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Effetto soglia
di
Martino Rossi
Ben vengano le critiche allo stato sociale, purché mirate a migliorarlo. In "area" del 19 maggio abbiamo trattato degli "abusi". Ora, il settimanale "L'Hebdo" dell'8 giugno ha sbattuto in prima pagina un mostro – conosciuto e temibile – delle prestazioni sociali per chi non supera un certo limite di reddito: l'effetto soglia. Concetto difficile, ma semplice nella sostanza: talvolta, chi guadagna meno o nulla finisce per disporre di più, grazie alle prestazioni sociali e alle esenzioni fiscali.
Un esempio è quello di due pensionati di Neuchâtel, uno che ha lavorato in parte all'estero e versato pochi contributi all'Avs, l'altro che ha contribuito regolarmente, anche al secondo pilastro. Il primo riceve 15 mila franchi dall'Avs e nulla dalla previdenza professionale. Il secondo, 25 mila franchi dal primo pilastro e 12 mila dal secondo. Il primo ha dunque diritto alle prestazioni complementari (15 mila franchi di Prestazioni complementari), il secondo no. Il reddito lordo del primo è 30 mila franchi e quello del secondo 37 mila. Poiché l'Avs e il secondo pilastro sono imponibili e le Prestazioni complementari no e, inoltre, a chi riceve le Prestazioni complementari viene rimborsato il premio dell'assicurazione malattia, le spese per la salute e anche il canone radiotelevisivo, il più "povero" finisce per ritrovarsi più "ricco" di circa 4 mila franchi l'anno.
Un secondo esempio riguarda non i "poveri" ma il "ceto medio": due famiglie ginevrine con tre figli agli studi. Reddito da lavoro della prima, 70 mila franchi; borse di studio cui ha diritto, ben 50 mila 316 franchi; reddito imponibile (le borse sono esenti) 42 mila 320 franchi; imposte 188 franchi. Reddito della seconda famiglia, 120 mila franchi, oltre la soglia che dà diritto alle borse di studio; imponibile 82 mila 320 franchi; imposte 9 mila 585 franchi Morale della favola: una volta pagate le imposte, la famiglia che guadagna 120 mila franchi si ritrova con 110 mila 415 franchi disponibili, e quella con il salario di 70 mila franchi con 120 mila 128 franchi.
È evidente l'iniquità di queste situazioni. È meno evidente che l'effetto soglia rappresenti un disincentivo al lavoro. Nel caso di Neuchâtel si tratta di pensionati.
Nel caso di Ginevra, entrambi i genitori maschi lavorano al 100 per cento, uno come meccanico, l'altro, più pagato, come fisioterapista, mentre le mogli (con tre figli e un marito sulle spalle) sono casalinghe. Molto chiara è la causa principale dell'iniquità: il mancato coordinamento fra fiscalità e prestazioni sociali.
L'Hebdo loda il Ticino per avere affrontato globalmente il problema. L'allusione è alla Legge sull'armonizzazione e il coordinamento delle prestazioni sociali. Peccato che quella legge viene a poco a poco stravolta, per presunti motivi di risparmio: le borse di studio si sono chiamate fuori, e il criterio chiave del reddito disponibile (reddito netto, meno premio cassa malati, meno imposte) viene abbandonato, rinunciando al computo dell'onere fiscale per valutare la situazione dei richiedenti.
Fra il dire e il fare…
Pubblicato il
23.06.06
Edizione cartacea
Anno IX numero 25
Rubrica
Dire e fare
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