di Loris Campetti
«Dalle informazioni che ci giungono da tutt’Italia abbiamo capito che piazza del Popolo non sarebbe sufficiente a contenere l’insieme dei manifestanti. Ci trasferiamo a piazza San Giovanni». Nanni Moretti, regista e fondatore del movimento dei girotondi, il 14 settembre occuperà la piazza storica della sinistra e dei sindacati italiani per la prima sfida di un autunno caldo iniziato in anticipo. Con lui sul palco ci saranno gli altri leader girotondini, da Paolo Flores D’Arcais a «Pancio» Pardi, alle organizzatrici romane e napoletane. Uomini di cultura e di spettacolo, ceto medio, quella che va sotto il nome di “società civile”.
Sul palco, tra gli oratori, non ci saranno i politici dell’opposizione che dovranno accontentarsi di partecipare. In fondo, la protesta nata dal risveglio degli intellettuali italiani dopo un lungo sonno di cinque anni (i governi di centrosinistra) è stata caratterizzata, all’inizio, dalla contestazione dell’inedia, della divisione e della subalternità dei gruppi dirigenti dell’opposizione: «Con questi leader – aveva gridato, prendendosi a sorpresa la parola durante una manifestazione dell’Ulivo, proprio Nanni Moretti – non andiamo da nessuna parte».
In preparazione della manifestazione di domani, ora l’Ulivo è diviso tra chi cerca di fagocitare il giovane movimento e chi invece lo guarda con sufficienza, perché «l’alternativa a Berlusconi può venire solo dal Parlamento».
Un Parlamento che, senza la rivolta della società civile, del popolo dei no-global e, soprattutto, senza la straordinaria scesa in campo di Sergio Cofferati e della Cgil, assomiglierebbe a un’aula sorda e grigia.
Cuore della protesta antiberlusconiana capitanata da Moretti è lo smantellamento del sistema giudiziario e del diritto, finalizzato a spazzar via ogni ostacolo dalla marcia trionfale del Cavaliere di Arcore verso il regime: la legge Cirami cancella i processi scomodi a Berlusconi, Previti, Dell’Utri e, perché no, ai mafiosi che hanno garantito una quota importante di consenso alla Casa delle Libertà e la conquista della Sicilia. La Cirami è stata approvata al Senato e a ottobre passerà alla Camera. Ma sono ormai innumerevoli le leggi varate in poco più d’un anno dal governo per addomesticare i giudici, cancellare i conflitti di interesse, agevolare gli evasori fiscali e le fughe di capitali all’estero, e via cancellando.
Il secondo argomento nell’agenda del 14 è la difesa dell’informazione pubblica e libera. Enzo Biagi e Michele Santoro estromessi dalla Rai hanno scatenato un’indignazione di massa che contribuirà a riempire San Giovanni.
Ma in piazza, domani, ci saranno anche i lavoratori e il gruppo dirigente della Cgil con i contenuti della lotta sindacale d’autunno per i “diritti per tutti” e contro la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che riconsegna ai padroni il diritto di licenziare senza giusta causa. Con sue parole d’ordine ci sarà anche una parte del “movimento dei movimenti” che si batte contro il liberismo e la guerra.
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