Del Co2 per i trasporti pubblici

Le ultime statistiche mostrano che è in atto un'inversione di tendenza: per la prima volta il numero dei chilometri percorsi annualmente con l'auto non è aumentato. Nel contempo, cresce l'uso dei mezzi pubblici. Ma il ministro dei trasporti, Moritz Leuenberger, ha detto in un'intervista che non osa ancora «credere a un generale trasferimento» dai mezzi privati a quelli pubblici, per cui il trasporto collettivo «dovrà ancora essere ampliato». Questo pensiero sembra riflettere un orientamento oramai diffuso in Svizzera, al punto che a Zurigo, città con un eccellente sistema di trasporti universalmente elogiato per la densità e l'efficienza, si costruiscono nuove linee di tram (si veda l'articolo sotto). E se non ci sono risorse finanziarie sufficienti, come nel caso di Ferrovia 2000 (il complesso progetto di ottimizzazione del trasporto ferroviario sull'asse est-ovest del paese)? Leuenberger sembra orientato all'utilizzo di una parte dei proventi della tassa sul Co2, quando questa graverà sul trasporto individuale al posto del "centesimo per il clima". Il problema è quello di superare la resistenza dei partiti borghesi all'introduzione di questa tassa. A tal fine il Partito socialista svizzero ha elaborato una proposta, contenuta in un documento interno che verrà utilizzato per formulare interventi ed iniziative parlamentari.
Secondo il Pss, introducendo per un periodo limitato a dieci anni la tassa sul Co2, verrebbe assicurato il finanziamento duraturo di Ferrovia 2000 e «si darebbe un contributo alla politica climatica». Anche per questo, certi progetti d'infrastruttura non possono attendere. I 5 miliardi proposti dal governo per i prossimi lavori legati a Ferrovia 2000 non bastano a sbloccare i progetti congelati dal Consiglio federale per ragioni finanziarie (potenziamento delle tratte Zurigo-Lucerna e Zurigo-Zugo, terzo binario sulla linea Ginevra-Losanna, tratta ai piedi del Giura che da Aarau arriva a Ginevra passando da Soletta, Bienne, Neuchâtel e Losanna). Da qui la proposta del Pss di destinare il 40 per cento del gettito della tassa sul Co2 (3,9 miliardi di franchi, pari a 16 centesimi per litro di benzina) al fondo di finanziamento dei progetti d'infrastruttura dei trasporti pubblici, mentre il 60 per cento verrebbe restituito alla popolazione.

Qualche perplessità, però, è inevitabile. Da mesi alcuni cantoni protestano contro il ridimensionamento di Ferrovia 2000 e stanno esercitando una forte pressione sui deputati borghesi. I consiglieri nazionali socialisti Jacqueline Fehr e Roger Nordmann, redattori del documento interno del Pss, hanno quindi espresso ottimismo circa l'esito delle discussioni parlamentari sulla proposta del partito. Insomma, proporre di finanziare Ferrovia 2000 con parte della tassa sul Co2 servirà a superare l'opposizione dei partiti borghesi a questa tassa. E alleata della sinistra, in questo caso, sarà proprio la pressione dei cantoni che vogliono veder completato il progetto originario di Ferrovia 2000, per il quale erano stati inizialmente promessi da 8 a 9 miliardi di franchi.
A tutto ciò si aggiunga il chiaro orientamento politico generale (e del consigliere federale Leuenberger in particolare) di rafforzare i trasporti pubblici negli agglomerati urbani. Viene allora spontaneo chiedersi perché mai debbano essere tutti gli automobilisti, quindi anche quelli che abitano in regioni periferiche e in valli discoste, a dover pagare una tassa per potenziare i trasporti pubblici dove questi costituiscono già una rete fitta ed efficiente.
Perché non si investe anche nelle regioni più isolate del paese? In queste zone ogni riforma dei servizi pubblici assume un carattere punitivo. Accade, per esempio, con la rete postale, la cui razionalizzazione penalizza pesantemente proprio quei villaggi che più avrebbero bisogno di sviluppo e di modernità. E accade con i trasporti pubblici, che vengono ridimensionati (quante stazioni ferroviarie sono state chiuse, per esempio, in Valle Leventina?) proprio in quelle località che più necessitano di mobilità e di contatti.
La scelta del Pss di sfruttare il malcontento dei cantoni penalizzati da un mancato completamento del progetto Ferrovia 2000 per far passare la tassa sul Co2, è senz'altro tatticamente indovinata. Ma è altrettanto indovinata, politicamente, un'attribuzione così unidirezionale del ricavato di questa tassa e una così scarsa attenzione alle esigenze delle regioni periferiche? Perché allora non differenziare la tassa, come sarebbe più giusto, in base alla densità dei servizi di trasporto sul territorio: più alta dove ci sono più mezzi pubblici, più bassa dove ce ne sono meno? Su questo il Pss e il ministro Leuenberger dovrebbero riflettere, prima di fare proposte politicamente "facili".

Pubblicato il

01.06.2007 02:00
Silvano De Pietro