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Cosa succede a Wigoltingen
di
Tita Carloni
Prima di tutto: dov'è Wigoltingen? È nel Canton Turgovia, nella grande campagna dove si producono mele, pere, sauermost e ciliegie.
Il Consiglio comunale di quell'oscuro villaggio ha deciso nel mese di giugno il "dezonamento" di 34 ettari di zona agricola in zona industriale-commerciale, per consentire al gruppo ALDI di costruire la sua sede principale in Svizzera ed un enorme centro commerciale e di distribuzione. Siccome quel comune non può compensare in nessuna maniera una simile perdita di terreno agricolo è necessaria una modifica del Piano direttore cantonale ad opera del Gran Consiglio turgoviese, che, del resto, sembra intenzionato a concederla.
Quindi, a pochi mesi di distanza dal successo ottenuto dai movimenti di difesa del territorio a Galmiz (Friburgo) ecco che si profila all'orizzonte un'altra grave minaccia.
E poi ci sono altri pericoli che incombono. La sezione zurighese del partito radicale ha proposto di togliere alle associazioni ambientaliste il diritto di ricorso su determinate operazioni territoriali e immobiliari, in quanto di quel diritto si sarebbe (secondo loro) abusato, causando gravi danni economici.
L'anno prossimo dovrebbe prendere avvio la revisione della Legge federale sulla pianificazione del territorio e quello che avverrà nel parlamento federale sarà decisivo. Un'intesa perversa tra liberali, radicali, democentristi e qualche satellite sparso della destra potrebbe demolire quel poco che fu faticosamente conquistato con la legge del 1979, dopo un referendum su piano nazionale che con 654'233 voti contro 626'134 aveva affossato un primo più profilato progetto di legge federale sulla pianificazione adottato dalle camere nel 1972.
Le prossime elezioni nazionali acquistano quindi una grande importanza anche per la salvaguardia del territorio.
Intanto sul piano popolare è già partita l'iniziativa per il paesaggio, promossa dalle organizzazioni che vinsero la battaglia di Galmiz e che prevede che le zone edificabili oggi esistenti non vengano per nessuna ragione ulteriormente ampliate, in quanto sono già sufficienti per assorbire un'ulteriore eventuale crescita delle costruzioni. Questa iniziativa va firmata perché potrà influenzare decisamente anche la revisione della Legge federale sulla pianificazione.
Ma sul territorio non c'è pace. Se dovessero essere tolti davvero i vincoli della Lex Koller si riverseranno liberamente sulla Svizzera gli appetiti di bande di faccendieri, berluscones, oligarchi russi, sceicchi e procaccia di varia provenienza.
Sarà una manna per i costruttori di condomini di lusso e di ville con piscina. I prezzi al metro quadrato andranno alle stelle (con gli edili senza contratto collettivo!)
Sono tutte buone ragioni per mobilitarsi ed organizzarsi ovunque sul territorio si avvertano pericoli.
Molti della mia generazione furono educati secondo il principio che si costruiva solo quando c'era un effettivo bisogno; meglio ancora se si trattava di un bisogno dei più deboli. Oggi invece si proclama un po' ovunque che costruire vuol dire fabbricare emozioni, eventi, stupori. Avanti così e chissà che allegria l'emozione finale.
Pubblicato il
05.10.07
Edizione cartacea
Anno X numero 40
Rubrica
Architettura
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