Cura delle menti e cura dei corpi

Le vacanze estive mi hanno fatto sorgere questi pensieri. 1) Tutti quei bei corpi sinuosi, ben torniti, formosi, scoperti, alla spiaggia, nei rotocalchi, o alla Tv… una volta si diceva: mente sana in corpo sano. 2) Non so quanto le industrie della cosmesi (profumi, lozioni, creme, ecc …), le industrie del corpo (che fanno capo alle palestre) e le industrie farmaceutiche (ormoni, siliconi, prodotti dimagranti e dopanti …) spendano in pubblicità. Non so nemmeno a quanto ammontano le pubblicità per la cultura (libri, dischi, teatro, concerti). Qualcuno potrà magari informarmi. 3) In questo nostro regime democratico dove la libertà di commercio si traveste in libertà qual è lo scopo di tutto ciò? Impariamo – ci insegnano – a prendere cura del nostro corpo. E a chi non avrà un corpo ben pneumatico (uguale ai modelli pubblicizzati ad ogni angolo) non resterà che spendere ancor di più per tentare di riavvicinarsi al suo ideale. Impariamo – ci insegnano – a prendere cura delle nostre menti? 4) Il concetto stesso di pedagogia indica dei limiti: di durata, relativo alla fine dell’infanzia; di contenuto relativa ai luoghi (si impara nelle scuole). Ma sappiamo che non è così. Almeno è quello che predico in questa rubrica. È incredibile vedere come lo Stato si preoccupa di curare le menti solo fino all’adolescenza (anzi termina il suo mandato con il servizio militare – sigh!). 5) All’economia serve mano d’opera a buon mercato (quindi meglio se è poco istruita). E in verità i dati statistici sono per essa (l’economia) confortanti: il numero di cittadini che ha serie difficoltà nel leggere e nello scrivere è in aumento (in Svizzera il 15 per cento dei quindicenni, Pisa 2000). Ma molti di più leggono e scrivono quasi mai. Sono stanchi, non hanno tempo o non possono permettersi l’acquisto di beni di lusso. E non si tratta di soli libri! Una lozione costa meno di un disco, una crema idratante costa meno di una entrata a teatro o al Festival del cinema. 6) Un amico mi chiedeva: ma tu guardi le femmine, ti piace guardarle? Perché in generale tante attenzioni si danno ai corpi? Ho risposto: non so bene, ma penso che intrattengono un’illusione aristocratica, eugenetica, di far parte di un mondo bello, riuscito, sano, esclusivo che tutti invidiano (se siamo belli e osservati dimentichiamo le infinocchiature – dalla precarizzazione del lavoro, al furto delle casse pensioni. Il mostrarsi diventa un’illusione, un intrattenimento profondamente razzista – anche se inconsapevole – che definisce delle supposte superiorità. Ma poi specialmente perché girano un sacco di soldi. 7) Il potere pubblicitario è immenso, invasivo e onnipresente. Per cui torno alla carica proponendo ai legislatori di creare delle zone free-pub, delle bandite pubblicitarie, dove appunto la presenza di pubblicità sia bandita.

Pubblicato il

12.09.2003 13:00
Giovanni Galli