Il portaledi critica socialee del lavoro
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Dopo il primo lockdown in tutto il mondo ci si è resi conto che la chiusura prolungata delle scuole aveva avuto delle conseguente estremamente negative sugli alunni, nonostante ciò c’è però ancora chi ne chiede nuovamente la chiusura. Di poche settimane fa lo studio dell’Eth di Zurigo, che dimostrerebbe come la mobilità si riduce considerevolmente quando bambini e ragazzi non vanno a scuola, notizia che, unita alla presenza di casi positivi alle nuove varianti di Covid-19 (inglese e sudafricana) tra gli allievi di alcune scuole in Svizzera, ha riacceso il dibattito. Per ora il Consiglio federale, sulla base delle raccomandazioni della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (Cdpe) e della Swiss National Covid-19 Science Task Force, ha deciso di mantenere la scuola in presenza.Quali sono le conseguenze di una chiusura generalizzata delle scuole? area ne ha discusso con Fabio Camponovo, già docente liceale ed esperto della scuola media ticinese, ora docente di didattica all’università di Friburgo e presidente del Movimento della Scuola.
La pandemia di coronavirus colpisce duramente soprattutto le persone anziane, per la loro fragilità fisica ma anche per non essere protette a sufficienza dalle blande e sempre tardive misure a difesa della salute pubblica sin qui adottate da Cantoni e Confederazione: tant’è che ci è voluta la cosiddetta “variante inglese” del virus per convincere il Consiglio federale a decretare finalmente l’obbligo di home office e le attuali chiusure di ristoranti e commerci, che gli esperti e la logica suggerivano già sin dall’autunno. A pagare un prezzo maggiorato per le scelte scellerate dei governi sono anche le persone povere o che vivono in condizioni socioeconomiche precarie. A rivelarlo è un interessante studio scientifico degli ospedali universitari di Ginevra e del Politecnico di Losanna.
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Il rifiuto padronale di concedere il prepensionamento ai falegnami ha fatto saltare l'accordo sul rinnovo del Contratto collettivo di lavoro. Le responsabilità e le conseguenze di un vuoto contrattuale in un settore da tempo sotto pressione. Senza regole, la concorrenza leale tra imprese non sarà garantita e i lavoratori pagheranno il prezzo più alto. Oltre a una prevedibile crescita della pressione sul mercato cantonale delle ditte estere, anche l'assunzione oggi fortemente limitata di interinali, potrà diventare la regola per abbassare i costi della manodopera. Un falegname qualificato, col ccl, aveva garantita una retribuzione annuale minima di poco superiore ai 65mila franchi. La stessa persona, guadagnerà da interinale 12'500 franchi in meno.
Negli ultimi 16 anni il 27 per cento dei ricorsi al Tribunale federale (Tf) per violazione della legge sulla parità salariale (LPar) sono stati accolti, questo il risultato di uno studio commissionato dall’Ufficio federale per l’uguaglianza fra donna e uomo che ha analizzato 81 sentenze pronunciate tra il 2004 e il 2019.
Otto gennaio 2021, un operaio è deceduto al lavoro. È il primo incidente fatale sul lavoro di quest'anno, che va ad aggiungersi alla triste lunga lista degli ultimi anni. Aveva 54 anni e stava lavorando nel cantiere dell'ex Hotel du Lac di Paradiso. In vista della demolizione dello stabile, l'operaio stava svuotando al piano terra il materiale sgomberato ai piani superiori da altri operai attraverso il vano ascensore. È notizia di ieri (Rsi), che un secondo operaio è indagato per quei fatti. Vi è da chiedersi perché due squadre di operai stessero lavorando contemporaneamente, con una squadra sopra a buttar materiale mentre l'altra era sotto a raccoglierlo. Che vi fosse una certa fretta in quel cantiere è molto probabile, dato che quasi tutti i cantieri dell'impresa per cui l’operaio deceduto lavorava, erano chiusi per le ferie natalizie fino a lunedì 11 gennaio.
Ginevra, luogo simbolo del commercio mondiale di materie prime. Un'attività ad alto rischio. Anche perché, per ottenere le concessioni, i giganti minerari e del trading devono bussare alle porte giuste. Porte che, spesso, in Paesi dove la corruzione è la regola più che l'eccezione, vanno oliate per bene. È quindi simbolico il fatto che, proprio a Ginevra, si è aperto questa settimana uno dei più importanti processi per corruzione legato al mondo opaco delle commodities.
La situazione nell’alberghiero e ristorazione è disperata, sono urgenti contributi a fondo perso, da versare immediatamente alle imprese di tutta la Svizzera. È l’inedito appello congiunto lanciato da sindacati (Unia e Syna) e padronato con le sue associazioni di riferimento GastroSuisse, Hotel & Gastro Union e HotellerieSuisse. «Con questo appello abbiamo voluto lanciare un segnale chiaro e unitario dei partner sociali all’indirizzo del Consiglio Federale» spiega Vania Alleva, presidente nazionale del sindacato Unia. «Se non vengono stanziati immediatamente dei contributi al settore, rischiamo di veder sparire molte aziende e migliaia di posti di lavoro».
Il sindacato Unia chiede una via d’uscita solidale dalla crisi sociale e sanitaria e lancia un appello alla politica e alle autorità ad agire finalmente «con decisione», prendendo «immediatamente tutte le misure necessarie al contenimento della pandemia» e facendo in modo «che non siano i lavoratori e le persone socialmente svantaggiate a pagare il conto della crisi», si legge in una presa di posizione del Comitato centrale in cui si formulano sette rivendicazioni. In attesa delle prossime decisioni del Consiglio federale, che dovrebbero giungere in concomitanza con l’uscita di questo giornale, area ha sentito la presidente nazionale di Unia Vania Alleva.
«Decine di lavoratori, tra cui numerosi residenti, si son visti la propria esistenza drammaticamente peggiorare perdendo il lavoro a causa della vostra interpretazione della legge sulle attività private d’investigazione e sorveglianza. Un’interpretazione legale, ricordiamo, da noi contestata. Vi chiediamo dunque di sospendere questa prassi immediatamente, almeno nei casi di chi sta già lavorando in Ticino quale agente di sicurezza». Mittenti della missiva, i sindacati Unia e Ocst, mentre il destinatario è Norman Gobbi, capo del Dipartimento delle istituzioni. Riepiloghiamo i fatti per cui decine di persone abbiano perso il lavoro non a causa del Covid, ma per decisioni delle autorità competenti.
Tra le rose e le viole è il titolo di una filastrocca che Porpora Marcasciano, quando andava all’asilo, sognava di poter cantare insieme alle altre bambine. Porpora non poteva però entrare nel girotondo insieme alle altre bimbe, perché le suore non glielo permettevano: lei aveva le fattezze da maschietto e quel girotondo le era quindi precluso. Tra le rose e le viole è anche il libro che Porpora Marcasciano ha pubblicato nel 2002 per Manifestolibri, raccogliendo gli entusiasmi di critica e pubblico, e che oggi è di nuovo in libreria grazie alla casa editrice Alegre.
Inquinamenti industriali, contaminazioni ambientali, traffici di rifiuti, discariche abusive: è il retaggio lasciato nel Nord Italia da un’imprenditoria malata, spesso collusa con la criminalità organizzata. Tutto questo è raccontato – e fotografato – in un recente, bellissimo, libro intitolato “La terra di sotto” (Penisola Edizioni).
Stiamo assistendo ovunque a un aumento della precarietà e della povertà, la pandemia sta mettendo al tappeto chi prima ce la faceva a fatica. I giovani, che già negli scorsi anni stentavano a trovare un posto di apprendistato o un lavoro dopo la formazione, con interi settori colpiti più o meno duramente da questa crisi pandemica, si trovano di fronte a un ulteriore ostacolo e non tutti reggono il colpo.
Ci si contagia al lavoro? Esistono delle categorie professionali dove si registra una maggiore concentrazione di contagiati? Le autorità cantonali e federali non vogliono saperlo, o non lo dicono. A giugno avevamo posto la domanda all’Ufficio del medico cantonale ticinese, poiché dal 4 maggio avevano cominciato a registrare anche il dato della professione dei positivi al Covid. «I dati sono troppo bassi per fare delle statistiche rappresentative della situazione» aveva risposto l’autorità cantonale, precisando che qualora i numeri fossero disgraziatamente aumentati, avrebbero adeguato l’informazione. Purtroppo, in autunno i numeri sono tornati a crescere trasformandosi in una seconda ondata pandemica. Abbiamo dunque risollecitato l’autorità cantonale sulla statistica dei contagi in relazione alla professione. «Questa statistica non viene fornita».
Si può fare una rivoluzione senza il mondo del lavoro, semplicemente ignorandolo, riducendolo a pura variabile dipendente dell’impresa? Si direbbe di sì, è il commento del segretario della Cgil Maurizio Landini che ha letto e riletto la bozza stilata dal presidente Conte sull’utilizzo dei 209 miliardi di euro destinati all’Italia dall’Unione europea.
Ci sono novità dal fronte giudiziario per quanto riguarda la vicenda Uber in Svizzera. La multinazionale ha infatti deciso di non presentare ricorso contro una sentenza del Tribunale cantonale del Canton Vaud che ha riconosciuto lo status di dipendente di un ex conducente di una filiale Uber. Questa settimana la sentenza è così entrata in giudicato.
Un ripensamento apprezzato. Contrariamente all’idea iniziale, 4424 collaboratori dell’Ente ospedaliero cantonale riceveranno una gratifica straordinaria di 500.- franchi. In principio, i vertici dell’Ente volevano destinare ai progetti migliorativi l’intera somma, ma le pressanti richieste del personale di destinare almeno parte delle donazioni in una gratifica, li hanno indotti a cambiare idea. La comunicazione odierna della gratifica, ben accolta, non cancella però i problemi strutturali vissuti quotidianamente dal personale dell’Ente pubblico sanitario.
La crisi provocata dal coronavirus ha aumentato povertà e precarietà in Svizzera. Per le persone senza passaporto, la situazione è ancora peggiore perché vivono nell’insicurezza a causa della nuova Legge sugli stranieri entrata in vigore nel 2019. Il fatto di percepire delle prestazioni sociali è sempre più spesso una ragione per revocare o negare il permesso di soggiorno.
«Quando abbiamo ripreso a lavorare dopo il lockdown, ci era stata prescritta una lunga serie di norme sanitarie da rispettare. Ma sono durate poco. Mascherine e disinfettante ci vengono regolarmente forniti, ma il lavoro a bassi ritmi quale logica conseguenza del rispetto delle norme sanitarie, non esiste più da tempo. Anzi, dalla ripresa stiamo facendo molte più ore dello scorso anno, quando il Covid non c’era e già si pedalava un sacco. Non c’è dubbio che nella seconda ondata autunnale, l’economia prevalga sulla salute. Di facciata le regole esistono, ma nella pratica quel che conta è lavorare. Di chiudere non se ne parla più. L’unica cosa da chiudere velocemente è il cantiere per passare a quello successivo, che ancor prima d’iniziarlo è già in ritardo». racconta Claudio*, operaio a contratto indeterminato e attivo da decenni nella pavimentazione ticinese.
L’inchiesta del quotidiano romando Le Temps sugli abusi alla Rts ha scoperchiato il vaso di Pandora sulla questione molestie sessuali, mobbing, bossing e abusi sul posto di lavoro. Le reazioni di condanna a questi atti da parte della Ssr non si sono fatte attendere, Ssr che assicura di voler fare chiarezza al suo interno. Pure alla Rsi il sindacato svizzero dei media (Ssm) si è subito mosso per permettere al personale di segnalare, anche in forma anonima, eventuali casi di questo tipo. Fino ad ora le segnalazioni ricevute sono quasi una quarantina.
L’Iniziativa multinazionali responsabili si è infranta conto lo scoglio dei Cantoni conservatori. Pur ottenendo la maggioranza del voto popolare (50,7%), il testo è stato accettato solo da una minoranza di Cantoni (8,5). L’iniziativa non entrerà quindi in vigore. Di questo risultato e dell’accesa campagna ne abbiamo discusso con l’ex senatore ticinese Dick Marty, copresidente del comitato dell’iniziativa.
A come Arancione
Alle finestre, sui balconi o nei giardini: le bandiere arancioni dell’Iniziativa hanno colorato la Svizzera come non mai. Il risultato premia e rattrista le migliaia di volontari di quella che è stata la più grande campagna politica della società civile. Come l’onda viola dello sciopero delle donne anche l’onda arancione non potrà essere ignorata.
Il Ticino, pesantemente colpito dalla pandemia sia per contagi che economicamente, non ha adottato misure economiche a sostegno della popolazione, restando in attesa di veder quel che faceva Berna. Altri cantoni si son già mossi rapidamente. Con l'ordinanza federale sui "casi di rigore, la situazione potrebbe cambiare. «Che nessuno sia lasciato indietro» auspica Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di Unia
Napoli è Diego Armando Maradona. San Gennaro dei miracoli scioglie il suo sangue, Diego la mano de Dios con i suoi miracoli scalda il sangue nelle vene di un popolo intero, lui stesso si scioglie nel “suo” popolo, quello della Boca e di Caminito così come quello di Mergellina e del carcere minorile di Nisida.
L'atteso processo di Alieu Kosiah, il cittadino liberiano accusato di crimini di guerra per le molteplici atrocità commesse in Liberia in qualità di comandante di un gruppo armato, è iniziato questa mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona (Tpf). Il dibattimento ha però preso il via senza l'assenza di coloro che affermano di essere le vittime delle atrocità commesse nella seconda metà degli anni novanta. Ecco il punto della situazione di un processo che, comunque vada, è già stato definito "storico".
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