Doping: la classifica della scusa marcia e spudorata

In collaborazione con la S.a. nonché sito underground www.fraud & swindle unlimited (frode e truffa) presentiamo la lista delle 10 scuse più impossibili della storia. Si ringrazia: Mr. Malacoda (Ceo), Mr. Furfarello (amministratore unico) e i membri Mr. Alichino, Mr. Libicocco e Mr. Calcabrina, che dai gironi bassi hanno mandato il loro autorevole parere.
1. Franck Vandenbroucke, ciclismo, Belgio.
«L'eroina, i corticosteroidi, l'epo e gli anabolizzanti li tenevo in casa non per me ma per il mio cane vecchio e ammalato». Non creduto, squalificato per 2 anni, attualmente rovinato dal "pot-belge", l'intruglio che si preparava in casa.
2. Dennis Mitchell, atletica, Usa.
«Ho fatto l'amore 4 volte in una notte e ho bevuto 5 bottiglie di birra». Mitchell, portaparola degli atleti Usa, olimpionico nella 4x100 a Barcellona '92 è stato creduto e assolto; (ma se un maschio della specie umana si ripete 4 volte in una notte il suo tasso di testosterone più che alzarsi, non dovrebbe prosciugarsi come un rigagnolo nel deserto?).
3. Robert Fazekas, atletica, Ungheria, vincitore nel disco ad Atene 2004.
«Je suis timide, j'ai eu une éducation catholique». Frase ridetta all'ufficiale medico francese (in francese), insospettito dagli strani e convulsi movimenti dell'olimpionico e dalla sua reticenza a produrre qualche millimetro di urina. A una più attenta  osservazione il medico scoprì che Fazekas teneva nascosto nel retto un contenitore di gomma collegato all'esterno con una cannuccia che terminava  sotto il pene, fissata con scotch trasparente. Fazekas non riusciva ad aprire una valvola che regolava il deflusso di urina pulita. Squalificato per 2 anni.
4. Ludmila Engquist-Naroshilenko, atletica, Svezia, ex Urss.
«Mio marito ha scoperto una mia tresca: per vendetta mi ha messo il testosterone nel caffelatte». Il suo marito nonché manager Engquist ha confermato ma i due non sono stati creduti: Ludmila è stata squalificata a vita. Era stata olimpionica nei 100 ostacoli nel '92.
5. Kelly White, atletica, Usa, vincitrice dei 100 e dei 200 metri ai mondiali di Parigi 2003, tempi di reazione: 120/140 millesimi di secondo allo sparo dello starter.
«Soffro di narcolessia come altri membri della mia famiglia: è una malattia di origine africana, tendo ad addormentarmi in pieno giorno». Kelly era trattata dal laboratorio Balco con il Thg e con lo stimolante Nodafinil. Non creduta, 4 anni di squalifica.
Fine della prima puntata. Nella seconda ci sarà spazio anche per un'esclusiva top 3 in collaborazione con il dissolto sito del Limbo: i premiati non si sono esposti personalmente mandando avanti medici, amici e amanti.

Pubblicato il

21.12.2007 14:00
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