Donne, questo è un ultimatum!

Non c'è peggior sorda di una grigionese che non vuol sentire. Ma se l'Unione democratica di centro svizzera ha detto che l'usurpatrice Eveline Widmer Schlumpf deve andarsene dal consiglio federale mi pare che il messaggio sia chiaro. Possiamo ancora tollerare il seggio abusivamente occupato dal panzone bernese – che perlomeno è un uomo – ma l'altro scranno Udc deve andare a un degno rappresentante del partito. Chi meglio di Christoph Blocher? Il più amato dagli svizzeri. Ci sono forse dubbi sul fatto che chi vota Udc ama Blocher? No. Dunque è il 30 percento del popolo elvetico che piange la dipartita del tribuno zurighese. D'accordo, il 30 per cento non è il 100, ma bisogna guardare alla qualità degli elettori non solo al vecchio criterio della quantità. I dati che una democrazia esprime vanno soppesati, valutati e corretti dove non ci convengono. Solo gli stolti prendono le cifre alla lettera: se sono cifre non sono lettere. Chiaro?
E poi perché Blocher nel fiore dei suoi anni verdi ha dovuto prematuramente abbandonare una carriera politica che tra dieci, vent'anni chissà dove l'avrebbe portato? Cosa sono oggi 70 anni? La gioventù! Anzi, politicamente sono un'infanzia (per una volta l'Italia fa scuola e anche un po' ospizio). Lo ha capito persino il presidente dell'Udc, Toni Brunner, che è poco più di un lattante.  
Cosa è successo invece? Tra Blocher, giovane promessa della politica svizzera, e il suo posto in governo si è intrufolata la perfida donna che da tempo tramava nell'ombra delle valli retiche. Un complotto ordito contro natura: quante volte dobbiamo ripeterlo che quella donna è rea del più inconfessabile dei peccati. Tremo al solo scriverlo: ha congiurato in combutta coi socialisti, nostri naturali nemici più dei lupi e degli orsi. Meglio un patto con Belzebù che un favore della sinistra. Ora non può più salvare né l'anima né il seggio. Deve andarsene. È un ultimatum. Un po' di latino lo dovrebbero capire anche nei Grigioni. E non ci faremo certo intimidire da quattro casalinghe che sono scese in piazza davanti a palazzo federale per difendere la loro rappresentante. Ma cosa vogliono 'ste donne? Già possono votare, poi si sono anche fatte eleggere e ora vogliono addirittura rubare il posto agli uomini?
Va bene, per protestare contro l'estromissione di Blocher dal consiglio federale non c'è stata quella mobilitazione popolare. Ciò è successo solo per un senso di civiltà, perché nessuno in coscienza se l'è sentita di perturbare il traffico cittadino e di mettere a soqquadro una piazza pubblica, ma col cuore eravamo tutti con lui come un sol uomo in un'unica osteria.
Alla fine di questa triste parabola rimane una grande tristezza per tutte le frammentazioni che produrrà. Bisognerà asportare la sezione malata grigionese dal corpo sano del partito nazionale. Fortuna che i giovani retici hanno dichiarato che rimarranno fedeli ai blocheriani succedesse l'inevitabile. Una speranza per il futuro. Un monito alla donna del "divide et impera" dopo una votatio non petita. In vino veritas.

Pubblicato il

18.04.2008 14:00
Flavia Parodi