Seconda ondata di licenziamenti alla Gf Agie Charmilles del gruppo Georg Fischer. Dopo la prima ondata di febbraio (340 posti di lavoro soppressi nel mondo, di cui 101 in Svizzera e 44 allo stabilimento di Losone in Ticino), lunedì sera è arrivata la seconda ondata. Delle quattro sedi in Svizzera, la più colpita è Ginevra con 168 impieghi soppressi, seguono Losone con 74 licenziamenti, 27 a Luterbach (Soletta) e 12 a Nidau (Berna). Sommando le due ondate, Gf Agie Charmilles taglia il 40 per cento dei suoi posti di lavoro in Svizzera. Una strage.

«Inaccettabile smantellamento alla Gf Agie Charmilles. Urgono misure d'urgenza». La centrale nazionale di Unia commenta così l'annuncio della soppressione di 281 posti di lavoro presso il gruppo Georg Fischer (Gf).
Concretamente, sono tre le richieste avanzate da Unia nazionale. Primo: la rinuncia ai licenziamenti e l'estensione del lavoro ridotto, abbinato a riqualificazioni mirate. Secondo: un'estensione della consultazione del personale dai 12 giorni proposti dall'azienda a 30 giorni. Un periodo di tempo per elaborare soluzioni alternative al radicale smantellamento. Infine, Unia domanda un modello di lavoro a tempo parziale socialmente sostenibile per i lavoratori più anziani.
Il sindacato non lesina critiche al Consiglio federale, definito «inerte rispetto alla crisi nell'industria elvetica». Il rischio è che quanto avvenuto alla Georg Fischer (Gf) rappresenti un processo di deterioramento strutturale dell'intero comparto industriale nazionale. Secondo Unia le misure finora adottate dal governo sono insignificanti. «Ci vogliono 10 miliardi di franchi per un efficace programma anticrisi» afferma il sindacato, ricordando i 68 miliardi destinati al settore finanziario via Ubs.
Anche in Ticino (sono 74 i nuovi licenziamenti annunciati a Losone) Unia ha sollecitato il governo cantonale ad intervenire. Lo ha fatto inviando una lettera al Consiglio di Stato. Rolando Lepori, responsabile per l'industria in Ticino di Unia, ne spiega il senso: «Le istituzioni latitano. Le misure di crisi del cantone toccano parzialmente l'industria ticinese. Non è con delle misure a sostegno della partecipazione alle fiere che si risolve il problema occupazionale e il dramma delle persone toccate dai licenziamenti. Chiediamo un sostegno chiaro all'industria con delle misure forti».
Come valutare la notizia che il gruppo Gf voglia concentrare alcune attività a Losone?
Parallelamente alla conferma del concentramento di alcune attività in Ticino, è stata data la notizia del licenziamento di 74 lavoratori a Losone. Quindi la sostanza non cambia molto. Per il futuro, siamo molto preoccupati. Quando un'azienda licenzia il 40 per cento delle maestranze in meno di 7 mesi, delle perplessità sulla reale volontà dell'azienda di rimanere in Svizzera esistono.
Avete avuto contatti con la direzione?
La notizia dei licenziamenti l'abbiamo avuta nello stesso momento in cui è arrivata ai dipendenti. Dopo i licenziamenti di febbraio, l'atteggiamento della dirigenza era stato molto negativo nei nostri confronti. Successivamente, i contatti sono stati riallacciati per definire il piano sociale. Aggiungo che quest'ultimo, avendo una durata di un anno, resterebbe eventualmente in vigore anche per gli ultimi licenziamenti annunciati.
Vi sono alternative?
Purtroppo la situazione delle ordinazioni presso l'Agie è catastrofica. Ma da lì a far pagare l'intera fattura ai dipendenti, c'è un margine di manovra.
Quali saranno ora i vostri prossimi passi?
Nei prossimi giorni, incontreremo i lavoratori per decidere insieme a loro quale atteggiamento assumere.

È il sito di Ginevra che subisce il colpo peggiore

Lo stabilimento di Ginevra è quello più duramente colpito dalla seconda ondata di licenziamenti del gruppo Georg Fischer. Dopo i 34 licenziamenti in tronco subiti in febbraio, ora gli viene chiesto di pagare il tributo più elevato con la soppressione di 168 posti di lavoro. Per comprendere lo stato d'animo dei lavoratori ginevrini, abbiamo contattato Alain Perrat, responsabile dell'industria per Unia Ginevra.
Alain Perrat, come è stata recepita la notizia dalle maestranze?
Esco ora dall'impresa. Malgrado siano tutti a lavoro ridotto, il personale si è riunito al completo davanti alla fabbrica. Sono ovviamente scioccati della decisione di chiudere un sito industriale altamente qualificato e dalla produzione eccellente. Questa sera (mercoledì, ndr.) la commissione del personale incontrerà la direzione per presentare le proprie rivendicazioni.
Come si svolgeranno le negoziazioni?
Il direttore del sito ha il pieno potere decisionale. Le negoziazioni saranno fatte nei singoli stabilimenti. Non ci saranno più trattative a livello nazionale, ma solo locale. Anche perché è chiaro che con la mossa della dirigenza di spostare la produzione da Ginevra in Ticino, si rischia di causare delle frizioni tra il personale delle varie sedi. È inutile nasconderlo. D'altronde il problema risale a molto tempo fa. Quando il gruppo Gf ha acquistato una decina di anni orsono l'Agie di Losone, era evidente che ci sarebbe stata una forte concorrenza tra Ginevra e Ticino poiché producevano gli stessi macchinari.
Qual è la posizione di Unia?
Unia sostiene le negoziazioni fabbrica per fabbrica, presentando una serie di rivendicazioni valide per tutti gli stabilimenti.

Pubblicato il 

11.09.09

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