Questa mattina Zurigo è stata risvegliata da un nutrito gruppo di lavoratori e lavoratrici arrabbiati, rumorosi e decisi a difendere il proprio posto di lavoro a testa alta. Sono arrivati con due pullman pieni dalla Francia per protestare contro la multinazionale Amcor, con sede nel quartiere di Oerlikon, colpevole di voler licenziare alcuni dei dipendenti del sito di Sarrebourg, non lontano dal confine elvetico. I manifestanti, difesi dal sindacato Force ouvrière (Fo) e sostenuti dalla regione Unia di Zurigo-Sciaffusa, hanno urlato la propria rabbia di fronte alla sede della multinazionale. Alcuni delegati hanno elencato, da un palco montato di fronte all’edificio principale della multinazionale, le rivendicazioni dei lavoratori e hanno chiesto a gran voce di incontrare la dirigenza per intavolare delle trattative. Il gruppo di imballaggio Amcor ha annunciato nei giorni scorsi il licenziamento di 47 dei 230 dipendenti dello stabilimento di Sarrebourg. Tutto questo a fronte di un utile di oltre un 1 miliardo di franchi e di un fatturato di 14 miliardi di franchi. Per Servin Roos, lavoratore e delegato sindacale Fo, è chiaro: «Non ci fermeremo finché non verranno accolte le nostre rivendicazioni. Siamo in sciopero da una settimana e non intendiamo riprendere il nostro lavoro finché non avremo delle garanzie sui licenziamenti annunciati. Vogliamo inoltre capire se c’è davvero la volontà di investire sulla nostra fabbrica. Abbiamo infatti l’impressione che il gruppo voglia smantellare a poco a poco il nostro sito. Eppure, abbiamo dato tanto a questa azienda, non ci siamo mai risparmiati e i risultati economico-finanziari lo dimostrano. Dalla parte nostra abbiamo la popolazione locale e il sindacato Unia che ringrazio per la solidarietà internazionale». Accanto a lui c’è anche Alain, elettricista presso il sito francese di Amcor, che per l’occasione indossa un costume da Obelix. Il lavoratore a rischio licenziamento ha però poca voglia di scherzare: «Quello che stiamo vivendo assomiglia tanto alla solita storia: denaro che viene prima di ogni cosa e persone trattate come numeri. È triste. L’azienda fa grandi profitti, ma c’è la chiara volontà di liquidare il nostro sito industriale per far felici gli azionisti». Sul palco, in rappresentanza di Unia, sono saliti anche Serge Gnos, Cosegretario della regione Unia di Zurigo-Sciaffusa, e Matteo Pronzini, responsabile nazionale del ramo industriale Mem. Quest’ultimo ha dichiarato: «È per noi ovvio sostenere la vostra lotta e più in generale il movimento sindacale in Europa. Siamo solidali con le istanze dei lavoratori Amcor venuti qui a Zurigo a protestare contro i licenziamenti di massa». |