Giso, una "spina nel fianco"

«Dovete essere la spina nel fianco del Ps», aveva detto non più tardi di un anno fa, un membro della Direzione Ps rivolgendosi alla Gioventù socialista (Giso). Giovedì scorso, in coda al Comitato cantonale (Cc), questa spina nel fianco si è fatta sentire: «Chiediamo una modifica degli statuti affinché siano garantite quelle premesse, che intendono permettere alla base del partito di essere maggiormente coinvolta nella discussione sui temi politici», ha declamato Nadia Pittà, presidente della Giso. E la modifica degli statuti, sarà discussa durante il Congresso del 15 marzo. Con Nadia Pittà abbiamo cercato di capire le motivazioni della richiesta dei giovani socialisti.

La Giso auspica maggiore dialogo e la possibilità di avere dei confronti costruttivi tra le parti. Al Comitato cantonale di giovedì il Ps ha organizzato un dibattito Carobbio-Pelli sulla doppia imposizione fiscale delle imprese. Non vi basta?

L'idea del dibattito in cui si confrontano idee diametralmente opposte è senz'altro auspicabile e positiva. Ma a nostro modo di vedere prima di organizzare dibattiti "esterni" è bene che vi sia il dialogo interno senza il quale è impossibile far crescere positivamente il partito. E questo fino ad ora ci sembra mancare. A marzo il Ps si riunirà nel Congresso durante il quale si dovrà rieleggere il nuovo presidente. Prima di quella data non vi saranno altri Comitati cantonali (Cc) durante i quali la base del partito potrà incontrarsi e discutere. Il Cc dello scorso giovedì era per noi un'ottima occasione per mettere in discussione quello che non funziona nel nostro partito, cosa auspichiamo che cambi nel Ps di oggi e aprire la discussione su una visione di quello che intende essere il Ps del domani, la società in cui crediamo.
Perché allora avete aspettato la fine del Cc per avanzare la proposta?
Ci aspettavamo che all'ordine del giorno del Congresso, l'organizzazione del partito, fosse un tema già previsto, quasi scontato perchè auspicato in più occasioni. Noi avremmo voluto intervenire prima, ma la trattanda "Congresso" era evidentemente considerata meno importante da essere spodestata dal dibattito, altrettanto importante, ma non tanto da far finire in ultimo posto il Congresso. Se il dialogo è realmente auspicato è forse opportuno riflettere sui tempi e i modi di discussione. La comunicazione e il contatto con la base risultano essere proprio degli aspetti che destano preoccupazioni all'interno del partito.
Oltre alla modifica degli statuti, avete ventilato la possibilità di proporre candidature alternative per la presidenza del Ps. Cosa rimproverate a Manuele Bertoli oltre al non aver saputo alimentare il dialogo interno?
Manuele Bertoli è una persona che si impegna, una persona preparata; ma pensiamo che ve ne possano essere altre all'interno del partito. Se la maggioranza del Congresso, dunque della base del partito, sosterrà pienamente Manuele Bertoli non saremo certo noi della Giso a sconvolgere gli equilibri. Quello che però auspichiamo è più apertura e meno "rigidità".
Cioè?
Prima di Manuele Bertoli il Partito non conosceva il "Piano delle politiche" in cui sono racchiuse le basi su cui si muove il Ps. Uno strumento molto importante, su questo non discutiamo. Il problema è che ora è utilizzato come una Bibbia, difficilmente avvicinabile. Oggi prima di aprire il dialogo su un tema qualsiasi dobbiamo prima mettere in discussione il piano delle politiche. In questo senso è difficile portare avanti una politica in grado di crescere. Lo si è visto all'ultimo Cc in cui è stato proposto il tema dell'esercito, lacuna di questa Bibbia. Il documento rischia di essere sorpassato ogni qualvolta si presenta una nuova proposta rispettivamente un nuovo tema politico. Dall'altro lato, per quel che ne è della carenza di dialogo, secondo Manuele Bertoli non è propriamente vero che è assente nel partito: per Bertoli il piano delle politiche è uno strumento di dialogo. A nostro modo di vedere, invece, il Piano delle politiche sostituisce il dibattito.
Allo stato attuale delle cose vi sono già dei nomi alternativi a Manuele Bertoli?
Tanto per cominciare abbiamo fissato per il 22 gennaio un incontro con il presidente per discutere direttamente della questione e, soprattutto, confrontarsi con le proposte da lui avanzate nel corso di una sua conferenza stampa lo scorso mese di dicembre. Non ci è chiaro il suo programma politico, tanto più la volontà di cambiare. Nel frattempo la Giso promuoverà incontri anche con chi potrà essere interessato a ricoprire la carica di presidente, che poi magari è disponibile ad essere attivo a livello di Direzione. Alcuni nomi sono già stati identificati, ma è prematuro ogni annuncio.
Nel vostro intervento al Comitato cantonale avete accennato a modifiche strutturali anche a livello di Direzione. Cosa intendete concretamente?
Discutendo sul come poter rilanciare il partito il Comitato cantonale deve ridiventare un'occasione di incontro, di discussione, di decisione sulla scelta dell'orientamento politico, orientamento che non può fondarsi unicamente sul Piano delle politiche. Secondariamente i coordinamenti regionali devono essere rivisti, rianimati. Ma anche la direzione del Partito deve subire un rinnovo strutturale e organizzativo. Le competenze dei membri di Direzione devono tradursi in campi specifici di responsabilità capaci di apportare valore aggiunto al partito ad ogni livello di discussione. Il Congresso del 15 marzo non può che essere il primo passo verso una nuova direzione in cui il partito deve orientarsi.

Pubblicato il

18.01.2008 03:00
Fabia Bottani