Scongiurare un ulteriore indebolimento del diritto al riposo domenicale nel settore del commercio al dettaglio, con cui si andrebbe a colpire non solo il personale addetto alla vendita ma un numero elevato di lavoratrici e lavoratori indispensabili per garantire l’apertura dei commerci. Questi lo scopo e il senso della petizione lanciata dal sindacato Unia, per decisione unanime degli oltre 60 delegati della Conferenza professionale del commercio al dettaglio, riunita oggi a Berna. Una petizione dal titolo eloquente “giù le mani dalla domenica libera”, indirizzata ai membri del Parlamento, dove è in discussione una modifica della legge sul lavoro per consentire ai Cantoni di aumentare il numero di domeniche in cui è possibile occupare senza autorizzazione i lavoratori nei commerci, portandolo dall’attuale massimo di quattro a un massimo di 12 domeniche all’anno, una al mese. Una modifica di legge, figlia di un’iniziativa cantonale di Zurigo, che ha già ottenuto il via libera della maggioranza (borghese) della Commissione dell’economia e dei tributi (CET) del Consiglio degli Stati e che è in attesa di essere trattata dal plenum. Di qui la petizione con l’appello ai parlamentari di respingere questa ennesima liberalizzazione della legislazione sul lavoro nel settore del commercio al dettaglio. A patirne le conseguenze, sottolinea Unia nel testo della petizione e in un comunicato stampa odierno, non sarebbero soltanto le commesse e i commessi, ma anche il personale di pulizia, di sicurezza, della logistica e forse anche quello dell’amministrazione e gli addetti alle ordinazioni. Insomma tutte quelle figure professionali indispensabili per garantire il funzionamento di un commercio e che oltretutto già percepiscono salari bassi e godono di protezioni insufficienti. Questo peggioramento della legge sul lavoro “ci riguarda tutti”, mettono in guardia le lavoratrici e i lavoratori del ramo affiliati a Unia. Senza dimenticare poi le conseguenze per il benessere fisico e psichico delle persone a cui viene ridotto il tempo di riposo, una misura che si traduce con un aumento del rischio di burnout e depressione, spiegano gli specialisti di medicina del lavoro. E le conseguenze per la qualità della vita familiare e delle relazioni sociali. “La domenica non lavorativa è fondamentale per il riposo, per la salute e per la coesione sociale”, conclude Unia rivolgendosi ai membri delle Camere federali che saranno chiamati a decidere su questo ennesimo allentamento della legislazione sul lavoro. Se il progetto dovesse andare in porto, Unia valuterà il lancio di un referendum. |