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Alex Pedrazzini oggi si spaccia per politico attento alle cause umanitarie. S'è messo in prima linea, soprattutto di fronte alle telecamere, a perorare la causa dei profughi della guerra in Libano. Che gran cuore d'uomo! Certo, parlare è facile. Cos'ha fatto di concreto lui per i rifugiati? Correva l'anno 1994, la destra, mentre a Sarajevo si crepava sotto i tiri dell'artiglieria serba e a Srebrenica la pulizia era etnica, denunciava l'invasione dei profughi bosniaci. E cosa faceva il grande, l'immenso Alex? Li avrà aiutati questi poveri profughi, direte voi, lui che all'epoca poteva. Già, era capo del Dipartimento delle istituzioni del Cantone Ticino. E in questa funzione il nostro eroe, grondante soddisfazione da ogni poro, così annunciava ai suoi colleghi degli altri cantoni: «anche l'atto esemplare è pagante: in seguito all'indurimento svizzero nei confronti dei bosniaci, le autorità italiane si sono incaricate di avvertire i profughi della guerra, già all'entrata in Italia, che è inutile tentare di passare in Svizzera». Una
benedizione urbi et orbi della barca piena. Bravo Alex,
continua pure a giurare e promettere. Agli oregiatt questo piace, specialmente il primo d'aprile. Ma per noi è meglio che taci.

Pubblicato il 

01.09.06

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