Le entrate del Cantone diminuiscono e a farne le spese è il pre-consuntivo, in pratica la brutta copia di ciò che sarà il consuntivo 2003. La conferma della tendenza a un forte ribasso delle entrate fiscali di competenza (-19 milioni di franchi) giunge direttamente dal Dipartimento delle finanze e dell’economia a mezzo comunicato stampa che conferma, in modo postumo, quelle che erano state le preoccupazioni espresse lo scorso marzo da Patrizia Pesenti, direttrice del Dipartimento della sanità e socialità, e dal Partito socialista. Allora la discussione fu liquidata rozzamente dai propugnatori dei tagli alla spesa pubblica e dei regali fiscali, come “bega elettorale tra donne”. Si tratta quindi di una doccia gelata, il dato sul pre-consuntivo 2003. Se la tendenza sarà confermata, il deficit di bilancio crescerà di circa 35 milioni rispetto al preventivo 2003 per attestarsi a 255 milioni di franchi. Doccia gelata anche se il disavanzo d’esercizio era atteso e, stando ai dati non sempre cristallini forniti dal Dipartimento delle finanze e dell’economia, si situerà a 255 milioni di franchi contro i 220,9 milioni previsti. Più di un quarto di milardo, per parlar chiaro.
La giustificazione del maggior deficit viene attribuita, stando allo stringato comunicato diramato dal dipartimento diretto da Marina Masoni, al peggioramento delle spese correnti che risultano di 22,5 milioni di franchi superiori a quanto preventivato e alla diminuzione dei ricavi che risultano di 11,6 milioni di franchi inferiori alle stime di preventivo. Affermando ciò, la ministra delle finanze dimentica di dire che le maggiori spese sono dovute tutte per sussidi ai premi delle casse malati cresciuti l’anno scorso di circa il 10 per cento, non certo per volontà del Dipartimento della sanità e socialità.
«È una politica economica irresponsabile», ci dichiara Marina Carobbio, capogruppo socialista in Gran consiglio. «Siamo arrivati a un giro di boa. Per la prima volta, da alcuni anni, abbiamo un pre-consuntivo che dà un dato peggiore del preventivo e quello che noi socialisti avevamo ampiamente previsto si è puntualmente verificato: il crollo delle entrate dello Stato», commenta l’esponente socialista. Ed è quello che da una decina d’anni vanno predicando i socialisti ticinesi trattati da cattive cassandre da una destra che ha fatto degli sgravi fiscali e dello smantellamento sociale una bandiera.
«L’abbiamo sempre sostenuto – continua Marina Carobbio – e oggi la contrazione delle entrate fiscali è evidente e pressante».
Questa contrazione non è dovuta solamente alla crisi economica, come dichiarato da Marina Masoni, che sicuramente gioca un ruolo importante, ma anche alla politica degli sgravi fiscali portata avanti in modo sconsiderato negli ultimi anni e che non ha tenuto opportunamente conto di quelli che erano i bisogni sociali. Infatti la spesa sociale aumenta. «Una delle voci di spesa che è cresciuta in modo considerevole – ci spiega Marina Carobbio – è quella per i sussidi per l’assicurazione malattia. Da un lato aumentano le famiglie che ne hanno bisogno, dall’altro, con gli sgravi fiscali, c’è più gente che rientra nei limiti di reddito». È un calcolo semplice: diminuendo l’imponibile si ha più accesso ai sussidi. «È un paradosso perché con la chimera della diminuzione della pressione fiscale si alleggerisce il ceto medio-basso di poche decine di franchi d’imposte e si fa beneficiare il ceto medio-alto dei sussidi. Da una parte si eliminano entrate e dall’altra si aumentano le spese», analizza la capogruppo socialista.
L’altro dato significativo del pre-consuntivo è che con la diminuzione delle entrate cantonali, diminuiscono pure i sussidi federali. «Questa tendenza va avanti già da quattro-cinque anni, ma questa volta è significativa perché diminuisce anche la quota di aiuti federali prevista dal cantone tramite la perequazione finanziaria federale. Questo è dovuto al fatto che l’indice fiscale migliora. Ora siamo al 5° posto tra i cantoni meno esosi, più attrattivi dal punto di vista fiscale. Il canton Ticino diminuendo così la sua pressione fiscale fa in modo che la Confederazione ci dia meno soldi nell’ambito della perequazione finanziaria. Questo è un altro effetto, secondo noi paradossale, di una politica di tagli fscali che non fa stare meglio i cittadini di questo cantone, ma svuota le casse dello Stato in diversi modi come dimostrano le cifre di pre-consuntivo», ci spiega Carobbio.
Questo dato sul pre-consuntivo, secondo lei, può far cambiare opinione al Gran consiglio sul pacchetto di sgravi fiscali previsto dalla Confederazione?
«Assolutamente no. Le forze politiche maggioritarie che dirigono il cantone sono completamente irresponsabili. Si svuotano le casse dello Stato per favorire il taglio dei servizi. Perché è lì che si vuole arrivare con la Legge sul freno alla spesa pubblica che verrà discussa prossimamente. Se non è irresponsabilità questa, non so come chiamarla»
«Bisogna sicuramente contenere la spesa – continua la rappresentante socialista –. I soldi pubblici devono essere sicuramente amministrati in modo parsimonioso e oculato. Non possono essere dissipati. Noi socialisti siamo disponibili a ragionare su questo, però non lo si può fare solo sul lato delle spese. Bisogna anche evitare che le entrate crollino».
La Legge sul freno alla spesa pubblica che metterà un tetto massimo agli impegni dello Stato, sarà in realtà uno strumento di annullamento della politica oltre che inutile dal punto di vista delle finanze perché opererà in modo pro-ciclico. «I tagli alla spesa, effettuati in momenti difficili dal punto di vista della congiuntura, hanno degli effetti pro-ciclici. Io sono convinta – conclude Carobbio – che in periodi di crisi come quello attuale, dei politici responsabili debbano attuare politiche anti-cicliche. Favorire investimenti nei periodi difficili e mettere fieno in cascina nei momenti buoni. Una politica del genere in Ticino è stata fatta negli anni 80. Oggi con il vento liberista alimentato dalla politica di Marina Masoni non è più possibile». |