Davos e Bombay, due mondi diversi

Bombay, caotica metropoli di 13 milioni di abitanti dell’India occidentale, capitale economico-finanziaria del paese, accoglie a partire da oggi, venerdì 16 gennaio, la quarta edizione del Forum sociale mondiale (Fsm). Più di 75 mila rappresentanti di organizzazioni e movimenti sociali di 130 paesi hanno annunciato la loro presenza in quello che si profila già sin d’ora come uno degli appuntamenti altermondialisti più cosmopoliti e universali da quando l’Fsm nacque a Porto Alegre nel gennaio del 2001. Dal Brasile all’India, da Porto Alegre a Bombay. L’Fsm si accampa fino a mercoledì 21 gennaio nel continente asiatico, vivendo così un momento significativo del suo processo di universalizzazione. Contemplato già come possibilità durante la prima edizione del 2001, il trasferimento in un altro continente implicherà, a detta degli organizzatori, un arricchimento dell’identità dell’Fsm. E un salto qualitativo della nuova forma di cultura politica che il Forum esprime per gli attori del movimento altermondialista. “Asiatizzare” l’Fsm non significa solo portarlo in una delle regioni più popolate e dinamiche del pianeta. Implica anche spostarlo, durante un anno, rispetto all’asse latinoamericano-europeo che lo aveva concepito, messo in pratica e alimentato durante le tre passate edizioni di Porto Alegre (2001, 2002, 2003). Tutto ciò con l’accordo di principio e il consenso in seno al Consiglio internazionale del Forum per tornare nella città brasiliana nel 2005. Malgrado il trasferimento dall’America latina all’Asia, l’Fsm ha deciso di preservare l’essenziale della sua metodologia adottata con successo sin qui. Da un lato, la realizzazione delle grandi conferenze in infrastrutture capaci di ospitare dalle 15 alle 20 mila persone, ubicate nel sobborgo di Goregaon, una sorta di cuore geografico dell’Fsm che giocherà lo stesso ruolo della Puca (l’Università cattolica) a Porto Alegre. Queste conferenze costituiscono una forma efficace – anche se verticale, dall’alto verso il basso – per trasmettere riflessioni e conoscenze, socializzare rapidamente dei concetti e sistematizzare le nuove esperienze di lotta e di ricerca di alternative anti-neoliberali a livello planetario. D’altro lato, la sfera più “di base”, con un funzionamento orizzontale e autogestito, rappresentata da oltre 200 seminari e ateliers in sedi di capacità variabile fra le 50 e le 1’000 persone. Uno spazio nuovo per scambiare esperienze locali e partecipative, inaugurato nel 2001 a Porto Alegre e ormai profondamente radicato nei forum europei, asiatici, latinoamericani e tematici. Fra i due livelli ci saranno le tavole rotonde di dialogo – vi potranno partecipare 4 mila persone – e anche i gruppi di discussione con una capacità pressoché identica. Il programma culturale, variegato e intenso, secondo gli organizzatori potrebbe trovarsi rafforzato rispetto ai Forum precedenti durante i quali non sempre era stato integrato in maniera ottimale nel programma generale. Anche l’accampamento internazionale della gioventù e un incontro del mondo rurale – previsto fra il 18 e il 20 gennaio – ripetono esperienze simili sperimentate durante le tre edizioni brasiliane del Forum sociale mondiale. Molte personalità mondiali Per organizzare questo grande incontro è stato necessario oltre un anno di pianificazione e di lavoro portati a termine da una complessa struttura a più livelli: il Consiglio generale composto di oltre 120 organizzazioni e movimenti fra i più rappresentativi del mondo sociale indiano; il Comitato indiano di lavoro, nel quale sono attive 67 organizzazioni (fra di esse 14 centrali sindacali; 6 reti di organizzazioni rurali; 4 piattaforme nazionali dei “dalits”, intoccabili, e 4 degli “adivasis”, i due settori sociali più marginalizzati e sfruttati del paese; 4 federazioni nazionali di studenti e 27 movimenti sociali e reti di organizzazioni non governative). L’afflusso di personalità dei cinque continenti verso Bombay è già in corso. Se verranno confermate le ultime informazioni del Comitato di organizzazione, più di un centinaio di grandi nomi del movimento altermondialista confluiranno nelle prossime ore a Bombay per animare la riunione plenaria di apertura, quella di chiusura e le grandi conferenze del Forum. Fra i relatori dell’America latina si potrà contare fra gli altri sull’honduregno Rafael Alegría, dirigente di Vía Campesina; Alejandro Bendaña, Nicaragua; Augusto Boal, César Benjamin e Chico Withaker (già presente al Forum sociale svizzero a Friburgo, vedasi intervista in area, n. 46, 14 novembre 2003), Brasile; Blanca Chancoso, Ecuador; Atilio Borón (Consiglio latinoamericano di scienze sociali) e Nora Cortiñas (Madri di Plaza de Mayo), Argentina; la senatrice colombiana Piedad Córdoba e il dirigente “cocalero” boliviano Evo Morales. Fra le “teste di serie” europee da segnalare i militanti francesi Christophe Aguiton (Attac) e Bernard Cassen (Le Monde Diplomatique), così come il loro compatriota e agricoltore attivista José Bové; il portoghese Boaventura Santos; gli italiani Fausto Bertinotti, Vittorio Agnoletto e Flavio Lotti; i militanti e intellettuali inglesi George Monbit e Roger Moody; l’ecologista finlandese Satu Hasi e lo scrittore tedesco Wolfgang Sachs. Inoltre, una legione di personalità asiatiche segnerà l’attiva presenza di questo continente nelle attività chiave di scambio, concettualizzazione e proposte alternative dell’Fsm. Basta citare, ad esempio, i nomi del vicepresidente vietnamita Nguyen Thi Binh; l’attivista dei diritti umani iraniana Shirin Ebadi; il filippino Walden Bello; i pachistani Pervez Hoodbhoy e Asma Jehangier, così come le note personalità indiane Aruna Roy, Arundhati Roy e Vandana Shiva. Benché presenti, i "grandi nomi" nordamericani e africani saranno in numero minore. Un’offerta straripante Gli organizzatori indiani hanno articolato il quarto Fsm attorno a cinque assi principali: globalizzazione imperialista; patriarcato; militarizzazione e pace; settarismo religioso e fondamentalismo e la amplia tematica dell’oppressione/esclusione e della discriminazione. Questi assi alimenteranno dieci tematiche centrali (mezzi di comunicazione; democrazia; sviluppo sostenibile; mondo del lavoro; religione, cultura e identità, eccetera) che verranno discusse nelle conferenze, nei gruppi di discussione, nei seminari e negli ateliers. L’edizione del Fsm che prende avvio oggi sarà marcata in particolare da due grandi conferenze: quella in programma il terzo giorno (“La globalizzazione e le sue alternative”) e quella di martedì 20 (“Il Forum sociale mondiale e il suo futuro”). Quest’ultima conferenza è chiamata ad essere una riflessione di valutazione, interna e concettuale, di questo spazio altermondialista in costruzione, un’occasione per dibattere delle potenzialità e dei limiti del Forum stesso. Se l’Fsm è concepito fondamentalmente come spazio di riflessione e di scambio, la sua altra essenza, quella di convocare la mobilitazione, è anche presente in India. Poche ore prima dell’inizio di questa quarta edizione dell’Fsm arriveranno a Bombay cortei di manifestanti che in diverse città del paese (Calcutta, Jammu, Kanyakumari, Delhi) intrapresero lo scorso 6 dicembre la “marcia nazionale dei dalits per la rivendicazione dei propri diritti”. In 40 giorni i partecipanti alla marcia hanno percorso migliaia di chilometri allo scopo di spiegare le ragioni della loro lotta anti-caste e anti-neoliberale. Il loro arrivo a Bombay, pieno di simbologia e di sfide, costituisce un apporto supplementare al Forum sociale mondiale affinché continui ad essere spazio di scambio, festa, incontro planetario, ricerca di alternative e resistenza.

Pubblicato il

16.01.2004 01:30
Sergio Ferrari