Il caso dei bimbi di questa famiglia non è isolato. Due anni or sono era stato segnalato alle autorità competenti che diversi bambini di famiglie alloggiate in pensioni non frequentavano le scuole obbligatorie, in violazione della Costituzione elvetica. La questione riguardava una decina di bambini in Ticino. Il problema, riconosciuto infine dall’autorità, aveva portato alla creazione di un gruppo di lavoro misto tra il Dipartimento dell’educazione e quello della socialità e sanità. Lo scopo era una migliore collaborazione tra i due dipartimenti. E anche un’assunzione di responsabilità da parte di chi contravveniva ai principi costituzionali. Da febbraio esiste un formulario di segnalazione allo scopo di garantire entro 90 giorni l’inserimento dei bambini nelle scuole dell’obbligo. Oltre al formulario, la presa di coscienza del problema ha avuto il pregio indiretto di accelerare la collocazione delle famiglie nei centri della Croce Rossa di Paradiso e di Cadro. Oppure di sistemare le famiglie in appartamenti invece di pensioni, garantendo una maggiore stabilità che faciliti l’inserimento nelle sedi scolastiche. Seppur migliorato, il quadro è ancora perfettibile. Ad oggi, confermano fonti autorevoli, vi sono ancora tre famiglie alloggiate in pensioni da più mesi con figli in età scolastica. La situazione dovrebbe sbloccarsi in tempi brevi. Una famiglia entrerà in appartamento il prossimo mese, mentre l’altra è prossima al trasferimento in appartamento, sebbene manchi la conferma ufficiale. Resta in sospeso il caso dei bambini della famiglia di cui abbiamo raccontato nell’articolo a lato. Se tutto dovesse andare come previsto, anch’essi potranno incominciare a settembre la scuola. Sempre che l’Ufficio del sostegno e inserimento del Dss, non preveda di spostarli per l’ennesima volta.
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