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Un’imposizione minima delle imprese multinazionali che realizzano miliardi di profitti sfruttando i privilegi dei paradisi fiscali come la Svizzera è attesa da anni ed è auspicabile per la giustizia sociale in Svizzera e nel mondo. Ma la cosiddetta “Riforma fiscale Ocse” su cui il popolo elvetico voterà il 18 giugno, non persegue questo obiettivo, contrariamente a quanto tentano di farci credere il Consiglio federale, i partiti borghesi e le associazioni economiche come Economiesuisse e Swiss Holdings. La prevista imposta minima sarebbe anzi causa di maggiore ingiustizia fiscale.
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A due anni dalla bocciatura alle urne della legge sulla CO₂, il clima torna al centro del dibattito politico. Il prossimo 18 di giugno si voterà per approvare o meno la legge sul clima e sull’innovazione (LOCli), un controprogetto indiretto del Parlamento all’iniziativa popolare “Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)”. La legge, contro cui l’Udc e la destra economica hanno promosso con successo un referendum, intende contribuire a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e ridurre la dipendenza della Svizzera dalle importazioni di energia e rafforzare la protezione del clima. Della legge, ma anche della politica climatica in generale, così come dell’operato del nuovo responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec), l’Udc Albert Rösti, ne abbiamo parlato con Greta Gysin, consigliera nazionale ticinese per i Verdi.
È una sentenza storica quella pronunciata oggi pomeriggio – primo giugno 2023 – dal giudice Olivier Thormann della Corte d’appello del Tribunale penale federale (TPF). Alieu Kosiah, ex capo comandante delle milizie liberiane dell’ULIMO (United Liberation Movement of Liberia for Democracy), è stato condannato a 20 anni di prigione per crimini contro l’umanità. L’uomo è ritenuto colpevole di avere ucciso e fatto giustiziare dei civili oltre che di aver violato le leggi di guerra durante il sanguinosissimo conflitto civile in Liberia fra il 1993 e il 1995.
Il 7 giugno la Corte d’Assise di Novara emetterà la sentenza del processo relativo alla morte per mesotelioma pleurico di 392 persone di Casale Monferrato (Alessandria) a causa dell’amianto immesso negli ambienti di lavoro e di vita dalla Eternit. Alla sbarra l'ex proprietario, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, che è accusato di omicidio volontario. In vista di questo importante verdetto, abbiamo raccolto le testimonianze di alcune vittime dell’amianto. Tra loro c’è Daniela, una donna malata ma solare e combattiva, che ci racconta della sua malattia e del suo stato d’animo e che esprime il desiderio di parlare con l’imputato.
Vi sono luoghi del mondo all’apparenza lontani, ma uniti da relazioni pressoché invisibili. È impercettibile, ad esempio, il filo che unisce il Ticino e il Sudan. Un cantone svizzero da un lato e, dall’altro, un paese africano, teatro da oltre un mese di sanguinosi scontri: niente sembra unire queste due terre. Eppure, in filigrana, un sottile filo d’oro lega inesorabilmente una raffineria ticinese ad uno dei protagonisti di questa nuova guerra africana: il generale Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemeti. Certo, il legame non è diretto. I sentieri dell’oro sudanese sono tortuosi e, prima di arrivare in Svizzera, fanno sponda a Dubai, centro nevralgico di questo commercio opaco. Una triangolazione volta a far perdere le tracce, come fanno dalla notte dei tempi gli abitanti del deserto. Nell’era della globalizzazione, però, non tutto può essere cancellato.
La testimonianza di una venditrice in conflitto con il suo diretto superiore per una questione di genere: «Non piace la mia sicurezza e, per paradosso, la mia professionalità invece di essere valorizzata è punita».
Alessandro Speziali è all'origine delle modifiche alla nuova legge vendita cantonale sulle quali si voterà il 18 giugno in Ticino. Il raddoppio del limite di superficie per aprire sette giorni su sette quasi tutto l'anno, è una delle modifiche proposte dalla mozione Speziali. Quasi la totalità delle filiali Denner (gruppo Migros) rientra in quei limiti, così come diverse filiali di Coop e Migros. Speziali dovrebbe saperlo, siedendo nel Consiglio di cooperativa di Migros Ticino. Gruppo che da molti anni non firma il ccl con dei sindacati realmente rappresentativi del personale. Non esattamente un modello di partenariato sociale, invocato proprio recentemente dallo stesso Speziali.
«Le scrivo per capire meglio le circostanze del trasferimento dei fondi della “famiglia” dal Credit Suisse alla PKB e sul rispetto da parte di PKB del proprio accordo di non perseguibilità con il Dipartimento di Giustizia». Con queste parole, il senatore democratico Ron Wyden, presidente della Commissione delle Finanze del Senato americano, si è rivolto a Luca Venturini, Ceo della banca ticinese PKB Privat Bank. La lettera, inviata lo scorso 18 maggio, intende chiarire le circostanze che hanno portato al presunto trasferimento in PKB di diversi milioni di dollari non dichiarati da parte di una non meglio precisata «famiglia con doppia cittadinanza statunitense e latinoamericana».
Sarà un 14 giugno carico di significati collettivi e personali, come ogniqualvolta la storia assume forma e fa da spartiacque fra un prima e un dopo. Non esistono battaglie isolate e serve proprio a ricordare questo principio uno sciopero che vogliamo chiamare femminista, perché i problemi delle donne nascono da un sistema culturale dominatore nei loro confronti. Più salario, dunque, ma anche più rispetto.
In Ticino, ha fatto discutere soprattutto per il grossolano errore nel titolo: “lungo di lavoro” anziché “luogo di lavoro”. Il volantino arrivato in tutte le case per propagare il No alla legge sul clima – in votazione il prossimo 18 giugno – è un inedito condensato di notizie false sul cambiamento climatico. Trenta righe di pura follia complottista. Nel testo si legge, ad esempio, che «il graduale riscaldamento in atto da circa duecento anni, dopo cinquecento anni di freddo», favorirebbe «la crescita delle piante e la produzione di cibo» e non rappresenterebbe «alcuna minaccia». Che lo dicano agli abitanti della Romagna, per citare solo l’esempio più vicino e recente della distruzione generata dalle antropiche bizze del clima.
Erredipi. Di questa associazione ne avrete sentito parlare. Il suo acronimo significa Rete per la difesa delle pensioni. Da un anno si sta battendo contro la decurtazione del 20% delle pensioni degli affiliati all’Istituto di previdenza del Canton Ticino (Ipct). Una diminuzione che, sommata alla precedente di una decina d’anni fa, porterebbe a un taglio complessivo del 40%. Gli affiliati attivi sono circa 17mila, mentre sono 9mila le persone già in pensione. Gli attivi corrispondono al 7% della forza lavoro in Ticino. Non proprio una bazzecola.
Ancora increduli, rattristati e indignati per la decisione del Consiglio di Stato ticinese di negare al nostro fratello e compagno Arlind Lokaj il diritto di continuare a vivere nel paese dove è nato, dove ha la sua mamma, la sua ragazza e i suoi amici più fraterni e dove tra pochi mesi potrebbe incominciare un apprendistato, gli “Amici di Arlind” lanciano un accorato appello a tutta la popolazione ticinese affinché si mobiliti in favore di questo bravo ragazzo di soli 17 anni che non ha mai fatto del male a nessuno ma che il nostro Governo vorrebbe espellere dalla Svizzera e rispedire in Kosovo, nel suo paese di origine dove però non ha più alcun punto di riferimento.
Perché non dare ad Arlind la possibilità di vivere una vita normale in Ticino invece di cacciarlo in un tunnel di cui non si vede l'uscita? Solo perché secondo la legge la domanda per il ricongiungimento familiare è stata presentata tardivamente? Chiediamo umilmente ai cittadini ticinesi di rispondere a queste domande e di provare anche solo per qualche minuto a calarsi nei panni di un Arlind o in quelli del genitore di un Arlind. Tutti coloro che proveranno un sentimento d'indignazione per la decisione del Consiglio di Stato, sono invitati/e a partecipare ad una
Manifestazione di protesta
ARLIND È UNO DI NOI E CON NOI DEVE RESTARE!
martedì 15 aprile alle 17.30
a Bellinzona -Piazzale della Posta-
Abbonarsi alla versione cartacea di area costa solo 60 franchi!