrando di crederci.

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13.12.02

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