Fisco ticinese ancora in difficoltà

C'è del malcontento fra alcuni contribuenti del Canton Ticino. I documenti della tassazione 2006 vanno presentati entro la fine di questo mese, ma a partire da quest'anno non si potrà più contare sull'aiuto dei funzionari pubblici. Gli uffici circondariali del fisco cantonale hanno infatti esposto bene in vista un cartello: «Avviso all'utenza. Non vengono più compilate dichiarazioni d'imposta da parte dell'ufficio. Il personale è in ogni caso sempre volentieri a disposizione per fornirvi ogni chiarimento necessario. Vi ringraziamo per la comprensione». Si tratta del taglio di un servizio per scelta strategica o di un segnale di un fisco che fa ancora fatica a ritrovare i "giusti binari"? L'abbiamo chiesto a Lino Ramelli, il nuovo direttore della Divisione delle contribuzioni nominato dopo il siluramento di Stefano Pelli, che non nasconde il momento difficile per il fisco cantonale.

Il signor Marzio, pensionato a Lugano, è deluso dalla novità. È appena entrato nell'ufficio circondariale del fisco di Lugano campagna. «Insomma poco a poco ci tolgono tutti i servizi – dice ad area quando si accorge del nuovo avviso "Non vengono più compilate dichiarazioni d'imposta da parte dell'ufficio" –, per me è sempre stato importante poter venire qui e parlare con qualcuno per riempire i documenti delle tasse. Ho difficoltà a seguire tutte le deduzioni e spese varie. Ammetto che non ci capisco molto, è troppo difficile. E per me ogni franco risparmiato è importante, non posso permettermi di sbagliare e pagare magari 400-500 franchi in più come mi succedeva in passato. Quando compilavo i documenti da solo avevo spesso richiami perché le cose non erano fatte bene. Come faccio ora? Proprio non lo so… forse proverò a chiedere aiuto al mio ex sindacato».
Che la Divisione delle contribuzioni cantonale navighi in acque tormentate da ormai un po' di anni – cioè almeno da quando nel 2003 si è passati alla tassazione annuale – è venuto a galla l'anno scorso nonostante le reticenze dell'ex responsabile politico del Dfe, Marina Masoni, e dell'ex direttore del fisco cantonale Stefano Pelli.
Ci è voluta la bufera del "fiscogate", un'inchiesta amministrativa e la denuncia dei media per far ammettere alle autorità che l'alleggerimento del personale della Divisione, le errate scelte politiche e l'aumentata mole di lavoro – dopo il sottovalutato passaggio dalla tassazione biennale a quella annuale – avevano messo in seria difficoltà uno dei settori di attività più sensibili e nevralgici dello Stato. Una volta tolta la direzione del fisco a Marina Masoni, Gabriele Gendotti aveva deciso di cambiare decisamente rotta. Nella primavera scorsa sono state infatti assegnate nove unità al fisco.
Una temporanea boccata d'ossigeno per gli uffici, ma che non sembra però sufficiente per il momento a riportare in acque meno agitate l'attività quotidiana che resta sempre frenetica e volta a recuperare i ritardi. Non fanno fatica ad ammetterlo i tassatori e neppure il nuovo direttore della Divisione, Lino Ramelli.
«La decisione di non concedere più questo servizio (cioè quello di mettere a disposizione dei contribuenti un tassatore per la compilazione della dichiarazione d'imposta, ndr) è dovuta ad una questione di effettivi e di mole di lavoro che ci troviamo ad affrontare. Siamo confrontati con i recuperi dei ritardi».
Il direttore Ramelli ha aggiunto in seguito che «c'è anche l'intenzione di mettere un freno a questo tipo di attività poiché ci sono anche professionisti ed avvocati che ci chiedono di compilare la loro dichiarazione d'imposta. Credo che queste persone possono ricorrere ad un fiduciario».
E chi non può pagare un fiscalista? «Abbiamo voluto limitare il servizio a chi ne ha veramente bisogno. Non ci tiriamo di certo indietro in caso di manifesta difficoltà. È però difficile scegliere un criterio. Per questo motivo e per quelli che le ho esposto prima abbiamo deciso di sospendere questo tipo di consulenza».
Una sospensione che potrebbe rivelarsi controproducente se poi il fisco si troverà nella situazione di dover in ogni caso inviare richiami per mancanza di documentazione o di chiarimenti a chi non è in grado di compilare indipendentemente la dichiarazione. Un'eventualità che il direttore di Divisione si sente di escludere sin d'ora in quanto «la documentazione da allegare alla dichiarazione di queste persone (cioè di chi ha bisogno di aiuto per la compilazione dei moduli fiscali, ndr) è solitamente ridotta e quindi non credo che ci saranno effetti controproducenti».
Insomma, il fisco cantonale è ancora con l'acqua alla gola, con la speranza di "un domani migliore". Nel frattempo l'attenzione e l'impegno sono volti a recuperare i ritardi accumulati nel passato con un conseguente taglio forzato di servizi, come quello della consulenza allo sportello, a cui la popolazione ticinese – soprattutto le persone più bisognose – era abituata. 

Pubblicato il

06.04.2007 04:00
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