Ora, con rispetto parlando, ci manca solo l'avvocato degli animali. Già permettiamo agli stranieri di avere un rappresentante legale quando vengono processati. Tant'è, presto ci toccherà votare anche questa proposta. Non bastava aver emancipato le bestie dallo statuto di cose adesso qualche politico somaro si è fatto venire anche una sensibilità animalista, chissà perché... Va bene, ammettiamo pure che le bestie abbiano bisogno di avvocati. Quali bestie? Tutti pensano a cani, gatti o al massimo a mucche e cavalli. E fin lì… Ma se poi a querelarci fosse il criceto? Pensavi di avergli dato tutto: segatura, una ruota, mangime a volontà. E il piccolo ingrato ti denuncia perché non vuol più vivere in gabbia, la schiavitù per gli uomini è stata abolita (purtroppo), perché i criceti dovrebbero ancora sopportarla? D'altra parte anche il cane potrebbe trascinarti in tribunale per ingiuria visto che una volta ti è scappata un'imprecazione ("porco cane!"). Assurdo! E poi? Potrò ancora mettere l'anti-tarme negli armadi, dare il vermifugo a Fido (così impara a querelarmi, vedi sopra) o praticare la pesca con la mosca? L'avvocato degli animali è lì in agguato come un caimano a bordo fiume (sto mancando di rispetto a qualche rettile?).
Avanti di questo passo, ambientalisti oltranzisti potrebbero chiedere anche l'istituzione di un avvocato delle piante, possiamo già chiamarlo l'Azzeccacespugli (ah, ah!). No, non ce la farei proprio a reggere l'accusa del ficus di casa per le mie negligenze (poca acqua, poca luce, il concime mai). Posso o non posso potare le rose? Va bene, lasciamo pure che l'erba cresca come vuole con dentro lombrichi, vipere e rospi. Non c'è requie per chi cammina su due zampe.
Soprattutto, poi chi ce lo paga? È un lusso che non possiamo concederci in un periodo come questo di vacche magre (offendo qualcuno?). San Francesco poteva permettersi di parlare agli uccelli perché era ricco di famiglia, se no l'unico volatile buono sarebbe stato il pollo da tirargli il collo.
La soluzione alternativa più semplice è questa: gli animali vogliono un avvocato? Se lo cerchino tra le loro file. Non so, c'è il merlo indiano che è abile con le parole e veste già la toga nera. Il pappagallo no, è impresentabile, combinato da pagliaccio e ripetitivo nelle requisitorie. Tra l'altro, partirebbero anche avvantaggiati, chi non darebbe ragione alle accuse lanciate da un crotalo? Ma la questione è questa, care creature della terra, non dobbiamo mica sobbarcarci tutto noi umani. D'altra parte non ho mai sentito una renna difendere un finlandese. Le cose devono essere reciproche se vogliamo un po' più  di giustizia a questo mondo.
Noi per diventare quel che siamo abbiamo millenni di evoluzione alle spalle. I tribunali li abbiamo inventati noi. Se qualche bestia si appassiona alla nostra giurisprudenza non avrei niente in contrario ad aprire le facoltà di diritto anche a lemuri e facoceri, per dire. Basta che paghino le rette universitarie. Prima lezione: i diritti sono una questione di censo non di specie.

Pubblicato il 

12.02.10

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