Una perdita di oltre 31 milioni di dollari. Questo è il risultato operativo 2024 della Duferco SA di Lugano, storica società attiva nel commercio mondiale dell’acciaio. Una perdita che emerge dai bilanci contabili depositati di recente in Lussemburgo, dove ha sede la casa madre del gruppo, la Duferco International Trading Holding (DITH). Il bilancio consolidato di quest’ultima è anch’esso negativo – meno 5,8 milioni di dollari –, ma a pesare è soprattutto il pessimo risultato della controllata ticinese che già nel 2023 aveva registrato perdite per 17,5 milioni di dollari. Una situazione in netto contrasto con quanto avveniva solo fino a qualche anno fa. Nel 2022 la Duferco SA aveva realizzato 56,2 milioni di dollari di utili netti, mentre l’intero gruppo DITH aveva raggiunto i 263 milioni di dollari. Quell’anno, anche a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, i prezzi e la volatilità dell’acciaio erano aumentati notevolmente, consentendo alle aziende attive nel trading di ottenere grandi margini operativi. Oggi non è più così: “Prezzi bassi e una situazione di mercato competitivo erodono i margini” si legge nel bilancio consolidato del 2024 di DITH. A preoccupare meno è invece la tendenza protezionistica, aumentata con l’arrivo alla presidenza degli Stati Uniti di Donald Trump: “La redditività in mercati protetti come gli Stati Uniti e l’Australia può essere estremamente remunerativa se si è in grado di gestire i complessi meccanismi di esclusione tariffaria”, scrive il CEO Matthew De Morgan nel rapporto. Certo è che il risultato negativo di DITH arriva in un contesto particolarmente incerto per il futuro stesso del gruppo che in Ticino impiega oltre 250 persone, ma che nel corso degli ultimi anni ha allontanato vari impiegati con grande esperienza. Dal 2025 la DITH è quasi interamente nelle mani del gruppo pubblico cinese HBIS, uno dei principali produttori mondiali d’acciaio, che nel 2014 aveva acquisito una quota di maggioranza dal fondatore Bruno Bolfo. Oltre a Duferco SA, tramite DITH i cinesi controllano anche altre società ticinesi, come quella che possiede un’acciaieria in Macedonia o un’altra che gestisce degli asset in America Latina. Negli scorsi mesi tra gli addetti ai lavori della piazza di Lugano ci si interrogava su cosa avrebbe fatto la proprietà cinese una volta preso il controllo assoluto: avrebbe mantenuto la sede operativa in Ticino oppure avrebbe delocalizzato le attività di trading verso altre mete più vicine al proprio centro d’interesse e economicamente più attrattive (Dubai, Singapore, Hong Kong)? >> LEGGI ANCHE: E se la Duferco cinese lasciasse Lugano? Una situazione che dovrebbe preoccupare non solo gli impiegati, ma anche la città di Lugano (e il Cantone) di cui l’azienda, fondata nel 1982, è stata per anni uno dei più importanti contribuenti fiscali. Se l’addio, nel 2022, delle società di trading controllate dagli oligarchi russi era stato compensato dagli ottimi risultati ottenuti dalle altre aziende del settore, che avevano macinato utili grazie alla volatilità generata dal contesto di crisi internazionale, oggi la situazione potrebbe essere cambiata. In questo contesto le prospettive sul futuro di Duferco non sembrano delle migliori. La voce che gira con sempre più insistenza tra gli addetti ai lavori è quella che vede la HBIS desiderosa di sbarazzarsi della DITH, azienda divenuta troppo burocratica e con un modello di business considerato non più attuale. Dopo alcuni tentativi falliti di venderla ad altre società statali cinesi, si sarebbero fatti avanti alcuni fondi d’investimento, il cui obiettivo è notoriamente quello di operare tagli per rendere più redditizio l’investimento. In pole position sembrerebbe esserci l’International Holding Company (IHC), grosso fondo basato ad Abu Dhabi e controllato dallo sceicco Tahnoon bin Zayed Al Nahyan. Quest’ultimo, membro della famiglia regnante e consigliere alla sicurezza nazionale degli Emirati Arabi Uniti, è stato in passato al centro di alcune controversie finanziarie e di spionaggio. L’IHC avrebbe inviato in questi giorni in riva al Ceresio alcuni esperti di una società britannica specializzata per effettuare un esame dettagliato degli aspetti economici e aziendali ("due diligence") di Duferco. Le prossime settimane dovrebbero essere decisive per vedere se la storica azienda ticinese passerà dalle mani della Repubblica popolare cinese a quelle dello "Sceicco spia" dell'Emirato di Abu Dhabi. |