Per molto tempo, la critica sociale e la rivendicazione di condizioni di lavoro e di vita giuste per tutti sono state appannaggio quasi esclusivo dei movimenti di sinistra. Chi parlava di giustizia o di rispetto della dignit? umana era immediatamente tacciato di marxismo o derivati. Benché la distinzione dei fronti fosse spesso arbitraria (si pensi ai sindacati, uniti nel difendere gli interessi dei lavoratori, ma divisi dai colori dei partiti), ancora di recente per alcuni strati della popolazione parlare di socialit? significava spezzare un tab? e rischiare? l?esilio politico! Per contro, ai giorni nostri, gli antichi ?nemici? riescono non di rado a collaborare nel portare in avanti discorsi comuni, al di l? degli steccati di parte. ? il caso della cooperazione, se non addirittura della fusione, di alcune organizzazioni sindacali, in Svizzera come altrove. Forse si limitano a fare di necessit? virt?, nel senso che cercano di salvare il salvabile unendosi contro la graduale diminuzione del loro potere contrattuale. ? una tendenza di certo positiva, anche se cela pericoli non indifferenti, quali l?accontentarsi del minimo denominatore comune a scapito delle proprie caratteristiche ideologiche. Nella lotta tra sistemi di pensiero opposti, le Chiese hanno assunto sovente posizioni contraddittorie. Invece di prendere la difesa delle classi pi? deboli (ad esempio nel XIX secolo degli operai sfruttati nelle nascenti fabbriche), spesso si sono fatte paladine dell?ordine costituito. Da questo punto di vista, la ribellione contro il padrone era ritenuta una colpa grave, anche sul piano religioso, come pure l?impegno per la giustizia sociale. Sembra quasi incredibile da ammettere, eppure sino agli anni sessanta, parlare nella Chiesa cattolica di diritti umani era motivo di sospetto o suscitava addirittura scandalo e condanna. ? come dire che non sempre quanto oggi diamo per scontato ? stato considerato allo stesso modo nel corso della storia. Perci? ora possiamo riconoscere senza troppe remore che i cristiani non sono sempre stati all?altezza delle situazioni storiche. Sono stati troppo a lungo, ad esempio in campo sociale, testimoni impassibili di numerose nefandezze. Addirittura, ? capitato sovente che corressero a riparare i danni causati dalla mancanza di equit?, senza domandarsi quali ne fossero le origini: si vedano le istituzioni caritative di cui sono stati generosi iniziatori. Che dunque i tempi siano cambiati, anche a questo proposito, e con essi l?attitudine di fondo dei cristiani verso la realt? del mondo civile, ? un dato senz?altro positivo. Tuttavia, mi pare che sia necessario un ulteriore passo per rendere pi? efficace l?azione sociale degli organismi ecclesiastici. Come per qualunque realt?, si tratta di cominciare a praticare la giustizia in casa propria, a partire quindi da ognuno di noi.

Pubblicato il 

20.09.02

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