"Divoora il nostro salario”

Agitazione sindacale dei corrieri di Divoora per condizioni di lavoro dignitose

Oggi non ordinate cibo da Divoora. Per un duplice motivo. Il vostro cibo, semmai dovesse arrivare, lo farà con estremo ritardo. Ma questo è un motivo grezzo, quello nobile è dovuto al motivo del ritardo: non ordinando a Divoora oggi esprimerete la vostra solidarietà ai loro dipendenti, oggi in agitazione sindacale. Le motivazioni dell’agitazione le hanno espresse a viva voce le corriere e i corrieri di Divoora in una conferenza stampa in Piazza Riforma di Lugano. «Siamo persone con famiglie, onesti e svolgiamo il nostro lavoro con dignità. Siamo arrivati a Natale, affranti e frustrati, con salari miseri. Pretendiamo dall’azienda che ci paghi tutte le ore per cui siamo a disposizione e un contratto dignitoso e legale» ha riassunto un corriere in Piazza Riforma a Lugano (si veda video a fine articolo).

 

Le lettrici più attente ricorderanno la denuncia sindacale di qualche settimana fa del nuovo contratto imposto ai dipendenti Divoora, da sottoscrivere nel giro di 24 ore, stando al quale dal primo dicembre sarebbero stati pagati al minuto (35 centesimi) solo il tempo di consegna dal ristorante al cliente. Viaggio di ritorno e tempo di attesa tra una comanda e l’altra in cui il lavoratore è a disposizione dell’azienda, non è retribuito.

 

Una modifica contrattuale che ha fatto insorgere le corriere e i corrieri, in particolare quelli per cui quel lavoro costituisce la fonte principale di reddito. Non degli studenti che arrotondano insomma, ai quali cambia poco se guadagnano qualche franco in meno su quelle poche ore di servizio. Sì, perché uno dei primi miti da sfatare sulla cosiddetta ”economia dei lavoretti”, è che essa in realtà per garantire l’operatività del sistema si fonda su un nucleo duro di collaboratori fissi. Non è possibile infatti assicurare un sistema affidabile di consegne senza una base di personale sempre disponibile per eseguirlo. E sono proprio quest’ultimi che si sono rivolti in massa al sindacato Unia per chiedere protezione dalle ultime modifiche contrattuali che hanno portato a una drastica riduzione dei loro redditi.

 

Il sindacato, giudicando illegale il tempo a disposizione del datore non retribuito, ha avviato una trattativa con i vertici aziendali di Divoora. A un passo da una soluzione condivisa, l’azienda ha poi fatto retromarcia invocando la necessità di avere maggiore tempo per riflettere. Al contempo, negli ultimi giorni l’azienda ha ingaggiato diversi nuovi lavoratori, soprattutto frontalieri, ai quali hanno dovuto fornire una decina di scooter appositamente acquistati poiché la legge vieta di circolare con auto targate in Italia per fornire attività di consegna sul territorio cantonale.

 

Il sindacato sospetta che il temporeggiamento nella trattativa sia solo un’astuzia aziendale finalizzata a guadagnare del tempo. Da un lato, assicurandosi nuova manodopera per fronteggiare eventuali scioperi e al contempo dividere i lavoratori con un gruppo di nuovi assunti a condizioni peggiorative, seppur leggermente migliorative di quelle attuali. Gli assunti di questi giorni infatti, sono pagati a tempo di consegna, mentre il tempo di attesa, attualmente non riconosciuto ai "vecchi" dipendenti, sarebbe retribuito al 20%, ossia poco più di quattro franchi l’ora.

 

«Un atteggiamento ignobile» lo ha qualificato Giangiorgio Gargantini, segretario del sindacato Unia, aggiungendo: «È questo il modello economico “moderno” che Divoora vorrebbe introdurre alle nostre latitudini, col chiaro intento di scaricare sui lavoratori il rischio aziendale pagandoli una miseria. È come se un cameriere fosse pagato al minuto il tempo di consegna del pasto dalla cucina al tavolo del cliente, mentre il resto del tempo ricevesse quattro franchi l’ora».

 

«Questo - ha detto ancora Gargantini - succede in Ticino e non altrove in Svizzera. E non succede nemmeno quando Divoora lavora fuori dal Ticino. Accade solo nel povero Tisin!». Un modello economico che più della modernità richiama la preistoria. «Divoora, ascolta i tuoi driver, rispettali e paga loro il dovuto» ha concluso il sindacalista.

 

Pubblicato il

23.12.2021 13:04
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