«Dov’è andato a finire lo Stato che si occupa del bene comune? Lo Stato che promuove un’imprenditoria sociale e una società sana?». Sono alcune delle domande poste dall’Associazione ticinese fabbricanti mobili e serramenti, in una lettera inviata al Municipio di Lugano, in relazione al pontile di legno sul lungolago cittadino. «Come associazione di ditte oneste siamo sconvolti. Possibile che il Municipio della città più importante del Ticino con i suoi servizi non sia in grado di valutare la capacità tecnica di un imprenditore proposto per un concorso ad invito? Chi doveva controllare l’operato dell’architetto Huber non si è accorto che il concorso su invito per opere di falegname si rivolgeva unicamente a ditte non tipiche del settore?». Almeno una ventina di ditte locali potevano svolgere quel lavoro, segnala l’associazione dei falegnami ticinesi. «Chi ha deliberato il lavoro alla Franco dell’Oro Sa, specialista in arredamenti per bar, già sapendo che non sarebbe stata in grado di concludere in proprio questo lavoro, perché ha voluto promuovere un subappalto a una ditta già sulla lista nera dell’Ufficio esecuzioni e facente capo allo stesso personaggio della fallita Ringhio Sa?». L’associazione di categoria chiude la propria lettera all’esecutivo luganese con un’amara convinzione e una richiesta. «Stimato Municipio, sono troppe le domande aperte. Siamo convinti che sotto questa spiacevole storia ci siano interessi particolari da nascondere. Chiediamo pertanto che venga istituita una commissione d’inchiesta indipendente che chiarisca le responsabilità, faccia piazza pulita e riporti alle ditte oneste un po’ di speranza e fiducia nel futuro andata persa in questa penosa faccenda».
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