Direttiva Mssl, la conoscete?

Chi tra i salariati e le salariate conosce la direttiva Mssl, relativa al ricorso ai medici del lavoro e agli altri specialisti della sicurezza sul lavoro? Questa direttiva, adottata nel 1996, dal primo gennaio 2000 è diventata obbligatoria per tutte le imprese che occupano più di 5 lavoratori o che pagano un premio di assicurazione per incidenti superiore al 5 per mille. Tale direttiva è basata sull'ordinanza che regola la prevenzione degli incidenti e delle malattie professionali e che, all'articolo 11, precisa: «Il datore di lavoro deve fare appello a dei medici del lavoro e ad altri specialisti della sicurezza sul lavoro quando la protezione della salute dei lavoratori e della loro sicurezza l'esigono». Siccome la pratica ha subito mostrato che le imprese segnavano il passo quanto al ricorso di medici e specialisti, la direttiva Mssl ha stabilito un ruolino di marcia e un quadro di applicazione. Secondo questa direttiva i datori di lavoro devono imperativamente stabilire una lista che illustri i rischi presenti nell'impresa come pure le misure previste per eliminarli. La direttiva stipola chiaramente, inoltre, l'obbligo di avviare in tempi brevi un'ampia consultazione tra i lavoratori su tutto quanto attiene l'esecuzione della direttiva Mssl e sulle sue conseguenze. Infatti soltanto le persone che esercitano un determinato lavoro conoscono i rischi delle loro attività ed è soltanto sulla base della loro esperienza che possono essere individuate delle misure per eliminare o ridurre tali rischi. Purtroppo i responsabili delle aziende hanno recepito questa direttiva soprattutto come una nuova esigenza amministrativa. Hanno cercato di applicarla al costo più basso e hanno nominato un responsabile della sicurezza incaricato di stabilire la lista dei rischi e delle misure di prevenzione e di preparare una statistica degli incidenti. Le misure di prevenzione e di protezione sono poi state esposte nelle fabbriche. Tutto ciò è insufficiente, ma può dare l'illusione che la legge viene rispettata fintanto che la commissione aziendale tace, fintanto che i salariati e le salariate non sollevano il problema, fintanto che non avvengono incidenti. Tutti i problemi legati alla salute sul lavoro e alla prevenzione dei rischi di incidenti fanno parte della responsabilità del datore di lavoro, ma nessuna misura dovrebbe essere presa senza la partecipazione attiva dei salariati e delle salariate, poiché sarebbe, allora, soltanto un alibi. I salariati, le salariate e il loro sindacato non devono ignorare questi problemi. Anzi, devono rivendicare il diritto ad essere consultati ed informati. Possono, anzi devono, formulare le rivendicazioni sulla base della loro esperienza, in modo tale che le loro condizioni di lavoro non diventino fonte di pericoli per la loro vita o la loro salute psichica o mentale. Colleghi, ci sono delle leggi per proteggere i salariati e le salariate: esigete la loro applicazione!

Pubblicato il

09.11.2001 13:30
Denise Chervet
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