Quali effetti hanno le condizioni di lavoro sulla salute? A questa domanda risponde uno studio pubblicato lo scorso gennaio 2002 1) e ordinato dalla Conferenza romanda e ticinese degli uffici cantonali della protezione dei lavoratori. Un organismo, quest’ultimo, che riunisce le ispezioni di lavoro dei cantoni sopracitati e che, con questa indagine, fornisce un’ulteriore conferma dell’importanza di questo problema per la politica sindacale e della salute pubblica.
Questo opuscolo è uno strumento che non può assolutamente mancare negli uffici sindacali impegnati nel miglioramento delle condizioni di lavoro. Si occupa della salute in un contesto di lavoro d’équipe o notturno e delle nuove esigenze legate al lavoro: carico di lavoro, aumento delle decisioni da prendere, minor tempo a disposizione…
Tra le altre cose, gli autori stimano che «una parte dei costi attualmente assunti dall’assicurazione malattia rappresenta una forma d’esternalizzazione dei costi per le ditte». (p.6)
Due le conclusioni che scaturiscono da questa constatazione:
• La campagna permanente sulla pretesa esplosione dei costi della salute è particolarmente ingannevole e scandalosa. Mira chiaramente a colpevolizzare gli assicurati che «consumerebbero troppo» ma tace su una delle cause importanti del ricorso alle cure: le condizioni di lavoro che sono diventate sempre più impegnative a causa delle ristrutturazioni imposte dai datori di lavoro.
• Si tratta anche di un argomento supplementare per dare un taglio al sistema attuale e profondamente antisociale dei premi malattia che colpiscono soprattutto coloro che hanno redditi medi e bassi. S’impongono quote in proporzione al reddito, con una partecipazione dei datori di lavoro, sul modello dell’Avs.
L’opuscolo tocca altri temi come il pericolo di sottovalutare l’ampiezza effettiva degli effetti delle condizioni di lavoro sulla salute derivati da una selezione che vuole che solo le persone più sane, i giovani resistano nei posti di lavoro più faticosi. Sottolinea inoltre l’importanza per la prevenzione del grado di autonomia di decisione all’interno di un processo di lavoro e di pieno utilizzo delle proprie qualifiche professionali. In altri termini, la lotta per la protezione della salute e quella per una democrazia effettiva, che non si fermano alle porte delle ditte, vanno di pari passo.
*) In collaborazione con Jean-François Marquis.
1) Elisabeth Conne-Perréard, Marie-José Glardon, Jean Parrat, Massimo Usel, «Effets des conditions de travail défavorables sur la santé des travailleurs et leurs conséquences économiques», 2002 (in francese soltanto). |