Gli eventi, fra sana tradizione e nuove denominazioni

Non c’è più religione; anzi, nella Svizzera calcistica, non ci sono più la serie A e la serie B: la neonata Swiss Football League (la vecchia Lega Nazionale) ha deciso, per ragioni ovviamente commerciali e di mercato, di creare la Super League (la serie A) e la Challenge League (la serie B). Così i tifosi ticinesi del Bellinzona, del Chiasso e del Malcantone Agno andranno a vedere le partite di Challenge League: mi viene da sorridere quando leggo e quando sento questa nuova denominazione, ma allo stesso tempo mi inquietano e mi infastidiscono questi cambiamenti dettati unicamente da motivi di marketing e di immagine. Il “prodotto calcio” deve essere attrattivo per essere venduto, ed allora coloro che ritenevano non più adeguata ai tempi la classica terminologia hanno ideato due nomi nuovi ad alto effetto per quei contenitori che per tutti gli appassionati di calcio restano e rimarranno la “serie A” e la “serie B”. Nel frattempo il Real Madrid che ha vinto la Liga spagnola si è separato dal suo allenatore Vicente Del Bosque, il quale in quattro stagioni sulla panchina del Real ha vinto la bellezza di due campionati, due Champions League, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa europea ed una Supercoppa spagnola. «Nessuna punizione per mancati risultati», ha detto il direttore generale del club Jorge Valdano, «ma soltanto la voglia di iniziare un altro ciclo, con diverse novità tecniche e tattiche. Un grazie a Del Bosque per quanto ha fatto con noi, adesso iniziamo una politica diversa». E la nuova politica è cominciata con David Beckham che impreziosisce ulteriormente una rosa di grossi campioni e di autentici fuoriclasse, come Zidane, Ronaldo, Roberto Carlos e Figo. È bello tagliare con il passato (con Del Bosque se ne va anche il capitano Hierro) quando si riparte più ricchi e più forti di prima: beati loro, insomma, interpreti di un football unico al mondo, per disponibilità e risorse finanziarie e per potenziale tecnico. I soldi aiutano a vincere, ma fortunatamente da soli non bastano. Lo sport regala sempre delle sorprese e, in questo senso, è stata senza dubbio clamorosa l’eliminazione, al primo turno, dell’australiano Lleyton Hewitt, campione in carica, dal torneo tennistico di Wimbledon. Ad estrometterlo è stato il croato Ivo Karlovic, numero 203 della classifica mondiale e quindi costretto a passare attraverso le qualificazioni. Soltanto in due occasioni, nella prestigiosa storia del torneo londinese, il detentore del titolo del singolare maschile è stato battuto all’esordio. Per fortuna che c’è Wimbledon e per fortuna che c’è il Giro ciclistico della Svizzera: la folla che lo ha seguito con grande calore sulle strade del nostro paese è ancora capace di appassionarsi per antiche ma sempre nobili pedalate. Uno scatto, una fuga, una volata, una discesa o una salita: poco importa cosa, i corridori suscitano sempre vecchi fremiti.

Pubblicato il

27.06.2003 12:30
Antonio Bolzani