Ogni tre mesi, l’Ufficio Federale delle Abitazioni pubblica il cosiddetto “tasso ipotecario di riferimento nei contratti di locazione”. Questo tasso è direttamente legato al prezzo delle pigioni perché a dipendenza del suo andamento gli inquilini possono chiedere una riduzione della pigione (quando esso diminuisce) e i proprietari possono chiederne l’aumento (quando invece sale). Lo scorso 2 giugno, per la prima volta da quando questo sistema è stato introdotto nel 2008, il tasso di riferimento è aumentato dello 0,25%, attestandosi ora all’1,5%. Questa è sicuramente una brutta notizia per le inquiline e gli inquilini del nostro Paese! E purtroppo le previsioni per il futuro non sono certo delle migliori. Infatti, entro la fine dell’anno ci si attende un ulteriore aumento di questo indice. Un aumento dello 0,25% del tasso ipotecario di riferimento può tradursi in un aumento del 3% della pigione netta, quindi spese escluse. Ma per fortuna non è un automatismo e non tutte le pigioni possono essere modificate verso l’alto. Le uniche pigioni ad essere potenzialmente toccate sono quelle legate ai contratti di locazione sottoscritti tra il 3 marzo 2020 e il 1° giugno 2023, periodo durante il quale il tasso di riferimento si attestava all’1,25%. Chi dovesse avere un contratto sottoscritto precedentemente al 1° giugno 2017, quando il tasso era più alto di oggi, potrebbe addirittura avere ancora diritto a una riduzione dell’affitto, ma solo a condizione che non l’abbia mai chiesta prima. Sulla pagina internet della nostra Associazione (www.asi-infoalloggio.ch) c’è un calcolatore che vi aiuta a capire in quale direzione sta andando la vostra pigione. Come detto, non tutto è perduto, per questo è necessario che le persone che abitano in un alloggio in locazione tengano gli occhi ben aperti per evitare eventuali aumenti abusivi! Prima di tutto, ogni aumento della pigione deve essere comunicato agli inquilini tramite un modulo ufficiale fornito dall’amministrazione cantonale. Ogni notifica fatta con una semplice lettera è nulla e non va assolutamente presa in considerazione. Dovesse arrivare una notifica di aumento del canone di locazione presentata con il giusto modulo, ma si ha il dubbio che l’aumento non sia lecito, allora si hanno 30 giorni per contestarla. Se l’aumento non viene contestato in tempo utile, diventa acquisito anche se per caso non fosse stato lecito. Quindi bisogna ricordarsi di contestare subito ogni aumento! Inoltre, se tutto dovesse essere corretto e quindi l’aumento legittimo, il rincaro entrerebbe in vigore non da subito ma dal momento in cui il contratto si rinnova.
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