Corsi e giochi di potere

Ma la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (Rtsi) è un giocattolo dei partiti ticinesi, soprattutto del Plrt e del Ppd? Chi leggeva nei giornali della settimana scorsa la cronaca dell’assemblea della Corsi (Società Cooperativa per la Radiotelevisione nella Svizzera Italiana) avrà avuto questa impressione. La Rtsi però non dovrebbe essere oggetto di giochi di potere partitico, semmai dovrebbe essere stimolata e spronata a rispettare rigorosamente i criteri di professionalità giornalistica. Ma molte persone in tutti i partiti hanno un altro interesse: “uscire” bene nei media del servizio pubblico; la qualità giornalistica, invece, non sta loro particolarmente a cuore. Non solo liberali e popolari democratici cercavano di imporsi all’assemblea della Corsi. Anche il Presidente della Lega dei ticinesi, all’ultimo momento, sollecitava l’appoggio dell’assemblea per il suo candidato Marco Borradori. Fortunatamente il tentativo è andato a vuoto. Non ci voleva proprio un terzo Consigliere di Stato, oltre a Marina Masoni e Patrizia Pesenti, nel Consiglio regionale della Corsi. Infatti non c’è una valida ragione perché il governo cantonale debba essere rappresentato direttamente nel Consiglio della Corsi, lo ha scritto ultimamente anche il quotidiano laRegioneTicino. La Rtsi fa le trasmissioni d’informazione, le giornaliste e i giornalisti si occupano pure dell’attività del governo, quindi non è opportuno che dei Consiglieri di Stato facciano parte di un gremio che si occupa della Rtsi, anche se le competenze del Consiglio regionale sono limitate. Sarebbe dunque un bel segnale se Marina Masoni e Patrizia Pesenti dicessero alle loro autorità di nomina, al Consiglio di Stato, rispettivamente al Consiglio federale, che non sono disponibili per il quadriennio 2005/2008. Nel Consiglio regionale Drs c’è ora un unico cantone rappresentato da un membro di governo, malgrado siano tanti i cantoni della Svizzera tedesca. Siccome una buona parte di ascoltatori/spettatori della Rtsi vivono oltralpe sarebbe giusto, anzi necessario, che specialmente nel Consiglio del pubblico della Corsi questi utenti con passaporto italiano siano presenti (si veda l’editoriale “La Corsi e gli italiani”, area, n. 24, 11 giugno 2004). L’attuale statuto della Corsi lo esclude, ma se c’è la volontà si troverà una via per porre rimedio. Un’apertura a queste persone della stessa lingua sarebbe il logico risvolto del cambiamento di nome di alcuni anni fa. Infatti, non c’è più la radio o la televisione della Svizzera italiana, ma la radio e la televisione svizzera di lingua italiana. Alcune persone non legate al Ticino e alle valli grigionesi di lingua italiana aiuterebbero a mitigare la fissazione di vedere ogni nomina in chiave partitica. La Corsi non deve essere lo specchio delle forze di partito in governo o in parlamento, ma deve rappresentare le diverse componenti della società – che è ben altro.

Pubblicato il

18.06.2004 14:00
Beat Allenbach
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