L'editoriale
La logica della parità al ribasso

di

Per far fronte a una situazione finanziaria definita “delicata” (nonostante l’ottima salute delle finanze pubbliche elvetiche), il Consiglio federale ha annunciato per i prossimi anni un giro di vite e sta preparando una serie di misure di risparmio. Una di queste prevede tagli alle rendite per le vedove, sulla cui pelle il governo conta di risparmiare un centinaio di milioni di franchi all’anno. Ancora una volta, oltretutto in contemporanea con un aumento del budget dell’esercito di 600 milioni e con politiche fiscali sempre più favorevoli ai grandi operatori economici, si chiamano alla cassa le persone più fragili e in difficoltà. Ma l’aspetto più paradossale è il contesto in cui nasce questa ipotesi di riforma delle rendite di vedovanza, che è quello della necessità di superare una disparità di trattamento tra uomini e donne, oggetto lo scorso ottobre di una condanna della Svizzera da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu).

Leggi l'articolo

Pubblicato il

08.03.23

L'ultima edizione

8 Marzo 2023

Ultime rubriche

Lavoratrici e lotta
Il Collettivo della badanti di Unia, nato dieci anni fa, sognando il Ccl, prende posizione sulla situazione delle colleghe scappate dalla guerra, intendendo fare rete attorno a loro

di

Le badanti in Ticino hanno fatto la storia della lotta contro lo sfruttamento e si sono contraddistinte per la tenacia nella conquista dei loro diritti.

 

A dieci anni dalla costituzione del collettivo, che riunisce le lavoratrici del settore, sono tornate per ricordare le tappe della loro sindacalizzazione e per segnalare i problemi: alcuni vecchi, altri nuovi. «Con l’arrivo delle ucraine, occorre riorganizzarsi, perché abbiamo colleghe doppiamente sfruttate: per lo stato d’indigenza e per la guerra. Accettano salari da fame, che fanno male a loro e danneggiano l’intera categoria».

E cosi si aggiunge un nuovo capitolo alla storia del collettivo delle badanti nato su spinta delle immigrate polacche.

 


 

Leggi l'articolo

Pubblicato il 

16.03.23
Politica educativa
Cresce nella Svizzera tedesca il disagio nei confronti del sistema formativo e a Basilea gli insegnanti chiedono di tornare al passato

di

L’appuntamento è nel quartiere basilese di Matthäus in una fredda sera di qualche settimana fa. Ci ritroviamo come ospiti-stampa nella cantina dell’abitazione di Rocco Burdino – per decenni militante del Pci e delle Colonie libere in Svizzera – adibita a sala riunioni.

Insieme a lui ci sono una dozzina di persone, tutte quante con un lungo passato di attivismo politico nell’ambito della comunità italiana in Svizzera. Tra queste persone c’è anche Dario Mordasini, militante tra le fila dei pensionati Unia, che coordina questo gruppo informale chiamato “5 dicembre”.

 

Il tema della serata è un’iniziativa che potrebbe provocare un terremoto nel sistema scolastico basilese e fare da apripista per riforme simili in altri cantoni. Si chiama Förderklassen-Initiative (Iniziativa per classi di sostegno) e chiede sostanzialmente di tornare indietro di qualche anno nell’ambito dell’organizzazione del sistema scolastico locale, ovvero di ripristinare delle classi separate e a numero ridotto per una parte degli scolari con difficoltà di apprendimento e di socializzazione.

 

L’iniziativa in sé non stupisce – sappiamo che alcune fasce della popolazione di orientamento borghese sono molto critiche nei confronti della scuola inclusiva – ma il fatto che a proporla siano gli insegnanti stessi attraverso l’associazione di categoria Freiwillige Schulsynode Basel-Stadt ha sorpreso addetti ai lavori e media.

Leggi l'articolo

Pubblicato il 

16.03.23
Economia

di

Oltre un anno dopo la guerra lanciata dalla Russia all’Ucraina la situazione militare sul terreno resta incerta. Al contrario, alcuni dati economici parlano chiaro: nel 2022 i commercianti e i produttori di materie prime – in particolare di petrolio, gas e carbone – hanno ottenuto utili da capogiro.

Pubblicato il

14.03.23
14 giugno 2023

di

Le donne sono pronte. Non sarà un esercizio di stile, non un palco dove gorgheggiare slogan, ma la presa delle piazze svizzere per rivendicare la restituzione di ciò che appartiene loro e che da sempre gli viene rubato: il tempo, l’organizzazione della propria vita senza dover pensare a soddisfare prima i bisogni altrui, il denaro, frutto del lavoro. Si parte verso lo sciopero del 14 giugno 2023 con il manifesto di rivendicazioni puntuali, votato sabato 4 marzo a Friborgo nel corso delle assise femministe nazionali.

«Siamo donne, lesbiche, intersessuali, trans o non binarie, con o senza partner, con o senza figli; siamo sane o malate, viviamo con o senza disabilità fisiche e mentali, siamo giovani, adulte, anziane; siamo nate e cresciute in Svizzera o in un altro paese, apparteniamo a culture diverse e abbiamo origini diverse; siamo studentesse, impiegate, lavoratrici autonome, pensionate o disoccupate, lavoratrici del sesso, migranti e rifugiate. E chiediamo a tutte di partecipare allo sciopero femminista del 14 giugno 2023!».

 

Pubblicato il

10.03.23
Lavoro & Dignità

di

Ottanta posti di lavoro cancellati per cieca cupidigia manageriale. Il problema della fabbrica non sono gli ordinativi. Sono pieni fino a settembre. La delocalizzazione decisa dai manager è puramente economica. Risparmiare sui salari elvetici sostituendoli con manodopera messicana malpagata. Un calcolo teorico che non tiene conto della pratica, spiegano all’unisono operai, dirigenza e sindacato Unia. Per produrre quei pezzi di microelettronica ad altissima precisione, non basta trasferire i macchinari. Bisogna sapere farli andare. A perderci anche il tessuto industriale ticinese, sempre più impoverito a livello qualitativo. Interpellati da area, al Dipartimento dell'Economia ritengono che non sia un problema.
 


Pubblicato il

08.03.23
Femminismo

di

La Giornata internazionale della donna non è solo una festa, ma è l’occasione per ricordare la discriminazione strutturale che grava sulle spalle delle donne, ogni giorno dell’anno. In Svizzera, quest’anno, è anche una tappa fondamentale di avvicinamento al terzo grande sciopero delle donne del 14 giugno che promette di essere un’altra giornata storica per la classe lavoratrice elvetica e per le battaglie di genere di un paese dove il cammino verso la parità procede a passi da lumaca.

Pubblicato il

08.03.23
Violenza di regime

di


Donna, vita, libertà. Fatelo sentire da ogni parte del mondo, anche dal Ticino, che la rivolta della popolazione femminile in Iran è anche la vostra. Fatelo sentire oggi, nella giornata dedicata alle donne, che siete tutti con Mahsa, con le ciocche di capelli al vento e unitevi al corteo solidale e femminista in programma a Bellinzona.

«Nessuna bandiera di partito, solo i colori dell’Iran!». L’invito è chiaro: niente strumentalizzazioni politiche, ma volontà di partecipazione. Nella giornata dell’8 marzo, dedicata internazionalmente alle donne, non per portare loro le mimose, ma per sostenerle nel percorso del raggiungimento dei pieni diritti, oggi a Bellinzona si ricorderà Mahsa e la lotta delle giovani iraniane. Dalla stazione, alle 17.30, partirà un corteo in direzione di piazza della Foca con striscioni di solidarietà per dare poi voce, una volta davanti alla sede del governo ticinese, alla situazione in Iran.

E buon 8 marzo a tutte…

 

Pubblicato il

07.03.23
Economia

di

«Tra Russia e Ucraina facevamo tra i 20 e i 25 milioni di margine all'anno solo nell’acciaio. E questo è un business che facciamo in conto di non avere più. È possibile recuperare su altre fonti, ma non sarà facile». Così spiegava all’emissione Falò l’impatto della guerra in Ucraina l’imprenditore Bruno Bolfo, fondatore del gruppo Duferco. La realtà dei fatti, per l’imprenditore ligure basato a Lugano, non si è però rivelata così complicata. Nel 2022, la sua Duferco Partecipations Holding (Dph) – la holding lussemburghese che controlla le sue partecipazioni nei settori dell’acciaio, del gas, dell’elettricità e del commercio marittimo – ha fatto registrare un utile netto record: 385 milioni di dollari, più 47% rispetto al già ottimo 2021.

Pubblicato il

07.03.23
Lavoro&Dignità

di

Alla comprensibile amarezza, è la frustrazione il sentimento dominante che accomuna operai e dirigenza aziendale della Tri-star Elettronic di Bioggio. Il problema della fabbrica non sono gli ordinativi. Sono pieni fino a settembre. La delocalizzazione decisa dai manager del gruppo Carlisle, proprietaria dal 2011 della fabbrica ticinese, è puramente economica. Risparmiare sui salari elvetici sostituendoli con manodopera messicana malpagata. Un semplice calcolo teorico che non tiene conto della pratica, spiegano all’unisono operai, dirigenza e sindacato Unia. Per produrre quei pezzi di microelettronica ad altissima precisione destinati in particolare all’industria aeronautica, non basta trasferire i macchinari. Bisogna sapere farli andare.

Pubblicato il

06.03.23
Italia

di

Elena Ethel Schlein – Elly – ha vinto la sua sfida impossibile ed è diventata segretaria del Partito democratico nel quale era rientrata da pochi mesi, giusto il tempo necessario per farsi la campagna elettorale coinvolgendo donne e giovani iscritti e non iscritti. Nelle urne allestite per le primarie, contro ogni previsione e soprattutto rovesciando il voto dei soli iscritti che avevano scelto in massa il potente presidente dell’Emilia Romagna, ha sconfitto lo sfidante Stefano Bonaccini.

Pubblicato il

27.02.23

Ancora increduli, rattristati e indignati per la decisione del Consiglio di Stato ticinese di negare al nostro fratello e compagno Arlind Lokaj il diritto di continuare a vivere nel paese dove è nato, dove ha la sua mamma, la sua ragazza e i suoi amici più fraterni e dove tra pochi mesi potrebbe incominciare un apprendistato, gli “Amici di Arlind” lanciano un accorato appello a tutta la popolazione ticinese affinché si mobiliti in favore di questo bravo ragazzo di soli 17 anni che non ha mai fatto del male a nessuno ma che il nostro Governo vorrebbe espellere dalla Svizzera e rispedire in Kosovo, nel suo paese di origine dove però non ha più alcun punto di riferimento.

 

Perché non dare ad Arlind la possibilità di vivere una vita normale in Ticino invece di cacciarlo in un tunnel di cui non si vede l'uscita? Solo perché secondo la legge la domanda per il ricongiungimento familiare è stata presentata tardivamente? Chiediamo umilmente ai cittadini ticinesi di rispondere a queste domande e di provare anche solo per qualche minuto a calarsi nei panni di un Arlind o in quelli del genitore di un Arlind. Tutti coloro che proveranno un sentimento d'indignazione per la decisione del Consiglio di Stato, sono invitati/e a partecipare ad una


Manifestazione di protesta

ARLIND È UNO DI NOI E CON NOI DEVE RESTARE!

martedì 15 aprile alle 17.30

a Bellinzona -Piazzale della Posta-


 

Pubblicato il 

10.04.14
La vignetta

Abbonarsi alla versione
cartacea di area costa
solo 60 franchi!