Dare ascolto a chi sa

Dopo quasi un mese di vita sospesa, tutte e tutti noi abbiamo una gran voglia di tornare ad una “normalità”, che già sappiamo non sarà la “normalità” cui eravamo abituati. Perché con il coronavirus dovremo imparare a convivere ancora a lungo. Ora ci troviamo in un momento in cui s’intravede il superamento della fase più acuta dell’emergenza sanitaria ed è giusto pensare e programmare il domani. Ma dobbiamo essere consapevoli che questo non ci consente di non guardare all’oggi, che è ancora molto complicato. Di qui la necessità di agire con estrema prudenza e gradualità. Non bruciando le tappe, come vorrebbero i più incompetenti e incoscienti attori politici ed economici di questo paese.


È alla recente esperienza della Cina e di altri paesi che dobbiamo guardare e sono le donne e gli uomini di scienza che dobbiamo ascoltare. Tutti ci dicono che una ripresa prematura delle attività economiche è pericolosa e che dove è avvenuta si è dovuto richiudere. I medesimi esperti ammettono anche di avere tutta una serie di incertezze sul comportamento del virus e dunque sugli scenari che ci aspettano.


Sembrano invece avere grandi certezze quei partiti, quei politici e quei rappresentanti delle organizzazioni economiche che da giorni, oltre che a lanciare attacchi ai diritti dei salariati (chiamandoli vergognosamente alla cassa per pagare il prezzo della crisi), fanno pressione sul Consiglio federale perché decreti l’immediato ritorno ad una vita economica normale e dunque l’abolizione delle misure restrittive. Misure che non rappresentano «una lesione ai diritti di libertà dei cittadini» come afferma l’Udc. Perché la posta in gioco, anche se ci stiamo abituando a vedercela rappresentata con numeri, curve e picchi, è la sopravvivenza di molte persone. E probabilmente la “prudenza” sin qui mostrata dalle autorità federali e cantonali (con l’eccezione del Ticino) consentendo le attività produttive non essenziali ci costerà dei morti che si potevano evitare.


Perché “la salute dei cittadini prima di tutto” non si riduca a uno slogan privo di significato, il Consiglio federale, che ha preannunciato per settimana prossima un “concetto” di allentamento delle misure restrittive a partire da fine aprile, farà bene ad ascoltare i consigli di chi sa e non di quelli che pretendono di sapere. Lo speriamo, anche se abbiamo il sospetto che le pressioni padronali abbiano già messo un po’ troppa fretta al governo federale.

Pubblicato il

09.04.2020 15:26
Claudio Carrer