Le recenti vicende mediorientali mi hanno fatto tornare alla mente la storia biblica di Davide e Golia. Non sono certo stato io l’unico a ripercorrere questa metafora, anzi. Moltissimi commentatori hanno fatto rivestire ai Palestinesi le vesti di un novello Davide alle prese con il Golia israeliano, in un suggestivo rovesciamento di ruoli. Ma la realtà, secondo me, è che i Palestinesi sono ancora una volta Golia mentre Israele è più che mai Davide. Quella della vittoria del pastorello sul gigantesco campione dei Filistei è infatti una storia esemplare per molti versi, ma quasi nessuno sembra rendersi conto che essa contiene una precisa metafora militare. Golia rappresenta, seppur deformato dalla prospettiva israelitica, il guerriero classico dell’antichità. La sua forza si basa sulla supremazia fisica esercita in uno scontro leale a distanza ravvicinata, con le armi che sono tipiche del suo tempo: spada, scudo, mazza… Egli è il campione del suo schieramento, scelto per il suo valore, per il coraggio, per la sua comprovata efficacia in battaglia e, non da ultimo, per le sue doti fisiche. mmaginatevi lo stupore e la rabbia di Golia quando si trova davanti, a sfidarlo, non un soldato temprato in battaglia, che ne condivide i codici bellici e comportamentali; non un membro dell’aristocrazia guerriera con il medesimo ethos militare. No! A Golia si manifesta come sfidante un ragazzino imberbe, stracciato, del tutto a digiuno di cose guerriere ma dotato di una tecnologia superiore. Con quella sua fionda, infatti, Davide rese obsoleto l’armamentario guerriero ma anche il valore individuale di Golia. Con un solo tiro da distanza di sicurezza, nulla nella storia personale di Golia, sul piatto dello scontro bellico, ebbe più alcun valore. Quella di Davide è dunque la storia di una piccola forza bellica dotata di una tecnologia superiore, di un ethos pragmatico, della necessaria spregiudicatezza. Una lezione imparata e riproposta mille volte, non ultimo dai picchieri svizzeri in grado di scompaginare le nobili, valorose e obsolete cavallerie medievali. Ora, in Medioriente, siamo in una situazione simile. Il disperato valore individuale dei resistenti di Jenin, la dimensione demografica delle masse palestinesi, nulla vale di fronte alla fionda di Tsahal, l’esercito israeliano che, più di ogni altro, ha imparato la lezione di Davide. Un esercito la cui dimensione numerica è risibile in confronto a quelli degli stati arabi, ma la cui mortale efficacia si basa su un meccanismo simile a quello che fece girare quella frombola lontana. Ancora una volta Golia è colpito da distante, con armi superiori tecnologicamente, in una guerra impari. Senza nemmeno la consolazione di una morte gloriosa.

Pubblicato il 

03.05.02

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