Due cliniche del gruppo privato Genolier (Sant’Anna di Sorengo e Ars Medica di Gravesano) hanno esternalizzato l’anestesia a una società privata, Hospita Suisse. L’operazione, autorizzata dal cantone, suscita timori. Vediamo perché. Dandone notizia, il portale LiberaTv specifica che l’esternalizzazione è stata autorizzata dal governo su proposta del Dipartimento sanità e socialità diretto da Paolo Beltraminelli. Una notizia che non lascia indifferenti, tanto che Partito socialista e Verdi hanno diffuso un comunicato critico sull’operazione. Un conto è esternalizzare la pulizia degli ospedali (sebbene l’efficacia sia da dimostrare), un altro un servizio di base e vitale nelle sale operatorie. L’anestesia infatti è uno degli aspetti più delicati di un’operazione. La notizia suscita dunque comprensibili timori, considerata anche un pericoloso apripista per altri settori sanitari. Preoccupa soprattutto perché avviene in un contesto, la Genolier, il cui primo scopo è generare i danée o, in altri termini, il profitto economico. Antoine Hubert, il fondatore e grand patron del gruppo Genolier, non ha mai nascosto l’ambizione di far soldi con la salute dei cittadini. E chi investe con lui in questo progetto, non lo fa a fin di bene ma di lucro. Se Genolier opta per un’esternalizzazione dell’anestesia, facile presupporre che lo faccia per guadagnarci. E la neonata società privata pure. Interessante è capire come, poiché di salute dei cittadini si parla. Tanto più che questa operazione inevitabilmente tocca anche gli altri soggetti sanitari presenti in Ticino, dalle cliniche delle fondazioni no-profit agli ospedali pubblici. Quel che fa Genolier nelle sue cliniche non è un affare privato, visto che lo paga la collettività attraverso lo Stato. Sono ben 100 i milioni di franchi che il Canton Ticino spende in più ogni anno, a partire dall’introduzione nel 2012 della riforma Lamal, per coprire i costi delle cure nelle cliniche private. Per dare un’idea dell’importanza della cifra, il Canton Ticino quest’anno presenta un disavanzo di 128 milioni di franchi. Le spese sanitarie private prima del 2012 erano a carico delle casse malattia, ma grazie alla riforma dell’allora ministro Couchepin poi approvata dalle camere federali, sono passate ai Cantoni. Il numero due della sanità privata elvetica, Genolier, l’esternalizzazione dell’anestesia l’ha già introdotta nelle sue altre cliniche in Svizzera. In Romandia ha forti legami con la società privata Anestesia Sa, in sostanza suo unico cliente. Nella Svizzera tedesca si appoggia ad Alpha care. Nel caso specifico ticinese, vi è la particolarità che i medici della società esterna già lavoravano nelle due cliniche Genolier. Nell’anestesia però non vi sono solo i medici. Un ruolo importante lo ricoprono anche gli infermieri. È questa la differenza tra il prima e il dopo l’appalto alla nuova ditta, dove vi sono anche i paramedici. Nessuno può nemmeno garantire che i medici saranno sempre gli stessi, poiché nulla proibisce a Genolier di sceglierne un’altra in futuro. Magari perché economicamente più conveniente. Ritorniamo alle domande centrali nel caso di Genolier. Dove sta il guadagno per Genolier sulle cure di anestesia affidate a una società esterna? La società esterna come ottiene il profitto? E soprattutto, l’esternalizzazione è indolore per il paziente? Da nostre informazioni, in Svizzera tedesca dove le società di servizi di anestesia esistono da qualche tempo (seppur poche) si risparmia sul personale. Non tanto medico, piuttosto infermieristico. Si formano squadre miste con infermieri tedeschi a cui si fa svolgere un Tso, un diploma ottenibile in sei mesi contro i 2 anni dell’infermiere specializzato in anestesia e rianimazione in Svizzera. E costano il 20% in meno, pur rispettando il ccl di settore. Non rassicura sapere che Hospita abbia firmato il ccl delle cliniche private. Questo non eviterebbe il meccanismo di risparmio descritto. Inoltre, se in passato nelle cliniche private gli aumenti salariali erano applicati uniformemente, dall’arrivo di Genolier le cose sono mutate. Quest’anno, le altre cliniche lo hanno concesso, mentre a Genolier il personale dovrebbe ricevere un aumento al merito a giugno e Hospita non ha previsto nessuno scatto. Le cliniche inoltre scaricano sulla società di anestesia la fluttuazione degli interventi, poiché pagano quest’ultima a operazione. Diversamente dal dipendente di una clinica, il cui salario non varia in base agli interventi effettuati, ma in base alla sua presenza e disponibilità nella casa di cura. Una sorta di cottimo sugli interventi, insomma. In una sala operatoria è centrale, vitale, avere un ottimo affiatamento nell’öquipe tra tutto il personale presente. Conoscersi senza bisogno di parlare per intervenire rapidamente, riduce notevolmente i rischi per il paziente. Avere una ditta di anestesisti “nomadi”, che girano di sala in sala, non rappresenta l’ideale. Non è il caso della neonata Hospita ticinese, che, come detto, è composta da medici che già operavano nelle cliniche Genolier ticinesi. Non ora, nel futuro chissà. La porta all’esternalizzazione di un servizio di base nelle cure, il Dss l’ha ormai aperta.
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