La Svizzera è patria di numerosi festival cinematografici. Uno dei più importanti è sicuramente Visions du Réel di Nyon, una kermesse dedicata al documentario o, per meglio dire, al cinema del reale. Le opere presentate durante questa manifestazione sono caratterizzate solitamente da un alto grado di sperimentazione e, a volte, risultano difficili per un pubblico poco avvezzo al documentario d’autore. La situazione che stiamo vivendo ci offre però l’occasione di metterci alla prova come spettatori, andando alla ricerca di nuovi ritmi, nuove immagini e nuove narrazioni. Senza contare poi che Visions du Réel mette a disposizione online e gratuitamente tutti i film in programma fino al 2 maggio (il numero di spettatori è però limitato). Il mondo del documentario artistico, d’autore, sperimentale è molto variegato. Alcune opere hanno la capacità di portarci in mondi sconosciuti o straordinari; altre invece riescono a farci aprire gli occhi rispetto a realtà con cui siamo a contatto quotidianamente. Questo vale anche per quei film che sono dedicati al lavoro. Proprio il lavoro, quest’anno sembra essere uno dei temi forti del programma. Per voi abbiamo scelto tre titoli. ANONYMOUS di Mithunchandra Chaudhari Il documentario del regista indiano Chaudhari è un’opera di denuncia rispetto alle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici dell’industria delle costruzioni indiane. Sono 75 milioni le persone che lavorano nel settore in situazioni davvero disastrose: la loro attività è molto rischiosa, per l’assenza di standard di sicurezza minimi, e i loro salari sono bassissimi. Questi lavoratori sono dei veri e propri reietti della società e l’opera in programma a Nyon ha il merito di farli uscire dall’invisibilità. MY DARLING SUPERMARKET (MEU QUERIDO SUPERMERCADO) di Tali Yankelevich In questo documentario brasiliano, uno dei protagonisti, uno dei lavoratori del supermercato ritratto nel film, si chiede come possa interessare a qualcuno un soggetto del genere. Il supermercato in questione è in effetti una di quelle cattedrali del consumo dove la merce regna sovrana. Nel punto vendita non succede nulla di straordinario, eppure il regista riesce a farcelo amare. A rendere umano, interessante e avvincente questo luogo, sono proprio i lavoratori e le lavoratrici con i loro sogni, i loro pensieri e le loro passioni. Più che un documentario, Meu querido supermercado, è un atto d’amore nei confronti dell’essere umano e della sua capacità di rimanere tale in qualsiasi situazione. THE VIBRANT VILLAGE di Weronika Jurkiewicz Le donne che lavorano alacremente in fabbrica e gli uomini a bere birra al bar. Questo è quello che apparentemente succede nel villaggio ungherese ritratto in questo film. Le donne non fabbricano oggetti qualsiasi ma vibratori, assemblati grazie alle loro mani sapienti e controllati uno per uno con attenzione. Un cortometraggio ironico ma che, nello stesso tempo, fa luce sul processo di produzione di un prodotto che, alle nostre latitudini, non è più un tabù.
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