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Gli italiani si riprendono Rai Uno
di
Anna Luisa Ferro Mäder
La protesta paga tanto più se avviene unendo le forze. Si può riassumere così il risultato dell'azione promossa dalla comunità italiana nella Svizzera tedesca, ma che ha coinvolto anche molti svizzeri e altre comunità linguistiche, contro la decisione di Cablecom di spostare dall'analogico al digitale Raiuno e Canale 5. Adesso che Raiuno è stata "salvata", gli sforzi dei promotori della protesta continuano. Vogliono in particolare informare gli utenti su come ottenere il miglior servizio al prezzo più conveniente.
Questa è stata una protesta condotta con i mezzi elettronici più moderni. L'arma principale è stato un sito internet (www.petizionetv.ch), dedicato alla petizione "Affinché la televisione sia di tutti".
Il testo, scaricabile in italiano, tedesco e francese si rivolge alle autorità federali invitandole a «promuovere un quadro legislativo che regoli il comportamento dei gestori delle reti via cavo al fine di garantire un equo servizio a tutti gli utenti durante la fase di migrazione al digitale».
La petizione ha riscosso un forte interesse tra l'emigrazione italiana in Svizzera, ma anche e soprattutto tra i consumatori della Svizzera tedesca. La stampa ha dato grande risalto alla vicenda e visto il tenore delle lettere inviate alle redazioni è evidente che il problema è molto sentito dalla gente.
La prova è anche nell'alto numero di persone che in queste settimane hanno digitato la pagina web dedicata alla petizione. Ormai è stata infranta anche la barriera delle 40mila visite. Alcuni sono andati solo per curiosare, altri invece hanno deciso di apporre la loro firmare al documento.
Antonio Putrino, che coordina la campagna, è soddisfatto. «Molta gente si è mossa e questo mi fa piacere» afferma ad area, precisando che ormai sono oltre 10mila le persone che hanno firmato via internet. Altre lo stanno facendo sui normali documenti cartacei. La raccolta non si ferma, ma continua ancora sino al 13 di marzo, dopo di che le sottoscrizioni saranno consegnate alle autorità a Berna.
Unire gli sforzi ha permesso di ottenere rapidamente risultati insperati. Nella vicenda si è inserito persino il ministro delle comunicazioni Moritz Leuenberger. Dopo un incontro con il viceministro degli esteri italiano, Franco Danieli, il ministro svizzero ha proposto che «i primi canali delle emittenti pubbliche dei paesi confinanti con la Svizzera – tra cui Raiuno – continuino ad essere diffusi in analogico». È stata una mezza vittoria per la comunità italiana, che ha saputo agire rapidamente e creare un'adeguata pressione.
La parola è quindi passata alla Cablecom. L'immagine del principale provider svizzero di telecomunicazione via cavo (ha circa 1,5milioni di abbonati) ha sofferto molto in seguito a questa vicenda. I suoi dirigenti sono stati costretti a spiegarsi in interviste e comunicati. Hanno ammesso errori e migliorato il servizio alla clientela. In particolare Cablecom ha messo in servizio una linea verde gratuita. È una decisione che sta costando molti soldi.
Dopo l'annuncio di Leuenberger, la Cablecom ha proposto al Consiglio federale di aumentare da 20 a 25 il numero dei canali analogici che devono essere trasmessi (sono i cosiddetti canali "must carry").
Rudolf Fischer, manager director dell'impresa via cavo ha informato della proposta anche la commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale. Questa settimana la commissione ha esaminato il problema e ha preso atto con soddisfazione della decisione presa dal ministro Leuenberger, si legge in una nota emessa al termine dei lavori. Secondo Fischer il passaggio da 20 a 25 canali «creerebbe una maggiore flessibilità per la gestione della politica dei media in termini di offerta televisiva analogica, come è stato più volte chiesto da Mister prezzi e dalle organizzazioni di tutela dei consumatori».
Se l'idea passa, si dovrà poi definire quali saranno i canali da aggiungere e questa scelta potrebbe creare malumori tra chi resterà escluso, fa comunque notare Putrino. I promotori della petizione vogliono adesso sfruttare il momento positivo per intensificare i contatti con i gestori delle reti via cavo e in particolare Cablecom e Swisscom, che recentemente si è lanciata nel campo della tv. Vogliono conoscere le offerte delle compagnie, soprattutto nella Svizzera tedesca, per poterle comparare. La Swisscom – secondo Putrino – offre ad un prezzo unico un servizio di base, accompagnato da canali nella lingua prescelta, in particolare italiano, tedesco e francese. Alla Cablecom i prezzi per il pacchetto Italia sono separati da quelli del servizio di base.
Tutte queste possibilità saranno spiegate nel corso dell'incontro informativo destinato agli utenti che sarà organizzato sabato 10 febbraio, presso la Casa d'Italia a Zurigo. «Vogliamo che la gente capisca quali sono i vantaggi del digitale. Vogliamo offrire un'informazione neutrale. Daremo spazio ai rappresentanti delle reti via cavo e ai fornitori dei sistemi via satellite per permettere alla gente di farsi un'opinione e di decidere cosa fare», rileva Putrino. La comunità italiana è sempre più consapevole del suo ruolo di consumatore e con questa vicenda ha dimostrato che può difendersi.
Pubblicato il
02.02.07
Edizione cartacea
Anno X numero 5
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