L'editoriale

Il vero problema della sanità elvetica non è l’aumento dei costi delle cure, ma il carattere fortemente antisociale del sistema di finanziamento. È bene ricordare questa verità all’indomani dell’annuncio del nuovo ennesimo sensibile aumento dei premi per l’assicurazione malattie nel 2017: più 4,5 per cento per gli adulti, più 5,4 per i ragazzi tra i 19 e i 25 anni e più 6,6 per i bambini. E queste sono percentuali che dicono ancora poco perché si tratta di medie calcolate su scala nazionale: a dipendenza del cantone di residenza, della cassa malati e del modello assicurativo, l’aumento raggiunge anche il 14-15 per cento!


Guardando all’evoluzione dall’introduzione della Legge sull’assicurazione malattie nel 1997, si scopre che i premi sono più che raddoppiati. I salari reali per contro sono cresciuti di poco più del 10 per cento, le pensioni sono rimaste immutate, i costi di cura a carico dei pazienti (franchigia minima, partecipazione ai costi) sono aumentate e per le persone in difficoltà è sempre più difficile ottenere i sussidi che regolarmente finiscono nel mirino dei programmi di risparmio dei Cantoni.


L’impennata dei premi ci viene sempre spiegata con la presunta “esplosione” dei costi della salute, dovuta all’invecchiamento della popolazione, al fatto che i cittadini si recano troppo spesso dal medico, “abusano” del pronto soccorso degli ospedali, consumano troppi farmaci eccetera. Si tende insomma a colpevolizzare i pazienti, l’anello più debole della catena e il meno colpevole. Perché nel mercato sanitario è l’offerta a generare la domanda e non viceversa e dunque casomai si dovrebbe andare a bussare alle porte delle cliniche private impegnate in un’assurda corsa agli “armamenti tecnologici”, degli studi medici di specialisti esosi o dell’industria farmaceutica.


Ma al di là di questi aspetti, va sottolineato come in realtà non assistiamo a una “esplosione” della spesa sanitaria, perché essa non va valutata per il suo valore assoluto bensì per il suo rapporto con il prodotto interno lordo (l’indicatore della crescita che rileva la percentuale di ricchezza che si aggiunge in beni e servizi in un determinato periodo di tempo), da cui risulta che negli ultimi 15 anni è sì cresciuta, ma parallelamente all’economia, in modo normale insomma.


A esplodere sono i premi per l’assicurazione malattie. Un fenomeno che si spiega essenzialmente con il sistema di finanziamento della sanità in Svizzera, caratterizzato dal crescente disimpegno dello Stato e da un continuo trasferimento di oneri agli assicurati e ai malati. I costi della sanità (71 miliardi circa) vengono infatti coperti solo nella misura di un terzo (33%) dallo Stato attraverso un sistema equo, cioè con le imposte che tutti noi paghiamo in funzione del nostro reddito: chi guadagna di più paga di più.


Il 37% della spesa è invece finanziato con i premi di cassa malati uguali per tutti, ricchi o poveri che siano, e un altro 18% direttamente dai pazienti sotto forma di franchigia, partecipazione ai costi, spese dentarie eccetera (imprese e assicurazioni private si assumono il restante 12%). Questo sistema di finanziamento rende la Svizzera uno dei paesi più antisociali d'Europa perché qui per la sanità chi più ha meno paga e chi meno ha più paga.   


È dunque su questo fronte che si deve intervenire, e pure urgentemente, se non si vogliono portare le famiglie di questo paese al fallimento.

Pubblicato il 

06.10.16
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