Il portaledi critica socialee del lavoro
di
Il lavoro è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione dei cineasti svizzeri. E non stiamo parlando del mestiere di contadino, di cui abbondano rappresentazioni cinematografiche, a volte un po’ edulcorate, ma delle professioni che abbiamo imparato finalmente a definire come essenziali. La pandemia, la crisi ambientale, la trasformazione digitale, la precarietà e l’insicurezza hanno contribuito a questo rinnovato amore tra settima arte e lavoro.
L’anno scorso in Svizzera sono morte 72 persone, spesso giovani, in attesa di un trapianto d’organo che avrebbe consentito loro di continuare a vivere. E solo 587 pazienti su 1.434 in lista sono stati trapiantati. Sono dati che ben raccontano come nel nostro paese il numero di donatori sia insufficiente e che giustificano il cambiamento di sistema che sarà sottoposto al popolo svizzero il prossimo 15 maggio: una modifica della Legge sui trapianti che introduce il principio del cosiddetto consenso presunto (ma con la garanzia del coinvolgimento dei familiari), secondo cui chi non intende donare i suoi organi alla propria morte lo deve dichiarare esplicitamente quando è ancora in vita. In pratica si rovescia il modello attualmente in vigore che permette la donazione solo se la persona vi aveva acconsentito in vita con un atto esplicito (tessera di donatore, testamento biologico eccetera) o se lo decidono i congiunti sulla base della sua volontà presunta.
Ultime rubriche
Tutte le rubriche
Lo scorso giovedì durante la conferenza stampa sul fallimento della procedura di conciliazione della vertenza Divoora (qui l'articolo), il segretario regionale di Unia Giangiorgio Gargantini ha rivolto un appello ai sindaci dei quattro maggiori centri urbani ticinesi. «Chiedete il rispetto di chi lavora nelle vostre città». area ha girato la domanda ai diretti interessati. Ecco le loro risposte.
Ce n’è per tutti i gusti. Il venditore, il cuoco, la postina, l’autista, l’agente di sicurezza, il tecnico radiotelevisivo, il grafico, il giornalista, l’architetta e un’infinità di mestieri in cui la gratuità del lavoro si annida. Da stipendiato o indipendente, nel pubblico o nel privato, chiunque potrà riconoscersi leggendo le testimonianze contenute nel libro appena uscito “La gratuità si paga” dal sottotitolo “Le metamorfosi nascoste del lavoro” (Edizioni Casagrande) dei professori della Supsi Christian Marazzi, Spartaco Greppi e Samuele Cavalli (collaboratore dell’Unione sindacale svizzera).Capire come stanno rubando tempo e denaro in un lavoro radicalmente trasformatosi, è il primo passo per cambiare le cose.
Arrivati in Svizzera e accolti con grande partecipazione emotiva, ora gli ucraini entrano nella fase dell’integrazione. Per l’economista Sergio Rossi si profilano sfide importanti per riuscire ad assorbire i rifugiati nel mercato del lavoro, mentre Giangiorgio Gargantini richiama al rispetto dei contratti per evitare casi di concorrenza sleale e dumping.
Per impedire tagli nel settore sociosanitario, nella scuola e nella formazione in generale, nella ricerca universitaria, nella cultura e nei servizi fondamentali come giustizia, sicurezza e trasporti pubblici, il 15 maggio dovremo respingere il decreto legislativo che vuole imporre il pareggio economico entro dicembre 2025 unicamente diminuendo le spese dello Stato. Un attacco senza precedenti al servizio pubblico e alla democrazia.
L’eccitazione virile scatenata dalla guerra trascina politica e media in un trip che non risparmia niente e nessuno. Neppure il 25 aprile, festa della Liberazione dai nazifascisti. La caccia al nemico scavalca le frontiere ucraine e sbarca a casa nostra: chiunque condanni la politica criminale di Putin e l’invasione russa schierandosi con le vittime della guerra ma al tempo stesso si preoccupi del rischio di estensione della guerra, cioè della catastrofe mondiale e chieda soluzioni politiche, diplomatiche, tregua e trattative, è un traditore, un servo di Putin. Dissentire dall’invio di armi a Kiev equivale, paradossalmente, all’ingresso in guerra dalla parte dell’aggressore. Ricordare gli 8 anni di guerra nascosta nel Donbass e le altre cento guerre nel resto del mondo è esso stesso un crimine di guerra, è intelligenza con il nemico.
Ultimi giorni di campagna “catartici”, come spera il presidente-candidato Emmanuel Macron, per mettere in scena le “passioni tristi” del risentimento e della rabbia, prima di tornare alla ragione oppure vigilia di una svolta storica tragica, che con una vittoria di Marine Le Pen cambierebbe il volto non solo della Francia ma farebbe traballare la Ue, ponendo la Francia tra i Paesi “illiberali” accanto a Ungheria e Polonia?
Visions du Réel di Nyon è la kermesse dedicata al meglio del documentario mondiale. Si tratta infatti di uno dei festival cinematografici di punta nel contesto svizzero e tra i più apprezzati a livello internazionale.
La questione dell’ultranazionalismo ucraino è stata strumentalizzata ad arte da Putin per giustificare l’invasione dell’Ucraina, ma un problema legato alla presenza di gruppi armati di estrema destra esiste, anche se non ai livelli dichiarati dal presidente russo. Per capirne l’effettiva natura, l’influenza che hanno avuto e hanno nel Paese e l’ampiezza del fenomeno, area ha intervistato Matteo Zola, giornalista, direttore responsabile di East Journal ed esperto di Europa centro-orientale e area post-sovietica.
Buoni propositi per il futuro? Lugano butta le carte in tavola e dal mazzo esce la carta matta, che non si chiama più jolly, ma bitcoin. La Città punta in alto: vuole diventare la “capitale europea delle criptovalute”. Diventiamo moderni: che si paghino imposte e tasse con i soldi virtuali, mentre si parla di progetti di milioni e milioni di franchi per attrarre sul territorio start-up del settore. Giochi d’azzardo o giochi sensati?
Ucraina e Russia producono circa il 30% del grano mondiale. Con la guerra, le catene d’approvvigionamento sono bloccate e ora si teme che i raccolti ucraini del 2022 siano in buona parte compromessi e che quelli russi siano soggetti a restrizioni. Le conseguenze si sono già fatte sentire con una forte impennata dei prezzi. In Svizzera e nell’Unione europea c’è chi chiede di aumentare le produzioni per far fronte a eventuali penurie. Da temere, però, sono soprattutto le speculazioni e un modello agricolo sempre più intensivo e dipendente dai combustibili fossili.
Le terribili immagini e notizie provenienti da Bucha, dove le truppe russe avrebbero ucciso civili a freddo per poi lasciare i loro corpi in strada, cambiano molte cose. O forse no. Questi morti, al momento ritenute credibili da molti esperti di internazionali di fact-checking, rendono Putin un criminale peggiore. E questo complica le cose. Come si fa a negoziare con un criminale di guerra? E come si punisce la Russia in maniera più efficace di quanto non fatto fino a oggi senza però rischiare un’escalation militare che coinvolga altri Paesi?
La grande solidarietà popolare in Europa e Svizzera e la rapida risposta istituzionale di accoglienza nei confronti dei profughi ucraini, contrasta con l'indifferenza e il trattamento riservato nel recente passato ad altri profughi in fuga da guerre. Dei politici nazionali chiedono di rimpatriare dei richiedenti l'asilo in Svizzera per far posto agli ucraini. Dalle associazioni di aiuto ai migranti sul territorio nazionale, cerchiamo di capire se vi siano dei segnali in questo senso, per addentrarci sulle differenze di trattamento riservate in Svizzera ed Europa ai profughi, a seconda da quale guerra arrivino.
La Rilevazione svizzera della struttura dei salari prodotta dalla statistica federale presenta una fotografia impietosa dell'evoluzione dello delle paghe nell'ultimo decennio. Il salario mediano in Svizzera è cresciuto di 400 franchi in dieci anni. Quaranta franchi all’anno. Neanche sufficiente a coprire l’aumento annuale dei premi di cassa malattia. In Ticino il salario mediano nel privato è cresciuto di 18 franchi l’anno, 188 franchi in dieci anni. Dati in netto contrasto con i proclami di enti rinomati, che solo nel 2018 glorificavano la crescita economica cantonale e la "miracolosa" creazione di posti di lavoro. Sul fronte dei patrimoni invece, lo 0,32% dei contribuenti in Svizzera ha visto crescere la loro fortuna di 270,5 miliardi in otto anni.
Il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny è stato condannato ieri, mercoledì 6 aprile, dalla Corte di Assise di Napoli a tre anni e sei mesi di carcere per omicidio colposo in relazione alla morte per amianto di un ex operaio della Eternit di Bagnoli. La pubblica accusa sosteneva la tesi dell’omicidio intenzionale. Per l’ex patron dell’Eternit, si tratta indubbiamente di un bello “sconto di pena”, ritenuto che la Procura di Napoli aveva chiesto una pena di 23 anni e 11 mesi di reclusione, sostenendo la piena consapevolezza dell’imputato.
Il 15 maggio a Zurigo si voterà sull’introduzione della Züri City Card, o meglio, di un credito per metterne a punto la realizzazione. Si tratta di documenti di riconoscimento cittadini per tutta la popolazione che permettono, anche a chi non possiede il permesso di soggiorno, di ovviare ai controlli delle autorità di polizia e di usufruire di servizi di diversa natura. Se a maggio il popolo confermerà quanto vuole il governo cittadino, Zurigo diventerebbe la prima città in Europa ad avere un documento del genere.
La sera del 28 novembre 2021, infermiere e infermieri scoprono di godere di un vasto sostegno popolare in Svizzera. L’iniziativa «Per cure infermieristiche forti» votata nel fine settimana ha ottenuto il 61% di “Sì” in una delle votazioni più partecipate da quando esiste la democrazia diretta. Seppur soddisfatte, la vittoria alle urne non rassicura le infermiere. Per accompagnare l’articolo costituzionale verso la sua realizzazione è nata Walk of care in Ticino, un’iniziativa partita dal basso, da una ventina d’infermiere e infermieri attivi nel Cantone che propone una prima camminata nelle strade di Locarno il prossimo mercoledì 6 aprile, con partenza da Piazza San Francesco alle ore 16.30.
Negli ultimi anni è diventato chiaro a tutti che tra le ragioni di fuga da molti paesi in via di sviluppo, ci sono spesso anche motivi legati alla discriminazione o addirittura alla violenza di genere. Le violenze sessuali e sessiste, spesso anche in ambito domestico, i matrimoni forzati, le mutilazioni genitali, le situazioni di schiavitù, le limitazioni delle libertà fondamentali, addirittura il rischio di morte, previsto da alcune legislazioni, o di pene detentive sono tra le cause che spingono numerose donne e persone di orientamento Lgbtiqa+ a fuggire dal proprio paese per cercare rifugio in Europa. La petizione femminista europea (www.feministasylum.org), appena lanciata in Svizzera e in buona parte dei paesi europei, appoggiata anche dal sindacato Unia, intende fare pressione sulle autorità e sensibilizzare la popolazione rispetto al tema.
Una giustizia dal sapore amaro. Sette anni d’attesa per il verdetto della prima istanza, confermato dal Tribunale amministrativo cantonale l’anno successivo, pochi giorni fa. Sentenze in cui viene riconosciuto il licenziamento abusivo di tre operai quale ritorsione per aver partecipato a uno sciopero «legittimo». La Graniti Maurino di Biasca è stata quindi condannata al versamento di oltre 52mila franchi ai tre lavoratori difesi dal sindacato Unia.
Dalla guerra ne usciremo con le ossa rotte. Il popolo ucraino in modo particolarmente drammatico, ma anche quello russo, europeo e mondiale ne usciranno male. I popoli non vincono mai le guerre, ma dalle macerie si dovrà ripartire. S’imporranno delle scelte di società fondamentali che delineeranno il futuro. Tra i tanti temi imposti dall’invasione russa, spicca la questione energetica. Riscommettere sui fossili e il nucleare o decidere per una svolta radicale ambientale?
Due anni fa la nostra quotidianità era appena stata stravolta con il primo lockdown e la pandemia è entrata materialmente in tanti edifici, ma a livello simbolico si è infilata in tutte le case del mondo. Il Covid ha portato a ripensare il nostro modo di abitare, che ora reclama nuovi significati, come indica un primo rapporto della Commissione federale dell’alloggio. «Abbiamo l’opportunità di cambiare in meglio il nostro modo di fare casa, contribuendo a cambiare il mondo: curando il locale, si difende il territorio, e si hanno risultati globali» ci spiega l’architetto locarnese Michele Arnaboldi, cattedra all’Accademia di Mendrisio, che già immagina pomodori e insalatine crescere su balconi e tetti.
Dopo Alexey Mordashov, un altro magnate russo dell’acciaio legato al Ticino è finito nella lista delle sanzioni svizzere e europee: si tratta di Viktor Raschnikov, proprietario del colosso siderurgico Mmk di Magnitogorsk che controlla la Mmk Steel Trading di Lugano.
Due oligarchi russi finiti sotto sanzione figurano tra le prime dieci fortune della Svizzera. Un terzo è finito nelle nuove sanzioni europee. Altri miliardari vicini al Cremlino hanno investito in alcuni fiori all’occhiello dell’industria elvetica. La Confederazione è inoltre la principale piattaforma mondiale del commercio di materie prime estratte in Russia. Dati, questi, che ci danno una fotografia di come l’economia svizzera sia stata infiltrata da uomini vicini a Vladimir Putin che qui hanno trovato il luogo ideale per vivere e coltivare affari.
Chi decide di dichiarare guerra al “nemico”, nel nostro caso la Russia, dovrebbe prima ascoltarlo, per capire meglio chi è e dunque imbracciare l’arma giusta per combatterlo. Anche chi sostiene le ragioni di Putin, convinto che il nemico non è lui ma l’altro, quello che parla una lingua vicina all’inglese e fa guerra per interposta Ucraina, dovrebbe sapere bene chi è colui che difende. Altrimenti si combatte, di qua o di là della barricata, solo perché si ha uno spasmodico bisogno di avere un nemico.
Abbonarsi alla versione cartacea di AREA costa soltanto CHF 60.—VAI ALLA PAGINA
Quindicinale di critica sociale e del lavoro
Pubblicata
Sindacato Unia
Claudio Carrer
Francesco Bonsaver
Raffaella Brignoni
Federico Franchini
Veronica Galster
Mattia Lento
Tariffe pubblicitarie
T. +4191 912 33 80info@areaonline.ch
T. +4191 912 33 80Formulario online
Impressum
Privacy Policy
Cookies Policy
© Copyright 2019