Meno male che per la destra e l’Udc, in questo nostro mondo, non vi è solo la Confederazione e in Svizzera vi sono anche gli stranieri, altrimenti la destra e quel partito avrebbero seri problemi esistenziali. Infatti qualsiasi problema si discuta in questo Paese, per la destra e l’Udc, gratta gratta, la colpa, se non proprio tutta, è in gran parte da imputare sempre al mondo esterno ed agli stranieri. La naturalizzazione facilitata per i giovani di seconda e terza generazione? Mai sia! Si vuole forse che gli svizzeri nei prossimi lustri diventino tutti meticci e, addirittura, mussulmani?! Anzi è bene smetterla anche con questa storia dei doppi cittadini di cui si avvalgono gli stranieri naturalizzati... La libera circolazione già introdotta dagli Accordi Bilaterali Svizzera-Ue del 2002? Era già un problema ma, adesso, a causa dell’allargamento a 25 Stati dell’Ue, la Svizzera rischia di diventare il ricettacolo di tutti i disoccupati di questo continente, e non solo, per cui c’è un motivo in più per lanciare contro i Bilaterali, nel 2009, un eventuale referendum…. I Bilaterali bis con l’Ue? Anche qui è bene prepararsi per un referendum... La disoccupazione? Ben il 40 per cento dei disoccupati sono stranieri per cui... Le prestazioni sociali? Ricordiamoci che a Zurigo il 40 per cento delle prestazioni vanno a beneficiari stranieri... Anche per quanto riguarda la questione del profondo rosso in cui da anni, ormai, si trova l’Assicurazione invalidità (Ai) e la recente apertura della procedura di consultazione per la quinta revisione dell’Ai che, tra l’altro, si propone l’obiettivo del contenimento della crescita del numero delle nuove rendite e tutta una serie di misure per arrivare, sia pure gradualmente, al risanamento del sistema, ecco che entrambe le questioni vengono prese al volo dalla destra e dall’Udc per individuare negli stranieri la causa dei malanni finanziari dell’Ai. A sostegno vengono citate le statistiche della stessa Ai per il 2003, secondo le quali un quarto delle rendite di invalidità erogate a residenti nella Confederazione sono destinate a stranieri, mentre dei 35 milioni di franchi che l’Ai versa a beneficiari residenti all’estero ben il 75 per cento va ad ex emigrati stranieri. Ma non solo, viene anche ricordato che una rendita Ai su tre viene riconosciuta per motivi invalidanti di carattere psichico che, a dire della stessa Udc, è troppo facile denunciare da parte di chiunque, lasciando intendere che evidentemente vi è un abuso che, anche se non detto esplicitamente dall’Udc, è facile immaginare da parte di quali lavoratori. Da qui la richiesta di sottoporre a revisione tutte le rendite Ai erogate negli ultimi dieci anni e di parametrare al potere d’acquisto locale le rendite erogate a beneficiari residenti all’estero! Come commentare una visione così xenofoba di problemi reali che, oggigiorno, viviamo tutti sulla nostra pelle? Innanzitutto va detto che, evidentemente, tra gli emigrati è più facile, percentualmente, trovare più disoccupati e più invalidi a causa della tipologia dei lavori da loro svolti (meno qualificati e più a rischio invalidante). In secondo luogo che gli specialisti del settore ricordano che corrono un grosso rischio psichico proprio quei lavoratori cinquantenni che, dopo una vita lavorativa svolta sempre nello stesso posto di lavoro, si trovano improvvisamente senza impiego e sappiamo che a questa fattispecie appartiene la stragrande maggioranza dei lavoratori immigrati. Concludendo si può chiosare una ormai famosa espressione di Max Frisch: si volevano dei lavoratori e sono arrivati in Svizzera degli uomini che, oh perbacco, possono restare anche senza lavoro e, magari, ammalarsi ed infortunarsi restando invalidi!

Pubblicato il 

26.11.04

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