Fino al 14 luglio 2002 Zurigo ospiterà la 6° edizione del Zürcher Festspiele che quest’anno celebra un unico e grande musicista: Dimitri Shostakovich. Oltre ai sette concerti che verranno presentati per ricordare la personalità ombrosa e contraddittoria di Shostakovich ci sarà anche una programmazione teatrale particolarmente allettante. Allo Schauspielhaus verrà rappresentato The Noise of Time, una trasposizione scenica del quartetto d’archi n. 15 in mi bemolle minore, ultima opera e tra le più toccanti di Shostakovich. La pièce è un viaggio attraverso la vita e il tempo del compositore e nasce dalla collaborazione fra il celeberrimo New Yorker Emerson String Quartett e Simon McBurney, fondatore e regista del Theatre de Complicité di Londra. In questo contesto McBurney, con il suo team di collaboratori, cattura l’essenza di Shostakovich e traccia i contorni della sua vita attraverso un mosaico frammentato cercando equivalenti teatrali per materiale apparentemente non teatrale. Il programma dello Schauspielhaus prevede quindi Endstation America, di Frank Castorf, un’adattamento senza compromessi della pièce di Tennessee Williams, Un tram chiamato desiderio. I personaggi di Williams sono disegnati individualmente come prototipi che trascorrono la loro vita tra la paura di essere defraudati e una nevrotica megalomania. La pièce è una dimostrazione per i pazienti la cui malattia consiste parzialmente nel non essere capaci di esprimere la differenza tra salute e malattia. L’Università del Sud Tennesse, proprietaria dei diritti d’autore dell’opera di Williams, ha trovato che la pièce non rispecchiasse fedelmente l’originale così ha richiesto attraverso un’ingiunzione di cambiare il titolo dell’opera, ecco dunque il motivo per cui la rappresentazione ha assunto il nome di Endstation America. Un altro teatro cittadino, il Neumarkt Theater presenta Struwwelpeter (Pierino Poscorpino), una «junk opera» ispirata all’omonimo racconto per bambini del dottor Heinrich Hoffmann, messa in scena dai registi britannici Julian Crouch e Phelim McDermott. Sulle note di Martyn Jacques, della band cult inglese The Tiger Lilies, il proscenio diventa teatro di strani avvenimenti, dove mostri veri e falsi fanno la loro comparsa e i genitori di Pierino Porcospino sono vittime dei propri metodi educativi. Uno spettacolo orribilmente bello! L’Opernhaus propone diversi classici tra cui due opere mai eseguite ai Festspiele: la Carmen di Bizet, diretta da Michel Plasson e il Rigoletto di Verdi, messo in scena da Gilbert Deflo e diretto da Nello Santi. La città sarà animata anche dai Kontroversen, un ciclo di dibattiti dove si esplorerà il tema della dissidenza nell’arte. Punto di partenza di questo percorsa sarà naturalmente la figura di Shostakovich. www.zuercher-festspiele.ch. |