Dopo mesi di “effetto annuncio” finalmente a metà marzo l’Udc ha lanciato la sua iniziativa “Diritto svizzero anziché giudici stranieri”. Dietro questo titolo si cela un attacco diretto alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu) e alla Corte di Strasburgo, incaricata di vegliare sulla buona applicazione della convenzione. Quest’iniziativa è ingannevole e pericolosa. Ingannevole perché vuol far credere che giudici “stranieri” prendano decisioni che riguardano la Svizzera. In realtà due giudici svizzeri fanno parte della Corte, uno a rappresentanza del nostro paese e il secondo per il Liechtenstein, e la svizzera Helen Keller partecipa a ogni sentenza che concerne il nostro Stato. Pericolosa perché metterebbe in pericolo tutti i nostri contatti con l’estero. Se l’iniziativa riuscisse e venisse approvata si tratterebbe di un enorme passo indietro per i nostri diritti fondamentali. I nostri diritti, ma quali diritti? Il diritto di rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell’uomo quando riteniamo che il nostro Stato non rispetti i nostri diritti di cittadini. È quanto ha fatto la famiglia di un meccanico morto di un cancro causato da anni di esposizione all’amianto. La Svizzera prevede un termine di prescrizione di dieci anni entro il quale chiedere un risarcimento al proprio datore di lavoro. Ma la maggior parte delle persone esposte all’amianto sviluppano la malattia solo molti anni più tardi. Troppo tardi per ottenere un indennizzo. La Corte di Strasburgo ha dato ragione alla famiglia: il termine per la prescrizione è troppo breve. Una vittoria per i diritti della famiglia e una speranza per tutte le vittime dell’amianto. Il nostro paese viene condannato molto di rado poiché il 95% delle denunce sono considerate irricevibili. Ciononostante la Corte europea dei diritti dell’uomo è essenziale per la protezione dei cittadini. Le decisioni della Corte hanno permesso di far evolvere il nostro diritto nazionale e tutti noi, cittadine e cittadini elvetici, beneficiamo di questi progressi. Naturalmente alcune decisioni sono criticabili. Ma non vale lo stesso per il Tribunale federale? Nessuno, però, chiede che venga soppresso! Allora perché farlo con la Corte di Strasburgo e rischiare che la Svizzera debba rinunciare alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo? La democrazia non è fatta solo di decisioni prese dalla maggioranza del popolo. La democrazia è anche una rappresentazione equa delle minoranze linguistiche, all’interno delle istanze nazionali in un sistema giuridico che garantisce il nostro Stato di diritto e che ci protegge contro l’arbitrio.
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