Fantasmi del presente tedesco

Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Bild am Sonntag il 68 per cento dei tedeschi è favorevole a vietare questo partito, mentre il 24 per cento è contrario. Non è un fatto che passa inosservato. La stessa cancelliera tedesca Angela Merkel appare molto provata dalle decisioni che si appresta a prendere. Non solo è necessario contrastare partiti e organizzazioni di estrema destra ma, in vista delle elezioni politiche del settembre del 2013, fare una buona campagna elettorale, dopo gli ultimi risultati, certo non eclatanti, del partito della cancelliera (Cdu) del gennaio scorso in Bassa Sassonia.


Dopo anni di accese discussioni e polemiche in Germania, i Länder tedeschi hanno deciso nei mesi scorsi di chiedere alla Corte costituzionale federale di vietare il partito di estrema destra, la Nationaldemokratische Partei (Npd). Mentre da una parte la richiesta dei Länder incontra resistenze della cancelliera Angela Merkel – finora molto scettica sulla questione – dall'altra c'è il forte timore che con la sentenza favorevole alla messa al bando del partito, possano nascere nuove formazioni di destra. In sostanza, il “divieto” lascerebbe campo libero a un nuovo partito neonazista tedesco, Die Rechte, di vedute ancora più radicali della Npd. Il partito

Npd , fondato da Adolf von Thadden, è comparso per la prima volta sulla scena pubblica tedesca cinquant’anni or sono.


Attivisti della Linea Nazionale, il cui leader politico è Holger Apfel, possono essere solo appartenenti alla razza ariana, come scritto nello statuto di questa organizzazione, che diffonde messaggi propriamente razzisti, sciovinisti e antisemiti.


La Germania di oggi, è chiaro, non è riuscita a restare immune da casi di nazionalismo estremo. Eppure, la comparsa di un gruppo di estrema destra è un singolare paradosso se si pensa che il paese ha pagato a caro prezzo il suo passato. Infatti, è dal 2001 che le autorità tedesche tentano di mettere fuorilegge la Npd senza riuscire a ottenere risultati concreti, e questo perché la Corte costituzionale aveva proprio allora stabilito che le prove raccolte erano inattendibili e che, comunque, non andavano inserite nel fascicolo del processo per la sua messa al bando. La ragione di questa anomalia sta nel fatto che tra le prove raccolte dagli informatori infiltrati dell'Ufficio federale e degli Uffici regionali per la protezione della Costituzione, i cosiddetti V-Männer, risultava un curioso elenco di persone che figuravano sia nelle file del partito dell'ultra-destra che nella lista degli stessi informatori. Dunque, l'attività di ricerca svolta tra il 2001 e il 2003 non è andata a buon fine; tuttavia si è riusciti a dimostrare che la Npd lavora per rovesciare l'ordine costituzionale in Germania, con lo scopo di diffondere l'odio razziale e la lotta alla democrazia.


«Tutti devono sapere – ha dichiarato il ministro dell'Interno tedesco Hans-Peter-Friedrich – che l'atto del “divieto” può portare a rischi enormi». Friedrich ha inoltre voluto sottolineare l'importanza della verifica dei membri appartenenti all'Ufficio per la protezione della Costituzione, prima di avviare il processo di soppressione del partito.


In Germania l'apologia del nazismo è considerata un reato ed il problema alla base di manifestazioni di questo tipo è, come sempre, la mancanza di prospettive dei giovani. L'insoddisfazione accumulata li porta alla radicalizzazione di una ideologia politica. L'ignoranza e il senso di impotenza sono il prodotto di una sottocultura provocata da una profonda crisi economica, che mette avanti i bisogni materiali trascurando elementari nozioni di educazione civica. E allora, senza una prospettiva futura, è davvero difficile che qualcuno si possa sentire membro a pieno diritto di una società che colloca i giovani in posizione sofferta, da perdenti. È quindi il principale obiettivo dei giovani neonazisti diffondere e alimentare la paura del “diverso” tra la popolazione.


C'è poi anche la questione irrisolta delle aggressioni e degli omicidi di questi ultimi anni, che hanno stravolto e inquinato gli apparati giudiziari e di polizia del paese; al punto da costringere alle dimissioni Heinz Fromm, ex capo dell'Ufficio federale per la protezione della Costituzione e l'Antiterrorismo, coinvolto nella scandalosa vicenda delle indagini “sospette” sul gruppo terroristico neonazista (Nsu) i cui membri, due uomini e una donna – l'unica a essere rimasta viva e ad affrontare il processo – avrebbero ucciso tra il 2000 e il 2007 nove immigrati di origine turca, un greco e una poliziotta. Vi è dunque il sospetto che l'Ufficio per la protezione della Costituzione e l'Antiterrorismo abbia in realtà avuto un ruolo fondamentale nella distruzione di documenti e dei files che avrebbero potuto rivelare, secondo quanto riporta il settimanale Der Spiegel, il consenso alla cellula neonazista Nsu nel portare a termine alcuni delitti. «È chiaro che il Servizio di sicurezza ha violato il codice etico e ha qualcosa da nascondere”, ha dichiarato un membro della sinistra tedesca, Die Linke. Ora è essenziale recuperare i dati andati perduti e cercare di capire che cosa esattamente sia successo.
Su questo sfondo così incerto pesa l’ombra sui servizi di sicurezza, sulle nuove destre che rifiutano l’etichetta di “estreme”, sugli omicidi compiuti nell’arco di tutti questi anni, sull’intolleranza e la discriminazione, ritenuti comportamenti contrari al senso di giustizia. È un altro spettro che la Germania deve rimuovere: una condizione ritenuta essenziale per la stabilità dell’Unione europea.

Pubblicato il

07.02.2013 16:02
Natascia Orazi