Contratti a termine, l'abuso Supsi

La vicenda, ormai nota, dei tre licenziamenti alla Supsi (cfr. riquadrato), ha messo in evidenza un problema che secondo la Vpod rischia di aggravarsi. «Il sindacato Vpod – ha scritto il suo segretario Raoul Ghisletta – ha appreso che i dirigenti della Supsi intendono peggiorare le attuali Condizioni generali di lavoro per i docenti Supsi, allineandole al ribasso su quelle dell’Usi». Ma qual è il parere dell’Associazione docenti e collaboratori scientifici della Supsi (Adc-Supsi)? «Siamo di fronte ad una situazione delicata – ci dice Carlo Lepori, presidente uscente dell’Associazione – in quanto la vicenda risale alla fine dello scorso anno scolastico, e quindi alla fine della vecchia gestione, mentre la seduta di conciliazione è caduta sotto la nuova direzione. Per i contratti era già prevista una rinegoziazione a fine 2003 e noi, come Associazione, intendiamo prossimamente riprendere la trattativa con la direzione per adeguare le condizioni quadro di queste forme contrattuali alla situazione attuale. Nel caso specifico i tre insegnanti sono stati assunti con un contratto annuale anche se le condizioni quadro prevedevano che, per la loro percentuale d’impiego e dopo il periodo di prova, i tre potessero beneficiare di contratti triennali. Ma così non è stato e dovremo tenerne conto». C’è da chiedersi se la vicenda dei tre insegnanti non rappresenti in realtà una prassi alla Supsi. «Non sono a conoscenza di casi paragonabili a questi per gravità – dice Lepori ad area – , casi cioè che si sono conclusi con licenziamenti mascherati sotto la forma di esaurimento di contratto a termine». Una violazione delle norme federali, secondo la Vpod: «il Tribunale federale non ammette le catene di contratti a tempo determinato – sottolinea - quando questi vengono conclusi senza una ragione oggettiva». «Sì, rispetto ai tre docenti in questione – concorda Lepori – la ragione oggettiva (soppressione di corsi, riduzione del numero di allievi, per esempio) del licenziamento sembra non sussistere. E qui il caso viene a incidere nei rapporti tra il corpo docente e la direzione su quelli che sono l’interpretazione e la realizzazione (in buona fede) di questi accordi in generale». Riguardo all’allarme lanciato da Ghisletta, l’Associazione per il momento non si sbilancia. «Con la nuova direzione – ci spiega Lepori – la situazione è aperta. Se da una parte c’è un accenno al fatto che certe conquiste saranno salvaguardate, dall’altra si prospetta un adeguamento delle condizioni della Supsi a quelle dell’Usi, che mi risultano essere di tipo privatistico, con meno margine di protezione e garanzie.» Ed è questo il nodo: la protezione e le garanzie nei contratti di assunzione. In Svizzera le Scuole universitarie professionali rispondono a norme federali, fatta eccezione appunto per il capitolo riguardante l’assunzione dei docenti. «La situazione contrattuale dei docenti Sup in Svizzera non è ottimale, non tanto per l’uso del contratto a termine (che non mi risulta essere diffuso), quanto piuttosto per una situazione molto variegata in cui troviamo sia realtà con “privilegi” acquisiti che realtà con soluzioni meno favorevoli per il corpo docente. Un panorama composito che rende difficile un intervento comune della nostra Associazione mantello in tutta la Svizzera in materia di accordi contrattuali». Intanto, riguardo alla vicenda dei tre docenti Supsi, l’Associazione ticinese ha intenzione di pronunciarsi ufficialmente solo dopo «aver ascoltato le ragioni della direzione sul perché abbia assunto una posizione così intransigente. Non vorremmo credere a priori alla versione del sindacato senza aver sentito anche quella del nuovo direttore (Mauro Dell’Ambrogio, ndr)». E cosa si aspetta l’Associazione dalla nuova direzione? «Ci aspettiamo condizioni generali semplificate, facili da applicare e con più coerenza. Un obiettivo perseguibile vista la persona molto chiara del direttore Mauro Dell’Ambrogio, che in queste cose ama le decisioni nette. Per quanto riguarda i singoli dettagli, è possibile invece che le visioni tra noi e lui divergano, ma per questo sono previste le trattative». Dal canto suo, il presidente subentrante dell’Adc-Supsi Bernardo Zumthor ci ha confermato che «al momento i contatti con la nuova direzione appaiono cordiali e costruttivi, sia per quanto riguarda la rinegoziazione delle condizioni d’impiego generali, sia per il caso dei tre docenti, per i quali si sta forse profilando una soluzione di compromesso». Ne sapremo di più nelle prossime settimane.

Pubblicato il

10.10.2003 02:00
Maria Pirisi