«Drag con me?»

C’è un linguaggio, alcuni dicono un sottolinguaggio, che è nato e prospera grazie al telefono cellulare. È quello degli Sms che ha semplificato e ridotto la grammatica con lo scopo di far risparmiare lettere e quindi soldi agli utenti. «Sei» intesa come seconda persona del verbo essere si scrive «6»: «per» si scrive «x», «baci» si scrive xx, la ch diventa k. Quindi: «tanti baci per te che sei il mio amore» diventa «xxx x te ke 6 il mio amore». Un altro risparmio lo si ha se si sostituisce la parola – mettiamo «amore» – con un disegnino: cuore, micio o maialino, se si vuole aggiungere una nota maliziosetta. Non romantico come una lettera scritta a mano su carta profumata di violetta , ma rapido ed efficace. E non è tutto qui. I nuovi cellulari sono dotati di un programma ancora più rapido che va sotto il nome di «scrittura intuitiva» e che permette di pigiare due volte lo stesso tasto e ottenere comunque un cambio di lettera. Si evita così la noiosa ricerca della lettera giusta dal gruppo di tre o quattro lettere che ci sono su ogni tasto. La parola «bacca» , per esempio, la si ottiene schiacciando cinque volte il tasto corrispondente al numero 2 (abc). Il programma cerca a tentoni e «indovina» le parola in base a un presunto senso compiuto. C’è un dizionario per ogni lingua e parole del linguaggio corrente. Anche parolacce. Non sto qui a elencare, potete divertirvi a provare. Basti sapere che certe parole del gergo volgare corrente ci sono, altre no. Certi organi sono contemplati, altri no. Lo stesso vale per certi verbi e avverbi assolutamente normali che però per qualche ragione il programma di scrittura intuitiva non considera. Ma i furboni che hanno inventato il programma (che secondo me si sono fatti un sacco di risate) hanno previsto anche un tasto (*+) che fornisce altre combinazioni possibili. È affascinante come ogni parola va formandosi man mano che si aggiungono le lettere: una continua metamorfosi. Ma il risultato finale non è sempre quel che si desidera. Così un’ esclamazione come «sono fuso» evoca al primo colpo il rigor mortis e al secondo l’europeismo convinto. Solo alla quarta opzione arriva «fuso», passando nell’ordine per «duro», «euro» , «durò». Quando poi il sistema di scrittura è in difficoltà ti invia il suo sconcerto sotto forma di punto interrogativo e segnale sonoro, dandoti la possibilità di commutare sul dizionario normale. Per farla breve, non tutto si può dire. Una certa parlata «hard boiled» alla Sanantonio o alla Bukowski risulta impossibile. Esempio di corteggiamento via Sms fra ganzo e bellona che non vuole saperne. LUI: «Ciao bella diga». LEI: «Togliti dai coglimof, faccia da riplc». (Fin qui, con un po’ di russo maccheronico e uno sforzo anagrammatico il tanghero potrebbe capire l’antifona, ma decide di non mollare la presa.) Lui: «Drag (= esci) con me bambola?» (Interpretazione interessante del dizionario intuitivo, non c’è che dire!). LEI, scocciata: «Mi hai sotto», (rotto non è contemplato e il cambio di senso è palese). LUI: «Lo sai ke 6 1 gran bella imacca». LEI: «Ma vadeanatlo»! LUI: «Ke cazzo dici?» LEI: «Non hai capito eh, faccia di nerec? Te lo scrivo meglio: Va a fare via il culm!»

Pubblicato il

22.03.2002 13:30
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