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L'editoriale | 18.12.2013 |
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Centinaia di giovani sono scesi in piazza settimana scorsa a Bellinzona per gridare il loro no all’espulsione dalla Svizzera di un ragazzo diciassettenne di origine kosovara nato e cresciuto in Ticino, ma che, secondo una legge disumana e assurda applicata biecamente da qualche funzionario al servizio del leghista Norman Gobbi, andrebbe strappato all’affetto della madre e rispedito nel suo paese di origine. Un paese che non è più il suo e dove non ha più nessuno. |
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Bilaterali | 18.12.2013 |
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Il governo cantonale in corpore ha presentato lo scorso 10 dicembre il rapporto conclusivo «Lavoratori frontalieri, fornitori di prestazioni indipendenti esteri e lavoratori distaccati in Ticino». Dal rapporto, il Consiglio di Stato elenca 62 misure, suddivise tra attuabili a livello cantonale, a livello federale e infine alcune bocciate. Poiché questo giornale è finanziato da chi vende la propria forza lavoro al padronato, diventa centrale comprendere se l’obiettivo dell’insieme delle misure governative tutela i suoi interessi, cioè il salario e le condizioni di lavoro le migliori possibili.
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Canapa | 18.12.2013 |
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Legalizzare la produzione di marijuana per contrastare il mercato nero e la criminalità ad esso legata, creando delle associazioni di consumatori di canapa. Questa la proposta ginevrina di un gruppo di riflessione interpartitico. Sarebbe una prima in Svizzera.
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Africa | 18.12.2013 |
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Proprio nei giorni in cui è venuto a mancare Nelson Mandela, l’eroe della lotta all’apartheid sudafricano, è riesplosa in Svizzera la polemica intorno alle strette relazioni d’affari tenute dal nostro Paese con il Sudafrica negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Agendo in quel modo, in aperto contrasto con le sanzioni imposte dall’Onu al Sudafrica, la Svizzera «ha sostenuto il regime dell’apartheid e dunque la sua politica contro Nelson Mandela, contro la lotta per l’uguaglianza e la libertà», ha affermato lo storico Peter Hug che ha collaborato al progetto del Fondo nazionale per la ricerca su “La Svizzera e il Sudafrica dal 1948 al 1994”.
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Asia | 18.12.2013 |
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L’accordo di libero scambio (Als) tra la Svizzera e la Cina è stato approvato la settimana scorsa dal Consiglio nazionale. E con quasi totale certezza avrà luce verde a marzo anche al Consiglio degli Stati. Nel dibattito parlamentare è emerso chiaramente che i partiti borghesi e il mondo dell’economia considerano l’accordo un’opportunità economica da cogliere. E la richiesta di sottoporre comunque l’Als Svizzera-Cina a referendum popolare è stata seccamente respinta. Ma a sinistra rimane la diversa valutazione che ne danno il Partito socialista (Ps) e l’Unione sindacale svizzera (Uss).
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