Fra realtà e ideali

Far convivere gli ideali con la realtà significa spesso cercare la quadratura del cerchio. La sinistra lo sa e ancora questa settimana ha avuto nuove occasioni per farne l’esperienza. Da un lato con la conclusione alle Camere federali del dibattito sull’allargamento a Est della libera circolazione delle persone, dall’altro, in Ticino, con l’approvazione del Preventivo 2005 del Cantone. L’estensione della libera circolazione delle persone di per sé corrisponde all’ideale internazionalista dei sindacati e della sinistra in generale. E quanto per i migranti sia importante abolire odiose distinzioni fra lavoratori di diverso passaporto l’ha dimostrato la loro reazione al congresso costitutivo del sindacato Unia, quando in discussione c’era la proposta ticinese di lanciare subito il referendum contro l’allargamento a Est. D’altro canto la realtà dimostra che la libera circolazione è anche uno strumento per esercitare una forte pressione al ribasso sui salari e sui diritti di tutti i lavoratori. La strategia sindacale (Uss e Unia) è quindi stata improntata ad un elevato senso di responsabilità, strappando il massimo in fase negoziale sulle misure d’accompagnamento e mantenendo una forte pressione sul parlamento affinché accettasse il pacchetto così come concordato con il padronato. Finora la strategia ha funzionato: si tratta ora di giocare con il potere di ricatto di un possibile appoggio esterno al momento della votazione ad un già certo referendum per imporre che le misure d’accompagnamento negoziate con i bilaterali I siano davvero applicate, cosa che oggi avviene in maniera troppo lacunosa. Altrettanto difficile è stata la partita giocata in Ticino dal Partito socialista sul Preventivo 2005. Un partito che, pensando alla responsabilità di partecipare alla gestione del paese, ha saputo imporre alla destra di sedersi al tavolo delle trattative e di invertire almeno timidamente la rotta sul fronte delle entrate facendo un passo verso l’ideale di una maggiore giustizia fiscale. Certo, questo è avvenuto scendendo a compromessi anche discutibili (nel metodo e nella sostanza) e accettando ad esempio nuovi tagli alla scuola e un odioso aumento del carico fiscale ai danni dei frontalieri. Ma il tabù della defiscalizzazione è stato infranto e più nessuno potrà dare alla sinistra la patente di irresponsabilità. Si tratta di un’ottima base di partenza per contrastare la controffensiva da destra che sembra delinearsi con la revisione del Piano finanziario (cfr. pag. 13), tenendo presente che al caldo a condizionare le scelte politiche c’è sempre l’iniziativa dell’Mps sull’aumento dell’imposizione delle persone giuridiche. Insomma, il 2005 si chiude lasciando in mano alla sinistra e ai sindacati delle ottime carte su due tavoli di estrema importanza. Ma le partite vere sono in programma per l’anno prossimo.

Pubblicato il

17.12.2004 00:30
Gianfranco Helbling