Contratto collettivo con firma Udc

Arriva l'autunno, si avvicina la data delle elezioni federali. Nei partiti comincia il rovello rituale: come migliorare il consenso popolare? Ci vuole un'idea. Spiacentissimi, ma una volta di più la trovata migliore è maturata tra le file dell'Unione democratica di centro. La migliore e anche la più originale, dobbiamo sottolineare. Avete mai sentito di un leader della destra che riesce a produrre un "contratto con il popolo"? Ueli Maurer, il presidente nazionale Udc, è un uomo d'ingegno che non ha eguali né in Svizzera, né nell'infida Europa.  
Finalmente qualcuno che è capace di rivolgersi ai propri elettori con in mano qualcosa di concreto. Questo è giusto e coraggioso. Anche il voto deve avere le sue garanzie. Quante volte uno acquista delle ideologie che poi si rivelano di pessima qualità? Chi te le rimborsa poi? Con un contratto in mano se la Svizzera – non sia mai! – dovesse aderire all'Unione europea potremo trascinare in pretura Ueli Maurer.
Ma vorrei rendervi attenti sull'essenzialità quasi biblica di questa bolla democentrista. Senza essere blasfemi, ha uno spirito quasi vetero testamentario. Ve lo potete figurare questo novello Mosè che si presenta a Basilea al congresso nazionale del partito con in mano l'ineguagliabile papiro? Citiamo subito una frase del preambolo che ha un'ispirazione quasi misteriosa, mistica «possiamo rendere più forti i deboli solo se non renderemo deboli i forti». Sembrano le parole di un profeta. Tutti si chiederanno: come Maestro? Come possiamo praticare questo insegnamento? E soprattutto: chi sono i deboli? Chi sono i forti? Di più non è rivelato. Ora il lavoro interpretativo è affidato ai più sottili esegeti che certamente sveleranno l'arcano. A noi, i semplici, il popolo degli elettori basti sapere che l'impegno per la libertà dell'Udc si articolerà su tre punti fondamentali. Quello classico: no all'Unione europea. Quindi vuol dire che la Svizzera è forte e l'Europa è debole e noi forti per non diventare deboli non dobbiamo assimilarci ai deboli. Chiaro?
Il secondo punto lo chiameremo "la clausola della pastorizia": espulsione dei criminali stranieri. Perché anche il criminale dev'essere Doc se no la sua qualità ne risente. Questa iniziativa è stata resa comprensibile con un'immagine bucolica: la brava pecorella bianca che calcia fuori dai confini nazionali la perfida pecora nera. Naturalmente questa precauzione non ci mette al riparo dall'ospitare pecore nere tinte o candeggiate.
Terzo punto, "I have a dream": abbassare le imposte. Vi pare giusto che le oneste pecore bianche debbano sostenere il peso di un fisco tanto oppressivo sulle loro fragili spalle ovine? Per cosa poi? Solo per vedere abusi su abusi e niente che funzioni. Noi paghiamo, paghiamo e siamo senza strade, ospedali e scuole. È sotto gli occhi di tutti questa realtà insensata.
La conclusione non può che essere una: firmate questo contratto per una Svizzera forte. Non siate deboli. E ricordate che il voto non può essere una cambiale in bianco in mano a pecore nere. 

Pubblicato il

31.08.2007 14:30
Flavia Parodi