Il prossimo 3 marzo rappresenta una tappa cruciale per il futuro delle rendite pensionistiche in Svizzera e potrebbe essere una data destinata a passare alla storia. Già, e mentre le proiezioni per ora esprimono da parte degli elettori un chiaro appoggio alla tredicesima AVS, un’altra voce scende in campo per invitare a votare a favore dell’introduzione di una rendita supplementare. L’Alleanza dei giovani, composta da membri di partiti, sindacati e movimenti sociali progressisti, invita a prendere sul serio gli oggetti su cui ci si dovrà esprimere alle urne. «Non si tratta solo di opporci a un nuovo innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, come vorrebbero i giovani liberali, che sembrano non conoscere il mondo del lavoro, e a dire sì al rafforzamento del primo pilastro. Si tratta soprattutto di inviare un segnale sul sistema pensionistico che vogliamo. Dopo decenni di fallimenti, se l’iniziativa sulla tredicesima passasse, sarebbe il primo passo per migliorarlo» commenta Félicia Fasel. Per la presidente del Comitato giovani dell'Unione sindacale svizzera (USS), la rendità supplementare non rappresenta una preoccupazione: «L'AVS sta andando bene dal punto di vista finanziario con riserve che raggiungeranno i 70 miliardi entro il 2030». Dello stesso parerer Margot Chauderna, per la quale «possiamo permetterci una tredicesima pensione, perché le finanze dell'AVS sono in buono stato». La co-presidente dei Giovani Verdi evidenzia come «l’AVS è il pilastro più solido della nostra previdenza per la vecchiaia e i partiti giovanili borghesi vogliono silurarla. È facile se si proviene da un ambiente ricco e si sa che si potrà andare in pensione anticipata, ma è una pretesa antisociale e irrispettosa per il resto della popolazione». La vittoria, vista la situazione penosa di povertà in cui si ritrovano un gran numero di pensionati in Svizzera, questa volta non sembra irraggiungibile. Dall’introduzione nel 1948 dell’Avs a oggi sono state lanciate una trentina di iniziative per portare dei miglioramenti, ma nessuna è mai stata accettata dal popolo e dai Cantoni. Nel 2024 pare necessario rivedere il modello che non permette a tutti una sussistenza dignitosa. I continui abbassamenti dei tassi d’interesse e di conversione delle casse pensioni hanno, infatti, reso una chimera la promessa della costituzione federale di permettere il mantenimento del tenore di vita abituale con le rendite del primo e del secondo pilastro. Se aggiungiamo gli effetti dell’inflazione, dell’aumento dei tassi ipotecari, degli affitti e gli sconquassi causati dai premi di cassa malati, ci si rende conto che la tredicesima AVS andrebbe a portare equilibrio l’aumento delle uscite e a compensare la perdita del potere d’acquisto. In concreto. La rendita di vecchiaia massima annua passerebbe, per le persone singole, a 31.850 franchi (+ 2.450) e per i coniugi a 47.775 (+ 3.675 ). La rendita minima intera per le persone sole aumenterebbe a 15.925 franchi annui (+1.225). Per l’Alleanza dei giovani, i liberali stanno cercando di «presentarsi come salvatori dell'AVS, ma il loro vero obiettivo è smantellare lo Stato sociale per i cittadini e creare prosperità per pochi. La rozza iniziativa sull’aumento dell’età pensionabile non tenta nemmeno di mascherare questa ambizione. Creando un divario generazionale artificiale, la destra cerca di raggiungere i suoi obiettivi politici». Rema in direzione contraria l'Alleanza dei giovani per la quale quando si parla di AVS, «il conflitto non è generazionale, ma piuttosto un conflitto tra i più ricchi e il resto della popolazione». |