"Discriminatoria e ingiusta": così definivano la 4a revisione della Legge sull'assicurazione contro la disoccupazione (Ladi) le organizzazioni giovanili coalizzate in un comitato che si erano opposte alle modifiche decise dal parlamento federale.
La maggioranza dei Ticinesi, come sovente successo in occasione di votazioni relative a temi di politica sociale, il 26 settembre 2010 aveva bocciato in maniera chiara questa revisione (approvata invece sul piano federale).
Una riforma discriminatoria perché introduce l'età quale criterio di restrizione. Ingiusta perché i giovani devono pagare i conti di una crisi economica che non hanno causato e che subiscono duramente.
In Ticino – Cantone di frontiera e secondo per numero di disoccupati – con l'abolizione della possibilità di chiedere l'estensione delle prestazioni la situazione è ancora più difficile e preoccupante (il 1. aprile entreranno in vigore le modifiche di legge): più persone dovranno infatti fare ricorso all'assistenza sociale e questo comporterà, tra l'altro, anche costi supplementari per il Cantone e per i Comuni.
Proprio la scorsa settimana il Governo ticinese ha licenziato il messaggio per una revisione parziale della Legge sul rilancio dell'occupazione e sul sostegno ai disoccupati (Lrilocc). Il documento contiene delle risposte non sufficientemente adeguate per fronteggiare la grave crisi occupazionale.
Occorrerebbe a mio modo di vedere affrontare con maggiore forza il problema della disoccupazione giovanile e prevenire soprattutto la disoccupazione di lungo periodo (con politiche attive più incisive, incoraggiando di più il coinvolgimento del partenariato sociale, potenziando maggiormente le misure volte a facilitare l'inserimento professionale di coloro che stanno per passare dalla formazione scolastica al mondo lavorativo, incoraggiando l'acquisizione di competenze avanzate fra tutti i giovani).
Bisogna inoltre fare in modo che l'istruzione e la formazione professionale siano adeguate ai bisogni del mercato del lavoro ridefinendo laddove necessario, ma soprattutto aggiornando costantemente i profili professionali per garantire l'adeguatezza e l'attrattiva dei percorsi formativi così da permettere ai giovani un'integrazione effettiva nel mercato del lavoro. Queste analisi e questi aspetti spero siano convenientemente presi in considerazione nei prossimi mesi, anzitutto per dare una risposta concreta ai giovani (e non solo) che si trovano in difficoltà (e soprattutto ai molti che lo saranno di più a partire dal 1. di aprile).
Un problema e un tema sociale importante e complesso che deve essere affrontato con il dovuto tempismo da parte del Parlamento Cantonale (preferibilmente con il coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici e gli imprenditori), in modo da dare risposte concrete a tutte quelle persone (ed i giovani in particolari) che sono stati penalizzati dalla revisione della Ladi del 26 settembre 2010.

Pubblicato il 

11.02.11

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